Il presidente Quintino Pallante ha voluto aprire i lavori dedicando un pensiero alla storica figura politica molisana
CAMPOBASSO. A cento anni dalla nascita, il presidente Quintino Pallante, in apertura della seduta del Consiglio regionale di oggi, ha ricordato la figura dell’ex Presidente della Regione Giustino D’Uva.
Questo il testo integrale del suo intervento in aula.
“Cari colleghi, come noto, quest’anno ricorrono 100 anni dalla nascita di Giustino D’Uva. Consigliere comunale della sua città, Isernia, Consigliere e assessore della Provincia di Campobasso, quindi componente del primo Consiglio regionale e per due volte Presidente della Giunta, incarico che ha mantenuto fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1984. Segretario provinciale e poi regionale della Democrazia Cristina, D’Uva è stato senza dubbio un protagonista della vita istituzionale e politica del Molise.
Intelligente nelle riflessioni, acuto nelle analisi e in grado leggere e comprendere i vari fenomeni che sono alla base dell’evoluzione della società, Giustino D’Uva è stato capace di coinvolgere su progetti ed iniziative sia i diversi strati della popolazione che ha rappresentato e governato sia i compagni di partito o gli avversari politici.
Con un’espressione forse un po’ troppo abusata, D’Uva si può definire a giusta ragione un ‘Politico di Razza’, che ha sicuramente dato un contributo sostanziale per fare dell’autonomia regionale uno strumento di crescita e di sviluppo dell’intero Molise e dei suoi 136 comuni.
Grazie anche alle sue scelte ed alle programmazioni di cui è stato ideatore o sostenitore, il Molise, nei decenni che lo hanno visto influente interlocutore della sua vita politica ed istituzionale, si è indubbiamente evoluto. Un’evoluzione costante di un territorio e delle sue molteplici specificità che gli ha consentito di passare da una delle regioni più povere d’Italia, così come lo fotografava il censimento e le analisi economiche e sociali del 1961, ad una realtà, pur con le sue diverse problematiche che sconta in questi anni, dinamica e capace di regge il passo con altre aree del paese che vantano assetti socio-economici ben più strutturati e di lunga tradizione.
Al di là delle naturali differenze ideologiche che caratterizzano i diversi gruppi che occupano questi scranni, sono certo che D’Uva possa essere un buon esempio sia per chi oggi si impegna, con diverse responsabilità in politica e nelle istituzioni e sia, soprattutto, per i giovani che lo faranno domani. I buoni esempi sono il lascito più importante che una generazione può fare a quella successiva, e di buoni esempi Giustino D’Uva ne ha dati molti, meritando il nostro ricordo e la nostra gratitudine”.