POLITICA & ATTUALITA'

Ursula, Giorgia, Fitto e la programmazione accentrata. Fanelli: “Il caso Molise e la farina che non fa pane”

L’intervento della consigliera regionale del Pd in vista dell’arrivo della Premier Meloni a Campobasso per la firma dell’accordo di sviluppo e coesione


CAMPOBASSO. “La venuta della Meloni domani in Molise, in modo non dissimile da altre regioni, assume la fattezze di una epifania di doni: chiese, spezzoni di strade, edifici per gli istituti zooprofilattici… sparsi nel sacco dell’FSC e pubblicizzati in modo plateale”. Così la consigliera regionale del Partito Democratico Micaela Fanelli si pronuncia in merito all’arrivo della Premier a Campobasso per la firma dell’accordo di sviluppo e coesione.

“Eravamo già stati abituati – spiega l’esponente dem – ad analoghe sottoscrizioni infiocchettate da parate, accordi fra premier nazionali e Presidenti del Molise enfatizzati in eventi pubblici; ne ricordo due di altro colore politico per non far torto a nessuno: Conte con il Cis e Renzi con il Patto del Molise (sostanzialmente la stessa programmazione settennale di fondi nazionali FSC ed europei), ma questa volta la discesa si caratterizza per alcuni elementi distintivi peculiari. Gli interventi dell’accordo di coesione sono stati individuati  da tre o quattro persone, senza alcuna analisi dei bisogni, nessun confronto partenariale e consiliare e nessuna visione di come si vuole rendere migliore il Molise nel medio-lungo periodo. La parata è intervenuta a corroborare una campagna elettorale incipiente, proprio nel capoluogo di Regione dove la scelta del candidato da individuare deve ancora essere conclusa. Si caratterizza quindi per una impronta chiaramente accentratrice, per non dire dittatoriale, sul piano formale e sostanziale e interviene a gamba tesa nella dinamica elettorale. Non proprio il massimo per chi ha bisogno incredibilmente di risorse e visione!

Fa il paio con la procedura seguita in molti ambiti dal Governo nazionale, dalle riforme più rilevanti (la ddl Calderoli che esautora il Parlamento e il presidenzialismo) o gli interventi di squadrismo istituzionale (come nei confronti della città di Bari e Antonio Decaro, al quale ieri ha risposto il popolo democratico). Un accentramento alla programmazione dei fondi, quello perseguito da Raffaele Fitto, totalmente contraddittorio rispetto all’approccio regionalista, caratteristico delle politiche di coesione. Nella costruzione di un impianto sistemico di programmazione spiccatamente accentrata sta la differenza sostanziale di Fitto rispetto ai predecessori. Il tutto nel nome di un mantra tuttora non dimostrato che il modello PNRR sia l’unico realmente funzionate e per cui tutto debba essere assimilato ad esso. Peccato che i dati e i risultati del nostro PNRR mostrino un quadro desolante e che stride con le parate e con le trite, ripetute e (fintamente) entusiastiche affermazioni della maggioranza di governo.

Un accentramento nazionale che si rispecchia in quello locale retto dalla stessa famiglia politica Fitto-Iorio e dai relativi tecnici.

Un impianto che il Ministro proietta anche sul futuro. Mette nelle sue mani l’intera partita e si prepara a mantenerla qualora diventasse il Commissario italiano nella futuro esecutivo di Bruxelles, piegando gli strumenti della programmazione basati sulla valorizzazione della sussidiarietà orizzontale e verticale, alle procedure PNRR, che rispondono alla logica opposta. Ma se quelle PNRR nascevano così per ragioni contingenti di urgenza anticiclica post-pandemica, qui siamo a ridisegnare proprio la filosofia che, fin dai trattati, fonda l’intera politica di coesione sui territori e sulla condivisione e coprogettazione partenariale.

Contro questo impianto nulla può neanche la resistenza della DG Regio in Europa, la commissaria della politica regionale Ferreira, troppo debole, perché l’asse principale risiede nell’accordo Giorgia-Ursula, per un nuovo mandato europeo alla Presidente della Commissione anche con l’ok della nostra premier, e che lancia Fitto verso i piani alti di rue de Belliard. Il povero Salvini che ulula contro, dal suo congresso padano, resterà in un angolo della famiglia conservatrice. Le proiezioni dei sondaggi del nuovo Parlamento europeo mostrano infatti che nessuna maggioranza si potrà formare con le forze della sola destra. E probabilmente, se i sondaggi verranno confermati, sarà necessario di nuovo un accordo fra le due principali famiglie dei popolari e dei socialisti con una riproposizione di Ursula. Pare che la Meloni sia già in quest’ottica. Vista dal Molise la vicenda diventa molto interessante perché sottende una domanda: che farà Aldo Patriciello in caso di elezione? Eletto nella Lega seguirà l’estremismo salviniano o la Premier e la sua intesa al femminile con Ursula? Non si sa. Mentre, Iorio già sta con le donne e la filiera fittiana.

Restando ancora sul Ministro, questo ha eliminato le politiche per il sud, non solo avvallando il disegno dell’autonomia differenziata, ma cancellando l’Agenzia per la Coesione e le misure per la riduzione delle povertà, come il reddito di cittadinanza, bloccando la ZES che, ricordo a tutti, essere scarsamente finanziata a livello nazionale (col corollario che le risorse vere dovranno essere messe a disposizione dalle regioni, guarda caso a valere sui fondi per le politiche di coesione e non prevedere alcuna procedura semplificata), riducendo i fondi per il riequilibrio, come il fondo per le “infrastrutture”.  Un fondo che, oggi, tanto sarebbe servito al Molise per quegli interventi che finiscono con l’incidere prepotentemente sulla percentuale di destinazione del Programma FSC regionale, il quale per metà è destinato a mobilità e servizi sostenibili per il territorio (50,1%). Eh sì, perché nel mentre ci vengono a dire di quanto il Governo della filiera è buono nell’elargire i “soldi di sempre”, questi sono ridotti enormemente da un impianto sfavorevole alla coesione territoriale, poiché frutto dalla cancellazione di molte risorse destinate al riequilibrio. Quelle che una volta dovevano essere l’addizionalità delle politiche nazionali rispetto ai fondi europei, sono diventate il tronco centrale, mentre tutti rami sono stati potati o, peggio, sono messi a copertura di servizi essenziali non più finanziati dal governo con risorse ordinarie.

Circa la scarsa attenzione per le politiche per il sud, evidenziamo anche come il cofinanziamento dei fondi europei a valere sull’FSC sia possibile per tutte le regioni al 50%. In precedenza, le regioni del Nord dovevano mettere con i loro bilanci molte più risorse per il cofinanziamento e quelle del sud (tecnicamente le regioni “Obiettivo 1”) potevano attingere fino al 100% dall’FSC. Ora tutte le regioni possono attingere fino al 50% della copertura del cofinanziamento su risorse FSC. Per il Molise significa che 18 milioni FSC possono essere destinati al cofinanziamento, mentre altri 18 milioni andranno dovranno essere individuati sul bilancio ordinario della regione Molise, e non sappiamo neanche come. Se Fitto avesse fatto come nel ciclo precedente, il Molise non avrebbe dovuto prevedere alcun finanziamento sul bilancio regionale. Per rendere l’idea del paradosso generato (e della coesione capovolta) la Lombardia in termini assoluti può destinare al cofinanziamento della Coesione più risorse FSC della Campania. E’ questo un ministro per il sud? Forse è solo coerente con la linea del Governo che in materia economico-finanziaria è dettata da Giorgetta-Calderoli.

Se il Governo è a trazione nordista, qualcuno che difende il sud c’è. Per fortuna che De Luca c’è! Ricordo infatti che parliamo di tutto questo, di 444 milioni che arrivano al Molise, solo perché il Presidente della Campania ha impugnato il blocco del fondo FSC che aveva impostato il governo di centrodestra, vincendo un ricorso che ha consentito a tutte le regioni di programmare i fondi di coesione, e così domani anche a noi di assistere alla sfilata. In prima fila dovrebbe quindi sedere a Campobasso più Vincenzo De Luca che Francesco Roberti!

E tutto questo impianto politico poteva essere bloccato da noi, poveri consiglieri di minoranza, con una veemente protesta articolata in una mozione bocciata con un soffio? Ovviamente no. Può essere fermato con l’invocazione del rispetto del principio statutario che la competenza sulla programmazione è del Consiglio? Ovviamente no. O che tocca concertare con il Consiglio delle autonomie, neanche costituito per non dar fastidio al manovratore locale, come altri soggetti di confronto ritenuti inutili orpelli, come la commissione o la consigliera di parità? Altrettanto ovviamente no. Resterebbero i tribunali, così come successo per altre procedure dichiarate illegittime – penso ai crediti commerciali o al dimensionamento scolastico –  ma ce la sentiamo di bloccare uno stanziamento che comunque determina una iniezione di liquidità?

Precisamente, l’importo lordo è di euro 444.928.381,89, comprensivo dell’importo di 37.484.372,06 già assegnato, a titolo di anticipazione sul FSC 2021-2027, con delibera del CIPESS n. 79 del 22 dicembre 2021. Eppure, gli estremi giuridici per un’impugnativa ci sono tutti, la norma statutaria e le altre sono chiarissime: tocca alla Giunta proporre e al Consiglio deliberare. Ma immaginiamoci oggi un Tar che sottolinea l’errore e la maggioranza di destra che torna in Consiglio e approva con 20 minuti lo stesso impianto di programmazione. A che servirebbe impugnare? Certo a salvaguardare un principio, ma non a cambiare l’impianto che andrebbe radicalmente modificato. Sanerebbe la forma, ma non la sostanza, gravemente minata da una visione “vecchia” e “cieca ai bisogni dei territori”. Così come anche il partenariato economico e sociale sta provando a dire, senza essere ascoltato.

Sulla sostanza vogliamo qui fare alcune riflessioni. Vanno sotto la stella polare della domanda: questo impianto proietta il Molise nel futuro o no? Genera una leva di sviluppo che può determinare una svolta per spopolamento, denatalità, bassa crescita, bassa occupazione, scarsa innovazione? La risposta ancora una volta è no.  In sintesi: l’accordo di coesione è uno spezzatino di interessi di Assessori di Giunta che assomiglia a una mattanza.

Proviamo a spiegare perché di seguito, con una ricostruzione che ci siamo fatti “in casa” perché l’assistenza tecnica, che normalmente in Regione lavora su queste cose, è stata azzerata e quindi non si ritrovano neanche ricostruzioni utili. Vi alleghiamo grafici e numeri da noi rielaborati per facilitare la comprensione.

Si ravvisano interventi puntuali, più il frutto di progetti pronti e richieste spot che di un’analisi di insieme e con visione. Molti interventi sono destinati a finanziare enti vari che dovrebbero trovare altre fonti finanziarie. Inoltre, pur nella complementarità dei fondi, rispetto ai finanziamenti dei fondi europei, risultano assenti gli aiuti per le scelte che accelererebbero lo sviluppo del Molise. Quelle complementari agli investimenti industriali di transazione energetica e digitale. Quelli che dovrebbero riflettere sulle inferenze dell’intelligenza artificiale. Quelli per lo smart working nelle aree interne e per una visione innovativa dei servizi tecnologici ad esempio per Campobasso, come nuovo capoluogo del benessere e dei servizi in remoto, delle imprese del terziario hi-tech. Un unico intervento risponde invero a questa logica. Sta ad Isernia e si chiama “MoliZ”, ovvero Molise per la generazione Z. Muove dall’idea che il Molise ha un indice di digitalizzazione inferiore alla media nazionale. Questo richiede interventi per la crescita di un ecosistema di ricerca e startup tecnologiche di intelligenza artificiale. Un partenariato fra Università del Molise, Sviluppo Italia e Comune di Isernia. Mira a sviluppare l’IA in alcuni settori eterogenei, la diagnostica per immagini e la finanza, unitamente a un centro di formazione. Bingo!

Un intervento che poteva servire per la promozione dell’immagine del Molise, la film commission, sembrerebbe essere stato cancellato dalla delibera di giunta di venerdì (ci auguriamo che sia recuperato sotto altra dicitura).

Sarebbe stato utile anche per gli altri interventi adottare una prospettiva più orientata al futuro nella distribuzione dei fondi, concentrando gli investimenti in settori che possono contribuire in modo significativo alla crescita sostenibile e all’innovazione nella regione, garantendo così un impatto duraturo sullo sviluppo socio-economico del Molise.

Per gli interventi della sanità, non si capisce perché sono preferiti alcuni settori anziché altri.

Perché finanziare le chiese? Anche in modo significativo (quasi 10 milion per Castelpetroso).

E per l’Università perché non si aiutano anche le misure in favore degli studenti, le borse di studio o il trasporto gratuito?

Manca un bilanciamento territoriale: si denota una assenza di considerazione per le esigenze specifiche delle diverse aree del Molise. La ripartizione dei fondi tra le aree rurali e urbane è chiaramente sbilanciata in favore della seconde e non tiene conto delle disparità socioeconomiche esistenti tra i diversi territori della regione.

In sintesi, una ripartizione più equilibrata dei fondi, una maggiore considerazione delle esigenze territoriali e una visione strategica a lungo termine avrebbero di certo potuto migliorare l’efficacia degli investimenti e massimizzare il loro impatto sullo sviluppo complessivo della regione Molise.

La Meloni, quindi, ratificherà la possibilità di qualcuno degli uomini di centrodestra di essere rieletto grazie a questo elenco di interventi frammentati, magari ratificherà anche la candidatura alla guida del Capoluogo, senza che questo abbia grandi investimenti per caratterizzarsi come tale, ma quello che non farà è aiutare davvero il Molise. La Meloni purtroppo domani sfila per magnificare una farina che non fa pane.

Precisiamo che il lavoro è stato fatto sulla base della delibera n. 132 dell’8 marzo 2024, che ha subito una serie di modifiche, a seguito dell’interlocuzione con il Dipartimento delle politiche di coesione, contenute nella delibera n. 153 del 22 marz0 2024 di approvazione dell’accordo di coesione.

In particolare:

– sono state eliminate le linee “Investimenti per creare condizioni abilitanti e accompagnare la diffusione di comunità energetiche rinnovabili ovvero per la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili”; “Sostegno al settore audiovisivo attraverso l’avvio e il supporto alle attività dell’istituenda Film Commission regionale”; “Interventi di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale materiale e immateriale regionale”; “Aiuti ai fini del sostegno a produzioni cinematografiche di calibro nazionale e internazionale”; “Certifica-Plus e potenziamento ITS e PTP per incremento e rafforzamento della conoscenza informatica e linguistica degli studenti molisani con nuovi itinerari formativi e di conoscenza del territorio”

– le risorse rinvenienti, sono state destinate a potenziare altre linee già presenti nella proposta regionale e oggetto di confronto nella citata riunione del 15 marzo 2024, seppur ridenominate, nello specifico: la linea “Investimenti per innovazione di prodotto/processo nelle PMI molisane al fine di DGR N. 153 DEL 22-03-2024 6/9 aumentare la competitività” è stata ridenominata come “Aiuti alle imprese per la competitività, la crescita e lo sviluppo del territorio”, con dotazione finanziaria che passa da 15 a 23 milioni di euro; la linea “Interventi di sostegno e ampliamento dei musei comunali” è stata ridenominata “Interventi di potenziamento e fruizione dei siti culturali e dei musei comunali” con dotazione finanziaria che passa da 4 a 9 milioni di euro

– le linee “Aiuti alle imprese culturali ai fini dell’implementazione della fruizione del patrimonio e del welfare” e “Realizzazione/ammodernamento/riqualificazione edifici per co-housing del dopo di noi, centri diurni per anziani e persone con disabilità e case famiglia”, sono rimaste tali con aumento della dotazione finanziaria, rispettivamente, da 9 a 12 e da 8 a 9 milioni di euro

Entriamo nel merito:

  • Mobilità e Servizi Sostenibili: (Trasporti e mobilità – Riqualificazione urbana) Vi è un incremento significativo da 24.07% nel 14_20 a 50.09%  nel 21_27 della quota FSC destinata alla macroarea.  Da notare che nella macroarea afferiscono i trasporti (155 mln) e mobilità senza alcun progetto di mobilità sostenibile in senso stretto, ma solo rifacimento strade (13,5 mln a Isernia, 11 mln a CB, 40 MLN S.S. 376 aII’innesto Piana di Larino e 9,45 mln viabilità circumlacuale e piste ciclabili Termoli Campomarino) la restante quota non definisce progetti e destinazione specifica. Sulla riqualificazione urbana sono allocati 58,5 mln senza progetti integrati di riqualificazione e valorizzazione urbana vera a propria (sembra essere semplice manutenzione degli edifici pubblici).

L’aumento per la mobilità è analogo a quello che succede nella programmazione di ogni regione. Il motivo è l’azzeramento del fondo nazionale e quindi l’aver messo sulle spalle delle regioni questa voce, sostanzialmente riducendo di molto l’importo del programma. Il fondo per le infrastrutture tarava circa 4 mld e il Molise con la propria quota di accesso avrebbe soddisfatto una parte degli interventi che quindi non avrebbero gravato qui.

Quindi è come se il programma regionale fosse quasi dimezzato, comparandolo con passato.

Resta poi il grande arcano delle scelte puntuali.

Che senso ha la galleria di Santa Croce, se quella famosa strada che ha animato la storia del passato politico regionale,  non viene fatta per intero?

Giustamente protestano i sindaci dell’area del cratere e del Fortore. Niente per levare queste zone dall’isolamento, come l’impianto completo e non lo spezzatino avrebbe fatto.

  • Transizione Ecologica ed Energetica: (Energia – Ambiente e risorse naturali) Vi è un decremento dal vecchio ciclo di programmazione importante dal 41.79% nel 14_20 a 14.79% nel 21_27 con poco più di 63 mln di € dell’investimento totale da destinare al settore dedicato alla transizione energetica. La motivazione probabilmente è da ricercare nel finanziamento che sul settore è riservato al POR FESR, ma comunque dimostra scarsa sensibilità al tema del cambiamento climatico, mentre un aumento della consapevolezza globale riguardo alle questioni ambientali offrirebbe alla regione l’opportunità di posizionarsi come leader in progetti sostenibili e innovativi. Se si pensa poi al necessario assetto di interventi per le fonti rinnovabili funzionale agli investimenti Stellantis, si capisce che manca una visione di politica industriale coniugata a quella energetica, settori necessariamente contigui e dalla necessaria visione unitaria. Il confronto con le Priorità Nazionali del FSC 14_20 ha mostrato come la Regione Molise abbia orientato diversamente le sue risorse rispetto alle medie nazionali del periodo precedente, con un focus maggiore su trasporti e mobilità (ma come ho già detto è solo rifacimento strade!) e meno su ambiente e risorse naturali.

I finanziamenti in tema di energia afferiscono principalmente alla riqualificazione urbana dei fabbricati dell’Istituto zooprofilattico IS, CB e Termoli (per efficientamento energetico dato che sono imputati all’area tematica “energia”) , alla realizzazione di colonnine per ricariche auto elettriche presso i piccoli comuni, alla promozione dello sviluppo delle comunità energetiche e all’efficientamento energetico di pochi edifici pubblici, considerando l’importo stanziato di soli 8 mln di euro. Ma la quota parte più misera riservata al territorio è quella contro il contrasto del dissesto idrogeologico per la quale sono stati stanziati solo 5 mln di euro, una cifra del tutto inadeguata che mostra tutta la scarsa attenzione e l’assoluto disinteresse, oltre che miopia della Regione, nei confronti della salvaguardia del territorio e della sicurezza dei cittadini. Gli altri investimenti sull’ambiente ricadono sul basso Molise (pinete) e piana di Venafro (bonifiche e consorzio). Per Campobasso non sono dettagliati interventi progettuali specifici.

Una perdita di incidenza politica diretta del Capoluogo rispetto ai due nuovi assi di tiraggio territoriale, spostati fra Termoli e Isernia-Venafro?

  • Ricerca, Digitalizzazione e Competitività (Ricerca e Innovazione – Digitalizzazione – Competitività e imprese – Lavoro e occupabilità – Capacità amministrativa – in totale 102,4 mln di euro) Piccola variazione minore tra 21_27 e 14_20. La ricerca è finanziata con solo 2,3 mln di euro, mentre 9,3 MLN sono destinati a MoIiZ Project Progetto Molise per la generazione Z(AI).

La ridotta attenzione su queste aree potrebbe limitare la capacità di attrarre talenti e investimenti in settori ad alta tecnologia, cruciali per la crescita economica sostenibile. L’accelerazione digitale post-pandemia rappresenta un’opportunità per sviluppare ulteriormente l’infrastruttura digitale della regione, attirare start-up tecnologiche e promuovere l’innovazione, ma la regione ha deciso di destinare al solo progetto realizzazione e allestimento geoportale, archivio digitale e committenza della regione Molise 5 mln di euro e 16,8 mln nel rafforzamento della PA.  Non sono specificati altri progetti di digitalizzazione, tranne una mappatura e georeferenziazione di lotti disponibili sui nuclei industriali e aree PIP.

9 mln sono destinate all’accesso al microcredito per le imprese, 15 mln per la competitività delle imprese nel settore del turismo, 15 mln per innovazione delle imprese e 26,8 mln per consorzi industriali con netta prevalenza per Pozzilli (16,4 mln a Pozzilli IS , 13,3 mln per CB e Termoli). Si sommano agli interventi del POR. La fortuna che può darsi è collegata alla gestione più efficiente che Sviluppo Italia Molise potrebbe garantire.

  • Società Inclusiva e Cultura: (Cultura – Società e salute – Istruzione e formazione tot 47,6 mln di euro) Leggera diminuzione, da 12.86% a 11.17%, rispetto al 14_20.  I musei comunali sono finanziati con 4 mln, l’area Sepino e Pietrabbondante 5 mln di euro, che insieme non raggiungono i 9.6 mln di euro per Santuario di Castelpetroso.

Film commissione settore cinematografico vedono assegnati un tot di 5 mln di euro, mentre 9 mln sono destinati alle imprese culturali.

Come dicevamo, l’ultima delibera di venerdì scorso ha operato in questo una variazione che accoglie le indicazioni del Dipartimento delle politiche di sviluppo. Va compreso se solo nominalistica o effettiva. Cioè se salta anche una delle poche cose buone che si riscontravano in questo ciclo di programmazione, ovvero la film commission per la promozione dell’immagine del Molise e di un nuovo settore di intervento carico di positività occupazionali, oppure si modifica solo il “Nomen”. La proposta di legge relativa è all’attenzione della prima commissione, speriamo che trovi questa copertura, altrimenti si fermerà di nuovo, come avvenuto nella scorsa legislatura, per mancanza di fondi.

  • La formazione solo 1 milione di euro per rafforzamenti informatica e lingue e corsi (??) per conoscenza del territorio. Evidentemente l’intera dotazione del Fondo sociale programmata con il relativo POR appare sufficiente. Così a nostro avviso non è: Investimenti marginali in queste aree rischiano di non sfruttare appieno il potenziale del capitale umano locale, limitando le opportunità future dei giovani. La limitata scommessa su aree cruciali come Istruzione e Formazione e Ricerca e Innovazione potrebbe limitare le opportunità di sviluppo dei giovani e la capacità di attrarre investimenti in settori ad alta tecnologia, influenzando negativamente la crescita economica e lo sviluppo sostenibile della regione. La mancanza di opportunità significative in ambito di istruzione avanzata, formazione professionale e lavoro qualificato potrebbe incoraggiare l’emigrazione dei giovani, impoverendo il capitale umano locale e favorendo lo spopolamento. Allocazioni maggiori in questi settori potrebbero attrarre ricercatori, start-up e investimenti, rafforzando l’economia locale e la posizione competitiva della regione. Sarebbe strategico investire in programmi educativi che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro e alle sfide future, potenziando così l’occupabilità e le prospettive dei giovani. La necessità di incrementare gli investimenti in aree chiave come istruzione, formazione, ricerca e innovazione è cruciale per garantire lo sviluppo economico sostenibile e il benessere dei giovani. La regione può affrontare le sfide emergenti e trasformare le criticità in opportunità di crescita, adottando strategie di finanziamento flessibili e orientate al futuro. Investire in capitale umano, tecnologia, e sostenibilità ambientale sono passi fondamentali per creare un ambiente favorevole che incoraggi i giovani a costruire il loro futuro nel Molise, riducendo il rischio di emigrazione e contribuendo allo sviluppo locale. Con un approccio strategico mirato, la Regione Molise ha l’opportunità di rafforzare la sua economia, promuovere l’innovazione e garantire un futuro prospero per le nuove generazioni.
  • Il settore sociale vede solo un finanziamento di 9 mln per centri diurni per anziani e case famiglia e qualche intervento di abbattimento delle barriere architettoniche presso di edifici pubblici (ricade in urbanistica). Non è chiaro se per la tipologia di fondo di investimento si possa fare di più, ma sicuro ancora una volta, il settore sociale è la Cenerentola del Molise, mentre sarebbe fortemente necessario supportare lo stesso per far fronte alle difficoltà di interi segmenti di popolazione in questo momento di gravi difficoltà e di evoluzioni sociali con ricadute pesanti, come quelle generate dalla transazione green e digitale”.

Giuliano

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