POLITICA & ATTUALITA'

Immigrazione, accordo Italia-Albania: i dubbi della Cgil Molise

L’intervento di Paolo De Socio e Sabrina Del Pozzo: “Continueremo a sostenere proposte di accoglienza che guardino alla solidarietà e all’umanità in un mondo diviso che purtroppo, anche a causa di alcune prese di posizione, si incattivisce sempre di più”


CAMPOBASSO. Accordo- Italia Albania in materia di immigrazione: sulla questione si registra l’intervento della Cgil Molise. “Sono molti i punti che ci lasciano interdetti” evidenziano in una nota congiunta il segretario generale Paolo De Socio e la segretaria Sabrina Del Pozzo, che replicano alle recenti dichiarazioni del senatore molisano Costanzo Della Porta, anche per quel che concerne i numeri.

“ Al 31 agosto 2023 – precisano i sindacalistu – sono arrivate sulle coste del nostro Paese poco più di 114mila persone migranti. Si tratta di un numero molto più alto rispetto agli anni precedenti (nel 2022 stesso periodo 58mila circa). Gli sbarchi di richiedenti asilo nell’anno 2023 sono in crescita del 47% rispetto all’anno 2022 (Governo attuale in carica dal mese di ottobre 2022, quindi fine anno).Questi sono dati più o meno coerenti con quelli rilevati tra l’anno 2014 e il 2015. Da sottolineare che noi non riteniamo comunque corretto, in questi casi, parlare di invasioni o di sbarchi ‘record’, cosa che invece spesso viene dichiarata da molti.

Ma riteniamo importante una buona gestione che non va descritta in termini emergenziali. In generale invece, proclamare con i soliti slogan che ci sarebbe un calo degli arrivi grazie al nuovo Governo ci sembra eccessivo e fuorviante e utile solo per fare finta di mantenere improbabili promesse elettorali. Gli sbarchi non sono mai stati, fra l’altro, il principale canale di ingresso; eppure si parla spesso e troppo soltanto di questo.

Inoltre, l’accordo Italia/Albania, prevede che, entro l’anno saranno create due aree albanesi dove verranno destinati i migranti. Viene detto che, tra le persone da rinchiudere nei centri, non ci saranno donne incinte, minori e altre persone vulnerabili. Chi conosce cosa significa trovarsi in mare saprà anche immaginare le condizioni in cui si opera nelle operazioni di salvataggio. Le navi che si occupano di soccorso in mare che viaggio dovranno affrontare? Navigheranno le acque avanti e indietro per lasciare ‘chi lo merita in un luogo e chi no in centri controllati a vista? Arriveranno in luoghi e poi con calma, in ordine e in maniera così schematica e giusta verranno suddivisi in gruppi? Noi abbiamo più volte interagito con chi ha intrapreso i viaggi della speranza e conosciamo perfettamente le tempistiche burocratiche e le mille sfumature dietro alla storia personale di ognuno/a. Realisticamente è lecita una divisione di questo tipo? Siamo molto dubbiosi e altrettanto preoccupati per i diritti delle persone coinvolte. L’Albania sarà indicata come responsabile dell’area esterna mentre l’Italia si occuperà della sicurezza all’interno di quel Paese.

Ma davvero possiamo immaginare un’organizzazione di questo tipo così minuziosa? In caso di problemi si riuscirà a garantire la tutela di tutti e tutte? Oppure ci gireremo dall’altra parte come la storia ci insegna e faremo finta, in caso di ulteriori maltrattamenti e morti, di non sapere e di non aver visto mostrando falsa commozione solo quando accadono fatti come quelli di Cutro? Conosciamo bene le inchieste e le storie di chi vive in posti simili e per noi un’organizzazione di questo tipo non può essere veritiera, non è giusta e, soprattutto, non può essere definita un modello. Lavoriamo per costruire una politica lungimirante, lavoriamo nel mettere in atto politiche che certo riconoscono i propri confini ma che interpretano gli stessi in un’ottica di apertura, di confronto, di integrazione, di inclusione e di cooperazione vera. Sarebbe auspicabile e interessante portare questi temi, documenti, testimonianze e fatti all’attenzione di tutti i cittadini e le cittadine.

Noi continueremo a confrontarci,anche pubblicamente,per far conoscere in maniera obiettiva, reale e razionale le questioni che interessano l’intera struttura sociale del nostro Paese. La Cgil – si legge infine nella nota – continuerà a sostenere proposte di accoglienza che guardino alla solidarietà e all’umanità in un mondo diviso che purtroppo, anche a causa di alcune prese di posizione, si incattivisce sempre di più”.

Deborah

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