L’iniziativa, che ha coinvolto l’Istituto comprensivo ‘John Dewey’ di San Martino in Pensilis, frutto della collaborazione tra l’Ufficio scolastico della Puglia e del Molise, per valorizzare le minoranze linguistiche
CAMPOBASSO. ‘Notte della Taranta’, sul palco del ‘concertone’ del 24 agosto a Melpignano, che conclude il Festival itinerante, l’Istituto comprensivo ‘John Dewey’ di San Martino in Pensilis.
L’iniziativa frutto della collaborazione tra l’Ufficio scolastico della Puglia e del Molise, per valorizzare le minoranze linguistiche e si inserisce nel progetto ‘Matria. Le lingue di ieri, di oggi e di domani’, il programma della Regione Puglia per la valorizzazione delle minoranze linguistiche, in collaborazione con Apulia Film Commission, Teatro Pubblico Pugliese e Fondazione La Notte della Taranta.
Sono 33 gli studenti molisani, che insieme ad altri alunni di scuole pugliesi, saranno protagonisti di uno spettacolo unico di musiche e danza che aprirà la serata, a partire dalle ore 19, portando gli spettatori in un viaggio nella sonorità e nella poetica della lingua arbëreshë, dal Molise alla Puglia. I ragazzi dell’Istituto ‘John Dewey’ eseguiranno per il numeroso pubblico di Melpignano il brano ‘Manusaqja’.
“Per noi è motivo di grande orgoglio – ha detto la direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale del Molise, Maria Chimisso – Ringrazio la Regione Puglia e l’Ufficio Scolastico della Puglia per aver scelto di coinvolgere le nostre scuole in questo bellissimo progetto che rappresenta, per i nostri studenti, una grande opportunità di crescita formativa e culturale. Un progetto che, attraverso i linguaggi dell’arte e della musica, è in grado di valorizzare le minoranze linguistiche, l’integrazione, l’inclusione, e quel patrimonio immenso di cultura che fa capo alle nostre tradizioni”.
“Si tratta di un’esperienza di crescita professionale e culturale, sia per i docenti che per i nostri studenti – ha dichiarato la dirigente scolastica dell’I.C. ‘John Dewey’, Immacolata Lamanna – grazie ad un’attività di ricerca e rielaborazione di musiche, testi e balli tradizionali e di valorizzazione delle minoranze linguistiche locali, ed in particolare arbëreshë”.