Non è passata in Consiglio comunale la richiesta di annullamento in autotutela della delibera con cui è stato autorizzato il diritto di superficie e i protocolli d’intesa relativi all’intervento di demolizione e ricostruzione dell’ex edificio scolastico ‘Ignazio Silone’


di Deborah Di Vincenzo

ISERNIA. Restano accesi a Isernia i riflettori sulla realizzazione della nuova sede della Prefettura nell’area in cui sorge l’ex edificio scolastico ‘Ignazio Silone’. La questione è tornata oggi in Aula a Palazzo San Francesco. Gli esponenti di minoranza, dopo aver raccolto – come riferito dal consigliere di Forza Italia Cesare Pietrangelo circa 600 firme hanno presentato una mozione per chiedere di riportare in Consiglio, per l’annullamento in autotutela, la delibera con cui – lo scorso mese di settembre – è stato autorizzato il diritto di superficie a titolo gratuito per 99 anni e i protocolli d’intesa: vale a dire atti propedeutici alla stesura del progetto. Mozione che – con 18 voti contrari, 8 favorevoli e un astenuto – non è passata perché, ha ribadito il sindaco Piero Castrataro, quella delibera era necessaria per avviare la procedura e non perdere i finanziamenti e la possibilità di veder realizzata una struttura a ‘prova di terremoto’.

La mozione – con cui è stato chiesto un passo indietro – è stata firmata da Cesare Pietrangelo, Raimondo Fabrizio, Filomena Calenda, Giovancarmine Mancini, Claudio Falcione, Pietro Paolo Di Perna, Eugenio Kniahynicki, Domenico Chiacchiari ed Elvira Barone.

Iniziativa illustrata in Aula da Pietrangelo e da Giovancarmine Mancini di Alleanza per il Futuro. Diverse le questioni sollevate. Come quella del piano regolatore generale “che – hanno evidenziato – indica la zona dove costruire edifici strategici rientranti nella categoria F12, quali appunto la Prefettura, zona individuata in località Nunziatella”. E ancora. Nella mozione è stata sollevata la mancanza del necessario parere da chiedere alla Protezione civile nazionale e quella della condizione limite per l’emergenza in considerazione delle “interferenze presenti in loco, visto che nelle vicinanze della ex Ignazio Silone, vi sono molti edifici e in caso di sisma potrebbero – con la caduta di calcinacci – ostruirsi le vie di collegamento con l’edificio strategico della Prefettura”. Temi a cui si aggiunge quello della Valutazione tecnica relativa al carico urbanistico, “collegato all’incremento delle attività pubbliche, già critico in zona, soprattutto per la mancanza di parcheggi auto, non previsti nel progetto”. E poi la questione ampiamente discussa del campetto – che dovrebbe essere smantellato “insieme – è stato affermato di nuovo in Aula – alla presenza di un’attività commerciale in loco che ha creato nel corso del tempo una zona di grande aggregazione per adulti e bambini che fruiscono quotidianamente di tali spazi”. Discorso analogo è stato fatto a proposito del centro anziani Sabino D’Acunto che conta oltre 250 iscritti. E, non da ultimo, l’analisi costi-benefici dell’opera. I consiglieri di minoranza hanno quindi ricordato il ‘no’ della II commissione che all’unanimità espresse parere sfavorevole.

In Aula per chiarire gli aspetti tecnici, l’architetto Paolo Di Guglielmo, dirigente del Terzo Settore del Comune.

“L’area inizialmente prevista come F12 – ha spiegato – oggi è una zona bianca a vincolo decaduto, vale a dire un’area sulla quale semmai si è chiamati a reimprimere una destinazione d’uso. Quindi quella oggi non è zona F12. Per quanto attiene la catalogazione del territorio comunale, dobbiamo rifarci al DM 1444 del 68 , il cui articolo 2 prevede semplicemente le zone F, come aree da destinare ad attrezzature d’impianti di interesse generale. Il sito dove sorge la ex scuola ‘Ignazio Silone’ è considerata zona F1”. In merito poi alla mancata richiesta di parere alla Protezione civile nazionale è il dirigente ha spiegato che per quel che concerne la realizzazione degli spazi da adibire al Settore Tecnico del Comune “è stato chiesto alla Regione Molise che è destinataria del contributo ex art 11 da parte della Protezione Civile nazionale. L’istanza ha riguardato il parere relativo di fare, in luogo del miglioramento sismico, previsto per quell’edificio la demolizione e la ricostruzione con diversa dislocazione sulla stessa area e la Regione Molise ha dato il nulla osta”.

Ma la questione, chiaramente, non è solo di natura tecnica. “Tutto questo – ha sottolineato il consigliere di Fratelli d’Italia Eugenio Kniahynicki – rappresenta (e so che il paragone è forte) lo stesso ‘lutto’ subito dalla città con la scomparsa dello stadio X Settembre per costruire l’auditorium, che serviva e che serve in quella che era la progettualità. Ma il luogo dove è stato costruito ha lasciato una profonda cicatrice. Qui stiamo parlando di abbattere tutto senza avere neppure un’idea chiara di ciò che si realizzerà. Questa visione barbara ve la lasciamo con piacere perché forse vi rappresenta bene, ma non rappresenta noi. Con la mozione noi ci stiamo battendo per il cuore dei ragazzi di Isernia”.

“Il progetto non è definito – ha sottolineato ancora una volta il sindaco – come giusto che sia perché è normale che bisogna dare un incarico a qualcuno per capire ‘dove andiamo a parare’. Credo sia giusto che, nella progettazione che andrà fatta dal Demanio relativa sia all’edificio del Comune che a quello della Prefettura, noi potremo tranquillamente aprire il dibattito pubblico. In questo modo sarà possibile dare spazio anche alternative progettuali proposte dai cittadini, dal consiglio e dalle associazioni. Ma oggi – ha ribadito il primo cittadino – noi siamo all’anno zero. Basti pensare che, per la sola progettazione, serviranno dai 24 ai 36 mesi”.

Diversi poi gli interventi in Aula. “Non possiamo ignorare – ha affermato la consigliera di Forza Italia Linda Dall’Olio, che aveva votato favorevolmente alla delibera – la componente identitaria, testimoniata da oltre 600 firme. Resto convinta che sia necessario approfondire l’argomento in una maniera più ampia, perché ci sono aspetti che coinvolgono la città anche dal punto di vista psicoemotivo, oltre che tecnico, che lo richiedono. Penso quindi che questa mozione potrebbe essere utile in tal senso”.


“È un tema sentito – ha detto infine Castrataro in chiusura dei lavori – e il dibattito pubblico serve a questo. Ora può partire il percorso per definire cosa fare e stabilire quali sono le priorità, compresa quella di salvare il campetto. E lo decideremo. Ma la procedura andava avviata perché altrimenti si sarebbe persa l’ennesima occasione, con il rischio avere ancora per altri dieci anni la Prefettura e il Comune in un luogo non sicuro e questa è una responsabilità che non mi voglio assumere”.