Il progetto arriva in città nell’ambito della SMAratona Telethon. All’auditorium due giornate di eventi
ISERNIA. Arriva a Isernia il progetto ‘Sentinelle di Civiltà e Felicità’. Lo annunciano Kimos Onlus e l’Associazione ‘Carrozzine Determinate’ di Montesilvano.
Nell’ambito della SMAratona Telethon Città di Isernia si inserisce quest’anno la realizzazione del progetto di Claudio Ferrante che da oltre dieci anni incontra studenti di ogni ordine grado per cambiare per sempre il loro sguardo al mondo della disabilità.
A lezione di felicità, solidarietà, empatia e civiltà, cercando di smontare pregiudizi e idee non inclusive, gli alunni delle classi seconde della Scuola Secondaria dell’istituto comprensivo Giovanni XXIII e dell’istituto comprensivo San Giovanni Bosco di Isernia metteranno le basi per costruire il percorso che li porterà a diplomarsi ‘Sentinelle’, sotto lo sguardo del dirigente scolastico Bruno Caccioppoli entusiasta di proporre questa esperienza ai suoi studenti.
L’associazione Carrozzine Determinate porta avanti con passione da molti anni battaglie per l’inclusione universale ed è orgogliosa per essere stati inserita negli eventi del cartellone della SMAratona Telethon di Isernia con il ‘Progetto Sentinelle’.
“Formare una nuova coscienza sociale delle nuove generazioni e lavorare per la costruzione di una società basata sul principio dell’accessibilità universale è il primo obiettivo dell’associazione” queste le parole di Mariangela Cilli segretaria dell’associazione che patrocina il progetto nell’ambito delle sue finalità formative e di diffusione di una cultura inclusiva in tema disabilità.
L’evento si svilupperà nei giorni 27 e 28 novembre presso l’Auditorium Unità d’Italia di Isernia. nella prima giornata L’associazione terrà un percorso motivazionale per gli studenti. Martedi 28, invece, i giovani studenti saranno alle prese con la ‘Passeggiata Empatica’, seduti in carrozzina sperimenteranno le difficoltà quotidiane che le barriere architettoniche creano alle persone con disabilità, percorreranno le strade della loro città guardandole da un’altra prospettiva per comprendere come gli ambienti sfavorevoli creino disabilità e per formare attraverso l’esperienza diretta, la propria coscienza sociale di cittadini del domani volta a favorire la creazione di un mondo universalmente accessibile.