Matteo Piantedosi (foto Ansa)
Matteo Piantedosi (foto Ansa)

Tra i firmatari diversi esponenti politici, dei movimenti e delle associazioni locali: “Atto visibile e concreto contro le politiche repressive che il governo Meloni sta mettendo in essere”


CAMPOBASSO. Il ministro Piantedosi sarà ospite dell’Unimol il 30 ottobre per l’inaugurazione dell’anno accademico. Una presenza che non ha mancato di scatenare dissenso. Sono già decine infatti le firme raccolte da una petizione lanciata in queste ore in Molise contro la presenza del ministro dell’Interno alla cerimonia. Lo riporta Ansa: “Invitiamo i docenti, gli studenti, i rappresentati istituzionali sinceramente democratici, i rappresentanti politici, sindacali e del mondo dell’associazionismo e del volontariato – si legge nella petizione – a disertare l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università del Molise alla presenza di Piantedosi come atto visibile e concreto contro le politiche repressive che il governo Meloni sta mettendo in essere”.

L’appello con lo slogan ‘No a Piantedosi’ vede tra i firmatari esponenti politici, dei movimenti e delle associazioni locali. Ci sono, tra gli altri, l’attuale assessore comunale della Cultura di Campobasso Adele Fraracci, il segretario regionale di Sinistra Italiana Vincenzo Notarangelo, gli ex assessori regionali Michele Petraroia e Italo Di Sabato.

“L’attività del ministro in questi due anni di Governo – si legge ancora – è stata tutta incentrata sulla repressione e sulla criminalizzazione del dissenso, della solidarietà, dei poveri e marginali”. Quindi la critica all’ateneo: “In una regione come il Molise che dà scarsissime possibilità lavorative ai neolaureati, in un paese che conta un tasso di laureati che è tra i più bassi d’Europa, dove l’ascensore sociale è rotto da decenni e il diritto all’istruzione è in pratica negato, l’Università del Molise pensa bene di invitare uno dei massimi rappresentanti di una stretta punitiva e sicuritaria, l’antitesi, per storia e pratiche governative, a un’idea di sapere e di società aperta inclusiva e rispettosa dei diritti e del diritto al dissenso. Nelle aule universitarie non ci dovrebbe essere posto per il carcere e manganello elevati a dogma di gestione dell’ordine pubblico”.