Foto Corriere.it
Foto Corriere.it

La difesa punta sulla capacità psichica di Pietro Ialongo quando, nella notte tra il 2 e 3 maggio del 2022, uccise con 14 coltellate la sua ex, 36enne di Cerro al Volturno. Si va in Aula martedì


ROMA/ISERNIA. Per la Corte d’Assise di Frosinone Pietro Ialongo non presentava vizi di mente quando uccise con 14 coltellate la sua ex, Romina De Cesare, 36enne di Cerro al Volturno. E per questo è stato condannato a 24 anni.

Ora toccherà ai giudici della Corte di Assise di Appello di Roma valutare la tesi della difesa, sostenuta dall’avvocato Marilena Colagiacomo, che punta tutto, come riporta ‘Il Messaggero’, sulla capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento dell’assassinio e sulle aggravanti dello stalking e della convivenza. Per questo è stata richiesta una nuova perizia.

Il processo di Appello comincerà martedì 17 dicembre a Roma. Secondo la difesa la perizia ordinata dall’Assise di Frosinone non avrebbe affrontato in modo scientifico le condizioni mentali in cui versava l’uomo al momento del fatto, trascurando alcuni aspetti psicologici che rappresentano potenziali patologie mentali, piuttosto che aspetti della personalità, valutati come irrilevanti.

Avvalendosi di una consulenza di parte, l’avvocato Colagiacomo contesta innanzi tutto la qualifica del perito, che è uno psicologo e non uno psichiatra, come invece richiederebbe l’esame di un complesso stato mentale, quale quello in cui versava il 40enne. Il consulente della difesa pone l’accento proprio su una cronica situazione patologica, per sollevare il dubbio che il ragazzo abbia sviluppato una vera e propria malattia mentale, che ne mina la capacità di intende e volere.

La difesa, poi, mira a contestare l’aggravante dello stalking, ponendo l’attenzione sul fatto che Ialongo non aveva ingenerato in Romina alcuno stato d’ansia e paura, visto che continuava a vivere nella stessa casa, anche dopo la fine della loro storia d’amore.

Si va  in Aula martedì.  Parti civili il padre e il fratello della vittima, assistiti rispettivamente dai legali Danilo Leva e Fiore Di Ciuccio. Il delitto risale alla notte tra il 2 e il 3 maggio del 2022. Le indagini partirono a seguito di segnalazione del compagno della donna, insospettito dal fatto che Romina non dava più notizie dalla notte precedente.

La Squadra Mobile entrò nell’abitazione trovando il cadavere della 36enne. Nel frattempo, i carabinieri di Sabaudia videro aggirarsi sul litorale pontino in uno stato confusionale l’ex fidanzato della vittima con escoriazioni e graffi. Ialongo, già nel corso del primo interrogatorio, confessò.