L’istanza dell’Anaci, che fotografa la situazione in Molise: il totale degli interventi ammessi a detrazione, per oltre 600 condomini, è di circa 358 milioni di euro
CAMPOBASSO. Lavori a rischio sicurezza perché quelli già iniziati rischiano di non essere terminati per l’impossibilità dei condomini di pagare eventuali ulteriori percentuali dopo il 31 dicembre 2023.
Ad accendere i riflettori sulle criticità legate al Superbonus 110% è l’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari, che chiede al Governo di valutare con urgenza una proroga per i lavori in corso.
“Auspichiamo e chiediamo con forza tale proroga – evidenzia l’Anaci – a nome di tutti i cittadini molisani che, fidandosi dello Stato, hanno effettuato i lavori utilizzando il superbonus 110% per riqualificare e mettere in sicurezza il proprio condominio e che ora rischiano di non terminarli o di pagare cifre molto elevate per le continue modifiche della normativa”
Dal report Enea del 31 ottobre emerge che in Molise il totale degli interventi ammessi a detrazione, per oltre 600 condomini, è di circa 358 milioni di euro, mentre il totale dei lavori condominiali “realizzati” ammessi a detrazione alla suddetta data è del 73% con circa 262 milioni di euro.
“Questi dati fanno riflettere molto – evidenzia l’associazione – In primis, al 31 ottobre in Molise, ci sono 96 milioni di euro ‘non ammessi’ a detrazione a causa dei lavori Superbonus 110% non ultimati, in secondo piano, è impensabile che in brevissimo tempo (40/45 giorni escludendo le festività natalizie) si possa concludere il restante 27% dei lavori, a causa anche dei crediti incagliati. La mancata proroga del superbonus 110% comporterà, a partire dal 1° gennaio 2024, la riduzione dell’aliquota al 70%, gravando in maniera consistente su quelle famiglie molisane che abitano nei condomini con i lavori non ultimati, cionondimeno, alimenterà contenzioni con le imprese e i professionisti.
Pertanto, la Legge di bilancio 2024 deve offrire una soluzione a migliaia di famiglie e imprese, evitando pesanti conseguenze sociali ed economiche per la nostra regione, oltre ad un enorme contenzioso per tutta la filiera delle costruzioni e dei professionisti coinvolti. Possiamo condividere la necessità di chiudere la stagione del 110% per aprire una riflessione seria sul futuro dell’efficientamento degli edifici, in particolare per le famiglie deboli, fragili e incapienti.
Per recuperare i ritardi accumulati è assolutamente necessaria una proroga tale da permettere una conclusione ordinata della misura, che eviti la perdita improvvisa di centinaia di migliaia di posti di lavoro causata dalla sicura interruzione di molti cantieri, derivata, a sua volta, dall’insorgere di un enorme contenzioso tra condomìni e imprese e che piuttosto sia capace di scongiurare la corsa forsennata già in atto a terminare i lavori, con conseguente rischio sia per la sicurezza dei lavoratori coinvolti, sia per la qualità degli interventi eseguiti. Una proroga limitata per i soli interventi che dimostrino un concreto avanzamento del cantiere potrebbe risolvere tutti questi problemi con un costo contenuto per le casse dello Stato, di gran lunga inferiore a quello del caos sociale ed economico che si determinerebbe lasciando invariata la scadenza a dicembre.
La Legge 2024 di bilancio deve offrire una soluzione concreta a un problema che riguarda da vicino migliaia di lavoratori, famiglie e imprese che in buona fede hanno avviato i lavori e ora rischiano di trovarsi in gravi difficoltà. Si rischia un blocco totale, come ha già ribadito da Ance dalla Rtp. Cambiare continuamente le regole in corso senza regime transitorio e sblocco della cessione dei crediti significa mettere a repentaglio la fiducia del mondo delle imprese e dei lavoratori e di tutta la filiera delle costruzioni e dei condomini. Impensabile cambiare le regole in corso ancora una volta e con effetto immediato, senza per giunta aver individuato una soluzione per sbloccare i crediti incagliati.
Gravi saranno pertanto le ripercussioni sia economiche che in termini di transizione ecologica, che sarà fortemente messa in discussione, poiché senza un piano di riqualificazione energetica degli edifici appare impensabile centrare gli obiettivi di risparmio energetico e di lotta ai cambiamenti climatici ribaditi anche recentemente dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima. Insieme a tutta la filiera delle costruzioni, ai professionisti del settore e a coloro che devono difendere cittadini e lavoratori, chiediamo come Anaci al Governo, che ha sempre dichiarato di non arretrare nel percorso di crescita e di raggiungimento degli obiettivi di risparmio e di autonomia energetica, di voler perseguire sulla via della proroga del Superbonus 110%, pur facendo le opportune riflessioni su questo strumento, a patto che le conseguenze di quest’ultime non gettino nel baratro una buona parte delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini che hanno creduto nello Stato”.