Conferenza stampa a Palazzo San Francesco dei gruppi di opposizione. Crisi in maggioranza, rimpasto di Giunta e pressioni politiche: diverse le questioni sul tavolo a seguito delle dimissioni della vicesindaca


di Deborah Di Vincenzo

ISERNIA. Non si placa a Isernia il dibattito, così come le contestazioni legate alle dimissioni della vicesindaca Federica Vinci. E le risposte fornite dal sindaco Piero Castrataro non sono bastate ai gruppi di opposizione in Consiglio comunale che, questa mattina, hanno incontrato la stampa per dire la loro e per sollevare interrogativi. Minoranza compatta, con qualche assenza all’incontro con i giornalisti, dovuta a ragioni lavorative e personali. Diverse le argomentazioni sul tavolo: maggioranza in crisi, rimpasto di Giunta e pressioni politiche per arrivare al ‘fallimento’ del progetto Volt.

“Quella delle dimissioni del vicensindaco è una questione seria – ha detto Giovancarmine Mancini in apertura della conferenza stampa – Il sindaco per mesi ha fatto finta di nulla. Quella che si è venuta a creare è stata una brutta situazione che non fa certo bene all’immagine della città”.

Per Eugenio Kniahynicki è grave “quanto accaduto fin dall’insediamento dell’amministrazione comunale: ‘l’epurazione’ di Francesca Scarabeo e di Domenico Di Baggio (i più votati della lista del sindaco), e poi il caso di Elvira Barone e di Claudio Falcione per arrivare poi alle dimissioni di Federica Vinci. La nomina del vicesindaco è fiduciaria ed è stata la stessa Vinci a parlare di ‘sistema marcio’. In merito Castrataro, replicando, ha cercato di spostare l’attenzione su altri temi, ma lei è stata chiara e diretta sul concetto di marcio. E ora c’è da chiedersi: cosa faranno gli altri due consiglieri di Volt, alla luce di quanto sostenuto dalla Vinci?. La crisi in maggioranza c’è ed è importante”.

Collegandosi a quanto affermato da Kniahynicki, Antonella Matticoli ha chiesto cosa ci sia realmente dietro le dimissioni della Vinci. Una vicenda, a suo avviso, che presenta “ancora lati oscuri, considerando le accuse che ha rivolto al sindaco e all’amministrazione”.

Per Domenico Chiacchiari la questione  “è puramente politica e in tal senso gioca un ruolo fondamentale il Pd. Una questione che parte da lontano – ha detto – Già a inizio legislatura il Partito Democratico aveva rivendicato un altro assessore che non gli è stato concesso.  ‘Spinge’ per avere un altro esponente nell’Esecutivo e lo fa da quando tre consiglieri sono fuoriusciti dal Gruppo Volt chiedendo al sindaco le dimissioni della Vinci. E Castrataro sa bene che, se vuole ricandidarsi, ha bisogno del sostegno di quel partito”.

Ha preso la parola subito dopo Pietro Paolo Di Perna. “Credo che l’amministrazione – ha detto – non abbia capito quale è il ruolo istituzionale del Comune, che non è un centro sociale. Vanno bene i confronti, è bene aprire a tanti ragionamenti, ma non c’è bisogno che lo facciano all’interno del Comune. Assistiamo periodicamente a diversi rimpasti di Giunta, con consiglieri che lasciano la maggioranza. Tutto questo ha una ripercussione: l’ingovernabilità. Cambi continui di assessori, tra l’altro per ragioni che non sono chiare, porta a ripartire sempre da zero e vuol dire tenere sempre ‘freddo’ il motore della macchina amministrativa”.

Altri interrogativi sono stati posti da Linda Dall’Olio. “Cosa farà Castrataro con le quote rosa? Al momento dovrà cambiare qualcosa e sicuramente lo farà per mantenersi a galla ancora un po’. D’Altra parte è questo il modus operandi che ha avuto per tre anni e noi da sempre lo denunciamo ottenendo conferme, l’ennesima è rappresentata dalle dimissioni del vicesindaco. È andata via sbattendo la porta, dicendo che c’è del marcio nell’amministrazione. E seraficamente Castrataro ha negato tutto, spostando qualche pedina e dicendo che si va avanti e si lavora. Su cosa si lavora non lo abbiamo ancora capito. Come vorrà la maggioranza mantenere il suo assetto politico non è chiaro. E bisogna pure capire cosa resta del distrutto gruppo Volt che doveva risollevare Isernia con il ritorno dei giovani in città”.

È intervenuto poi Cosmo Tedeschi per porre l’accento su un’altra questione. “La maggioranza – ha detto – non ha più gli stessi numeri che aveva al momento della sua elezione, visto che ha perso diversi ‘pezzi’. E su questo bisogna fare una riflessione seria. Ci tengo poi a rivolgere un appello ai giovani: la politica non è questo!”.

In conferenza stampa anche Claudio Falcione che ha ribadito come “ l’abbandono dei consiglieri della maggioranza – ha evidenziato – è specchio dell’improvvisazione di Castrataro nella gestione. Basti pensare anche a cosa è accaduto con la decisione di tre consiglieri di abbandonare il gruppo Volt. Forse il sindaco non ha più i numeri”.

E sul caso  Vinci è tornato anche Raimondo Fabrizio, che nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale aveva chiesto del perché della sue assenze. “Mi è stato risposto – ha ricordato – che erano questioni personali e dopo qualche ora è scoppiato il finimondo. Improvvisamente sindaco e maggioranza si sono accorti che stavamo pagando l’indennità a un vicesindaco che si stava occupando di ben altro in giro per il mondo”.

Presente in conferenza stampa anche l’ex consigliere Nicola Moscato, che ha tra l’altro proposto la riduzione del numero degli assessori, per risparmiare sui costi della politica. “Il sindaco – ha ricordato – ha detto di essere ostaggio solo del suo lavoro. E allora perché non valorizzare soltanto chi davvero si impegna per il bene della città?”.