Era l’8 agosto 1956, quando in un’esplosione mineraria al Bois du Cazier, in Belgio, morirono 262 minatori: 136 erano italiani, 7 molisani
CAMPOBASSO. Marcinelle, 68 anni dopo. Arriva il messaggio dei vertici delle istituzioni nazionali per ricordare una tragedia del lavoro e dell’emigrazione, nella ‘Giornata del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo’, istituita nel 2001 dal Presidente della Repubblica.
Era l’8 agosto 1956, quando in un’esplosione mineraria al Bois du Cazier, in Belgio, morirono 262 minatori: 136 erano italiani, 7 molisani.
“Una tragedia che ha segnato la nostra storia e quella dei tanti italiani che hanno sacrificato la propria vita lontano dalla patria – il commento del governatore del Molise, Francesco Roberti – In quel tragico giorno del 1956, un’esplosione nella miniera di carbone di Marcinelle, in Belgio, causò la morte di 262 minatori, di cui 136 erano italiani. Tra loro, sette erano molisani, eroi del lavoro emigrati in cerca di un futuro migliore per sé e per le proprie famiglie.
Il loro sacrificio ci ricorda l’importanza di garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose per tutti. È nostro dovere onorare la memoria di questi coraggiosi lavoratori, che con il loro impegno e sacrificio hanno contribuito al progresso e al benessere delle nostre comunità.
Il loro coraggio e la loro determinazione di lasciare le proprie terre e i propri cari, per assicurare un futuro migliore alle proprie famiglie, continuano a essere un esempio per tutti noi. In quegli anni il riscatto sociale fu la motivazione degli enormi sacrifici di tanti nostri connazionali e corregionali. In memoria dei caduti di Marcinelle, rinnoviamo il nostro impegno per la sicurezza sul lavoro e la tutela dei diritti dei lavoratori, affinché tragedie come questa non si ripetano mai più”.
“Questo 68° anniversario – le parole del presidente del Consiglio regionale, Quintino Pallante – ammonisce e impegna tutti a riflettere su quanta strada si è percorsa fino ad oggi e soprattutto su quanta ne dobbiamo ancora compiere per arrivare a dar vita ad iniziative che, sia in campo internazionale che nazionale, le istituzioni, il mondo delle imprese, le organizzazioni dei lavoratori e la società in generale devono unitamente porre in essere per costruire una cultura diffusa e strutturata della sicurezza per ogni posto di lavoro. In questi giorni sono stati diffusi i dati relativi al primo semestre del 2024 dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre. che indicano in 469 le vittime del lavoro in Italia, di queste una è molisana. Dati che registrano un aumento rispetto al 2023 del 4,2%. Questi numeri così pesanti, purtroppo relativi ad uno dei paesi più industrializzati del mondo, ad una delle democrazie con una legislazione del lavoro strutturata ed in evoluzione, ed in un contesto sociale, come quello italiano, sensibile ai temi della sicurezza, fanno riflettere su ciò che accade, non solo in Italia e in Molise, ma in tante altre realtà del Sudamerica, dell’Africa e dell’Asia. In tanti paesi, infatti, i dati delle strutture competenti dell’ONU raccontano di orari di lavoro disumani, di sfruttamento di bambini e di condizioni di sicurezza addirittura, in alcuni casi, totalmente insufficienti o inesistenti rispetto ai pericoli che si possono correre svolgendo le mansioni assegnate. Alcuni di questi lavoratori costretti ad operare senza diritti e in condizioni di notevole pericolo, sono di origine italiana”.
“Allora dal ricordo del sacrificio delle vittime di quella miniera nel Belgio in cui persero la vita tanti italiani ed alcuni molisani – ha concluso Pallante – dobbiamo trarre la forza politica, culturale ed operativa per adeguare, come si sta facendo a livello nazionale, in modo opportuno la nostra legislazione sulla sicurezza, per attivare maggiori controlli, per sostenere le imprese nell’investire sempre maggiori risorse in sicurezza e prevenzione e per garantire ad ogni lavoratore la protezione adeguata da pericoli di vario genere che lo possano minacciare nell’esercizio delle proprie funzioni.
“La Giornata del sacrificio è innanzitutto per tutti noi un dovere della memoria; tutti siamo chiamati a rendere omaggio alle vittime italiane cadute sul lavoro, costrette ad emigrare – ha dichiarato la sindaca di Campobasso Marialuisa Forte – Un dovere che oggi onoriamo anche per rendere omaggio al contributo di tutti i campobassani che sono emigrati all’estero per motivi di studio o di lavoro. Enormi sacrifici ma straordinari successi ed obiettivi raggiunti. A tutti i concittadini all’estero, in questa importante giornata, rinnovo – a nome mio, di tutta la Giunta e del Consiglio comunale – il più sincero ringraziamento, per la passione e l’impegno con cui, quotidianamente, continuate a rendere Campobasso, il Molise e l’Italia sempre più protagonista nel mondo”.
La Cgil Abruzzo Molise è presente alla commemorazione in Belgio con Mirco D’Ignazio, coordinatore regionale del Patronato Inca Cgil Cgil, Pancrazio Cordone, segretario generale della Cgil di Teramo, Sabrina Del Pozzo, segretaria della Cgil Molise, Vincenzo Quaranta, segretario generale della Filcams di Teramo, Secondo Di Pietro della segreteria della Fiom di Teramo. Una due giorni di approfondimento e ricordo, che, oltre alle delegazioni sindacali arrivate da tutta Europa, vede la partecipazione, tra gli altri, di Lara Ghiglione, della segreteria della Cgil nazionale, arricchita dal contributo Esther Lynch, segretaria generale della Ces, la Confederazione Europea dei Sindacati. Le iniziative in programma si concludono nella miniera del Bois du Cazier per ricordare le vittime e chiedere che nessuno più muoia di lavoro e subisca le condizioni di vita a cui erano costretti i minatori in Belgio poco meno di 70 anni fa. “Un momento di ricordo, un momento di riflessione, un momento di commemorazione – dice da Marcinelle Mirco D’Ignazio – Siamo qui per ricordare quello che è accaduto, perché non accada più. Chiediamo all’Europa che si garantisca un lavoro sicuro, dignitoso e che si garantisca un futuro fatto di giustizia sociale, affinché questi eventi non si verifichino di nuovo e affinché tutte e tutti possano vivere in un continente che si preoccupa davvero degli ultimi”.