Il commento della capogruppo del PD in Consiglio regionale: “Vogliamo che si sistemino le cose definitivamente, senza girarci più dall’altra parte. Altrimenti i nodi torneranno al pettine”
di Micaela Fanelli*
CAMPOBASSO. Forzatura dopo forzatura, oggi il centrodestra licenzia il Rendiconto 2022, superando tutte le obiezioni mosse dalla Corte dei Conti, dalla Corte Costituzionale, dai Revisori dei conti e per ultimo da noi consiglieri di minoranza. Bocciate le pregiudiziali, abbiamo provato a dire “fermiamoci e capiamo quali sono le falle, prima di mettere una pezza a un pallone che perde da tutti i lati”. Diversamente, infatti, non risolveremo mai i problemi ma ci arrampicheremo sempre sugli specchi, alla ricerca di alibi e capri espiatori. Così è apparso, infatti, l’intervento disarticolato di Roberti, che ha chiuso la discussione generale senza entrare nel merito dei problemi ma invocando un generico amor di patria. Non è sufficiente! Perché noi vogliamo che si sistemino le cose definitivamente, senza girarci più dall’altra parte. Altrimenti i nodi torneranno al pettine sul rendiconto 2023 e su ogni altro passaggio di bilancio. Sono i nodi dei pagamenti della sanità. Ma più in generale del ripiano pluriennale del disavanzo di cui alla legge 87/23. Non si tratta quindi solo degli 86 milioni di euro, afferenti ai Consorzi di Bonifica (11 mln), Arpa (54) e Sanità (21), per i quali Cefaratti ha fornito una lunga illustrazione, spiegando il perché sbaglierebbe la locale sezione della Corte dei Conti e anticipando il ricorso alle Sezioni Riunite avverso la decisione della stessa.
E’ proprio il rapporto con la Corte che è saltato, perché non si sono rispettati gli “elementari obblighi di leale collaborazione”. Perché la giunta ha posto in essere “condotta direttamente lesiva delle prerogative costituzionali assegnate alla Corte”. Una “illegittimità aggravata dalla circostanza che trattasi di un caso che riveste carattere di assoluta unicità in ambito nazionale, mai verificatosi nel passato”.
Stessa cosa potrebbe dirsi nei confronti del Consiglio, che oggi si è trovato a dover approvare il rendiconto senza nemmeno aver letto le motivazioni della Corte dei Conti, arrivate ieri sera e non trasmesse ai consiglieri, e l’annunciato ricorso sugli 86 milioni, ancora non deliberato dalla Giunta.
E allora come se ne esce? Secondo il centrodestra con altre promesse. Ma noi ci chiediamo…arriverà l’emendamento Lancellotta? Forse! Risolverà? No. E comunque ad oggi l’unico emendamento portato da parlamentari eletti in Molise è quello di Lotito, per “salvare” alcune procedure dubbie dei vertici della sanità calabrese. Ecco cosa significa tutelare gli interessi dei molisani, gravati del più alto disavanzo pro-capite d’Italia (quasi 2mila euro nel ’22).
Non sarebbe meglio risolvere il tema della mobilità sanitaria? Non sarebbe meglio vedere gli sprechi nei trasporti? Fare una vera verifica dei centri di costo e chiudere i rubinetti? Al Molise serve riprendere a correre, o almeno a camminare, e con questa zavorra di debito, non è possibile.
*Capogruppo PD in Consiglio regionale