Opere pubbliche, Fanelli attacca: “Fondi distribuiti a pioggia, si ritiri delibera in autotutela”

La richiesta nella seduta di oggi del Consiglio regionale, convocato per il question time

CAMPOBASSO. Cultura, lavori pubblici, sanità. Questi alcuni dei temi analizzati dal Consiglio regionale, che si è riunito oggi per il question time.

Una seduta cominciata con l’esame dell’interrogazione a firma dei consiglieri del M5s Andrea Greco e Angelo Primiani, sulla programmazione dei grandi eventi culturali. Quindi il quesito posto dagli esponenti del Pd Fanelli, Salvatore e Facciolla sull’assegnazione dei fondi destinati a investimenti per la realizzazione di opere pubbliche. Della risposta fornita dal sottosegretario Vincenzo Niro la consigliera Fanelli si è detta non soddisfatta dei chiarimenti ricevuti.

“Come per la delibera di Giunta sui crediti commerciali, anche per la DGR 552024, con la quale sono stati assegnati 5 milioni di euro per finanziare opere pubbliche nei comuni molisani, stamattina sono tornata a chiederne il ritiro in autotutela – ha dichiarato Fanelli, parlando di vizi formali e sostanziali – La legge infatti, fissa criteri ben precisi – e inderogabili – sulla possibilità di finanziamento, assolutamente non rispettati dalla Giunta, che ha sovvenzionato a pioggia una serie di interventi disarticolati, come sempre senza ascoltare nessuno. Soprattutto inserendo tra i beneficiari diretti anche le chiese e le parrocchie, erroneamente classificandole come infrastrutture sociali, mentre per legge non sono più considerate come enti pubblici ma di diritto privato, in base alle linee guida strategiche settoriali di Cassa Depositi e Prestiti”.

“Inoltre, nella delibera non sono presenti i Codici Unici di Progetto (CUP) degli interventi, che la delibera Cipe numero 63 del 26 novembre 2020 prevede come requisito preventivo indispensabile e necessario, a pena di nullità. E sia ben chiaro che nessuno è contro il finanziamento dei luoghi di culto, ma questo deve essere fatto a norma di legge, così come non ha fatto la Giunta. Dunque, ancora una volta, parliamo di farina che non fa pane, di interventi illegittimi non supportati da avvisi e analisi del fabbisogno, che non incidono minimamente sulle vere necessità della Regione, rispondendo alla solita e stantia logica di favorire amministrazioni amiche in funzione elettorale. E lo si fa – ha concluso – in violazione di legge, che segnalerò prontamente all’Anac, dopo aver reiterato in Aula la richiesta di ritirare la delibera in autotutela”.

Insoddisfatta del chiarimento di Niro Micaela Fanelli si è detta anche in relazione ai provvedimenti in seguito all’annullamento da parte del Tar Molise della nomina dell’avvocato Maria Calabrese a Consigliera di Parità della Regione Molise. “Abbiamo sollecitato, come minoranza, azioni già a dicembre – ha spiegato la dem – E ci ritroviamo a fine marzo a chiedere al Sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale, senza ricevere risposte soddisfacenti, provvedimenti immediati affinché l’avvocato Pina Cennamo, a seguito di sentenza del Tar, venga messa nelle condizioni di svolgere pienamente le funzioni di Consigliera di parità della Regione Molise e che entro pochi giorni venga convocata la Commissione di Parità, i cui lavori sono fermi ormai da 8 mesi. C’è stata una vacatio d’ufficio gravissima che, oltre a palesare l’assenza di sensibilità di questo governo regionale sulle politiche di genere, ha avuto ripercussioni sull’attività amministrativa in termini di azioni per le donne e a difesa delle donne. Non siamo più disposti a tollerare tentennamenti. In caso di ulteriori ritardi – ha annunciato – ci vedremo costretti a scrivere al ministero competente”.

Il Consiglio regionale, intanto, è stato convocato per il prossimo aprile. La data della riunione nella conferenza dei capigruppo che si è svolta oggi, presieduta dal presidente del Consiglio Quintino Pallante. Riunione, è stato deciso, da dedicare interamente all’esame degli atti di indirizzo presentati dai diversi consiglieri.