Sotto la lente l’uso sistematico e abusivo di contratti a tempo determinato e i mancati avanzamenti retributivi


L’Italia è stata deferita dalla Commissione europea alla Corte di giustizia dell’Unione europea per non aver risolto due importanti questioni legate al personale scolastico: l’uso sistematico e abusivo di contratti a tempo determinato e le condizioni discriminatorie riservate ai docenti precari rispetto ai colleghi con contratto a tempo indeterminato. La Commissione sottolinea come il nostro Paese non abbia adottato le necessarie misure per vietare queste pratiche, in violazione della normativa comunitaria.

In particolare, – si legge su TgCom24 – la questione riguarda il trattamento economico degli insegnanti a tempo determinato, i cui stipendi non tengono conto dei precedenti anni di servizio, impedendo loro di accedere a una progressione salariale. Questo costituisce, secondo la Commissione, una chiara discriminazione rispetto agli insegnanti a tempo indeterminato, che invece godono di avanzamenti retributivi regolari legati all’anzianità. L’assenza di una politica salariale equa per i precari si somma all’abuso di contratti a termine che vengono rinnovati consecutivamente, senza garantire una stabilizzazione lavorativa a lungo termine. La Commissione ritiene che, nonostante gli interventi precedenti e le richieste di adeguamento, l’Italia non abbia intrapreso passi sufficienti per allinearsi alla direttiva europea che regola il lavoro a tempo determinato. Pertanto, la decisione di deferire il Paese alla Corte di giustizia europea rappresenta un atto conclusivo dopo anni di mancato adeguamento alle norme comunitarie.

Il sindacato Anief, per voce del suo segretario Marcello Pacifico, ha accolto con favore l’intervento della Commissione europea, pur evidenziando l’enorme ritardo con cui si è giunti a questo punto. “La Commissione europea si muove dopo dieci anni dall’avvio della procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, e a 25 anni dall’adozione della direttiva sul lavoro a tempo determinato, che ancora oggi nel nostro Paese non viene rispettata”, ha dichiarato Pacifico.

Il sindacato denuncia una situazione che coinvolge oltre 400 mila insegnanti che, pur avendo accumulato più di 36 mesi di servizio, continuano a subire un trattamento discriminatorio. Secondo Anief, la soluzione a questa problematica deve prevedere un sistema di reclutamento che contempli il doppio canale, garantendo stabilità ai docenti precari e l’introduzione del principio di non discriminazione che permetta loro di accedere alle stesse condizioni economiche e lavorative dei colleghi a tempo indeterminato. Pacifico ha inoltre sottolineato l’urgenza di destinare risorse straordinarie in vista del rinnovo contrattuale per sanare queste profonde disparità.