Oggi la conferenza stampa delle forze politiche progressiste, dei sindacati e delle associazioni che si sono opposti alla riforma Calderoli. L’ipotesi del Referendum resta comunque in piedi
CAMPOBASSO. No all’autonomia differenziata, come era stata concepita nel disegno di legge Calderoli.
Dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionali diverse specifiche disposizioni della legge, il Coordinamento per il No all’autonomia differenziata, sezione Molise, è intervenuto per esprimere il senso di una battaglia portata avanti negli ultimi mesi. Opinioni espresse in una conferenza stampa che si è svolta alla Regione, convocata dal portavoce del Coordinamento, Gianmaria Palmieri, a cui sono intervenuti i vertici dei partiti di area progressista, dei sindacati e delle associazioni che hanno sostenuto la mobilitazione. Presente anche la sindaca di Campobasso Marialuisa Forte.
La decisione della Consulta, è stato detto, “stronca una riforma sciagurata, generatrice di ulteriori disuguaglianze tra i cittadini del nostro Paese, sopra o a danno di quelli del centro-sud e delle aree interne, nonché di conflitti tra le Regioni e tra le Regioni e lo Stato, oltre che di gravi inefficienze sul piano economico”.
La Consulta ha infatti considerato in palese contrasto con i principi della Costituzione repubblicana i tre pilastri su cui fondava la riforma: 1) possibilità di trasferire mediante intese tra Stato e Regioni interi blocchi di materie a queste ultime e non, come invece ha sancito la Corte, solo specifiche e ben mirate funzioni legislative e amministrative in relazione alla singola Regione; 2) la previsione che sia un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, vale a dire un atto del governo, e non una legge del Parlamento, come invece afferma ora la Corte, a determinare e ad aggiornare i Lep (Livelli Essenziali delle Prestazioni); 3) facoltà, piuttosto che obbligo (come invece riafferma la Corte), per le regioni destinatarie della devoluzione, di concorrere agli obiettivi di finanza pubblica, anche in funzione dei vincoli di solidarietà e unità della Repubblica.
“Il Coordinamento – la presa di posizione – non può esimersi dal ringraziare le forze politiche progressiste, sindacali e sociali che hanno condiviso l’impegno civile profuso, oggi coronato da un indiscutibile successo. Nel contempo non può fare a meno di constatare con rammarico l’occasione perduta dalla Regione Molise governata dalla maggioranza di centro-destra, che non ha ritenuto di assumere nessuna iniziativa utile a impedire l’applicazione di una riforma costruita in danno anche dei cittadini molisani, sostenendo a spada tratta, con argomentazioni destituite di fondamento giuridico, la sua piena legittimità costituzionale. E addirittura si è assunta, attraverso le parole di alcuni suoi autorevoli esponenti, la responsabilità politica di affermare, imprudentemente e contro ogni logica, l’utilità della riforma Calderoli per il Molise. L’impegno del Coordinamento contro l’autonomia differenziata comunque continua, non essendo venuta meno la prospettiva del referendum abrogativo, che consentirebbe di cancellare ciò che resta della riforma Calderoli, chiamando ad esprimersi direttamente i cittadini”.
“La battaglia continua – ha precisato in proposito Gianmaria Palmieri – dobbiamo monitorare la situazione per valutare se ci saranno tentativi di riproporre l’autonomia differenziata, sia pur in maniera diversa. Il Referendum resta ancora in piedi e la vigilanza è quanto mai opportuna in un periodo in cui, e non solo nel nostro Paese, democrazia e libertà sono un po’ a rischio”.
“Che ci fossero profili di incostituzionalità era chiaro a tutti – ha detto Massimo Romano, consigliere regionale di Costruire Democrazia – oggi la Corte Costituzionale lo certifica, credo quindi che il Parlamento debba prendere atto di queste statuizioni e debba correggere il tiro. C’è già un’Italia a doppia velocità, non abbiamo bisogno di ulteriori divari tra paesi ricchi e paesi poveri”.
“Il Pd e il Comitato promotore del referendum – ha rimarcato la capogruppo regionale del Pd, Micaela Fanelli – hanno sempre portato avanti quelle stesse argomentazioni che oggi sono state finalmente riconosciute come valide dalla Consulta. Purtroppo, in Molise, il governo di centrodestra ha sprecato l’occasione per opporsi a questa riforma ingiusta. In Consiglio, Roberti&Co hanno bocciato i nostri atti, che sostenevano esattamente gli stessi punti che oggi la Corte ha ritenuto fondati. Si sono inventati una commissione fantasma per “valutare i pro e i contro” dell’autonomia (una commissione che, ovviamente, non hanno mai costituito) E così, mentre da parte loro solo ‘fuffa’ noi non abbiamo mai smesso di combattere”.