di Pietro Ranieri
ISERNIA. Arriva da Isernia la denuncia di un padre, Michele, che ha visto suo figlio Domenico – un 38enne con disabilità grave – privato dell’assistenza fisioterapica senza che gli sia stata fornita una spiegazione. L’uomo ha così deciso di raccontare la sua storia. “Mio figlio – dice a isNews – fa fisioterapia da circa 30 anni. Non si tratta di una tipologia di assistenza che ha una scadenza, è a tempo indeterminato, per via delle sue condizioni”.
“Da fine ottobre 2023 – spiega – il fisioterapista mi disse informalmente che a Domenico la fisioterapia era stata sospesa. Mi sono allora informato presso gli uffici competenti. L’Asrem mi ha sempre assicurato che stava ‘provvedendo’. Sono trascorsi quattro mesi e ancora nulla. L’ultima volta ho parlato con uno dei responsabili dell’azienda sanitaria di Isernia venerdì scorso. Ho detto che mio figlio non fa più la fisioterapia, e lui mi ha assicurato che avrebbe preso in carico il caso”.
Tutto per il verso giusto, quindi? Non proprio. “Ieri mattina – 27 febbraio, NdR – mi chiamano e mi dicono che quel dirigente voleva sapere se mio figlio facesse o meno fisioterapia. Nonostante avessimo parlato pochi giorni prima. A quel punto – racconta ancora Michele – sono andato alla direzione. Ho parlato col direttore, il quale mi ha detto che stavano producendo una ‘lettera’ non solo per Domenico ma per altre otto persone. Non si sa a chi, non si sa quando, non si sa dove, non si sa a chi è diretta, né se sarà fatta oppure no”.
Michele racconta di aver tentato anche altre strade. “Il 4 gennaio ho presentato in forma privata una richiesta di fisioterapia presso un centro specializzato qui a Isernia. Dopo un mese e mezzo, non avendo risposte, mi sono recato presso la struttura. Mi hanno detto che Domenico non poteva essere preso in carico per mancanza di fondi e di personale. Oggi sono quattro mesi e mezzo che mio figlio non sta facendo fisioterapia”.
“La cosa che mi sembra più grave è che dall’Asrem nessuno in forma ufficiale ha informato la mia famiglia e Domenico di questa interruzione. Dicono che l’azienda non era obbligata a farlo. Ma com’è possibile, dico io, se trent’anni fa hanno autorizzato loro la fisioterapia? E oggi mi dicono che non è obbligata a queste comunicazioni?” si domanda Michele.
Per trent’anni, racconta, tutto è andato per il meglio. Ma quest’anno, senza che se ne sappia la ragione, il servizio di fisioterapia non è stato rinnovato. “Io ho il dubbio che si stia tergiversando, perché di fatto per lo Stato queste persone, i disabili, sono dei parassiti, danno solo fastidio, hanno solo diritti e nessun obbligo, nessun dovere. Ma non è così. Hanno la loro dignità. E a mio figlio sono stati calpestati sia i diritti che la sua dignità”.
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