Alla notizia dell’avvio della raccolta firme, il 9 marzo scorso, per un referendum che mira a portare la provincia di Isernia dentro l’Abruzzo, e poi l’intero Molise, si accendono i riflettori nazionali
CAMPOBASSO/ISERNIA. Dopo 60 anni di autonomia, il Molise desidera tornare ad unirsi all’Abruzzo. La regione, nata nel 1963, si è rivelata un’entità fragile, con una popolazione in calo, un’economia stagnante e un debito pubblico ingente. Questo l’assunto da cui Milena Gabanelli, con il suo ‘Dataroom’ per Il Corriere della Sera, affronta il caso oggi alla ribalta della cronaca nazionale con l’avvio – il 9 marzo scorso – della raccolta firme per un referendum che mira a portare la provincia di Isernia dentro l’Abruzzo, e poi l’intero Molise.
Le motivazioni del divorzio. In un articolato servizio si ripercorrono prima le motivazioni del divorzio tra Abruzzo e Molise, originariamente unite. E si parte da quella dell’identità culturale, che si sosteneva fosse diversa (ma di fatto non tanto); poi la logistica, in quanto i cittadini molisani pare avessero difficoltà a raggiungere gli uffici pubblici dislocati in Abruzzo (problema si sarebbe potuto risolvere con la modifica delle giurisdizioni); infine la ragione elettorale, per cui la Democrazia Cristiana voleva un seggio senatoriale in più.
Le conseguenze del divorzio. Ma le cose non sono andate come nei desiderata. Il Molise non ha prosperato: il Pil pro-capite è inferiore alla media nazionale e il divario con l’Abruzzo si è ampliato. La regione soffre di spopolamento, carenza di servizi e un debito pubblico insostenibile.
Un ritorno all’Abruzzo? Ed ecco l’idea: un referendum per l’unificazione con l’Abruzzo della provincia di Isernia. Iniziativa, lanciata lo scorso 9 marzo, che potrebbe estendersi a tutta la regione (infatti anche in provincia di Campobasso si stanno valutando azioni in tal senso, ndr), in quanto la fusione potrebbe portare benefici in termini di economie di scala e di efficienza dei servizi.
I numeri. Il Molise ha una popolazione di circa 289.000 abitanti. Il Pil pro-capite è di circa 24.500 euro. Il debito pubblico supera i 573 milioni di euro.
Le considerazioni le lasciamo alla storia ancora da scrivere.