La consigliera regionale del Pd commenta la recente sentenza della Corte Costituzionale che accoglie parzialmente il ricorso di alcune regioni, dichiarando ‘illegittime’ alcune disposizioni


CAMPOBASSO/ROMA. La consigliera regionale del PD Molise, Micaela Fanelli, commenta la recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha parzialmente accolto il ricorso di alcune regioni contro la legge sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario, dichiarando incostituzionali alcune disposizioni. La Corte ha invitato il Parlamento a colmare il vuoto normativo creatosi, sottolineando la necessità di rispettare il principio di sussidiarietà e affermando che i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) non possono essere definiti dal governo senza direttive chiare.

Fanelli esprime rammarico per il mancato coinvolgimento della Regione Molise nella battaglia legale: “Peccato che la Regione Molise non abbia ascoltato le nostre richieste di impugnare questa legge. Avremmo potuto gioire di più oggi, ma fortunatamente altre regioni come Puglia, Toscana, Sardegna e Campania lo hanno fatto e la Corte ha dato loro ragione”. La consigliera rivendica di aver sollevato in Consiglio la necessità di opporsi all’autonomia differenziata, considerando le conseguenze negative che potrebbe avere sui territori più fragili, ma il Molise non ha seguito la stessa strada delle altre regioni ricorrenti.

Fanelli attribuisce anche alla mobilitazione popolare, con il supporto di cittadini e associazioni attraverso una raccolta firme, un ruolo importante nel successo dell’opposizione alla legge. Ora, spiega la consigliera, la battaglia si sposta in Parlamento, con l’auspicio che i nuovi equilibri politici portino a decisioni che riducano le disuguaglianze, anziché ampliarle: “Alla Camera e al Senato, dove il centrosinistra è minoranza, confidiamo che nuovi equilibri possano favorire una visione di coesione e giustizia sociale per tutti i territori”.

Fanelli conclude lanciando un appello per la difesa della Costituzione: “Se ci sarà il referendum, saremo pronti a dare battaglia per una bocciatura ancora più sonora, quella popolare”.