La situazione degli istituti penitenziari del Molise ricalca quella di altre strutture italiane. Come certificato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo uno spazio inferiore ai tre metri quadri continua ad essere ritenuto di per sé sufficiente ad integrare un trattamento inumano e degradante
CAMPOBASSO. Carceri in Molise il sovraffollamento delle strutture penitenziarie è al 148%. Lo evidenzia l’associazione ‘Luca Coscioni’, che chiede formalmente di vedere le relazioni delle visite svolte dall’Asl.
Al 9 dicembre 2024 in Italia sono 62.283 le persone detenute a fronte di una capienza ufficiale di 51.165 posti (dati del Ministero della Giustizia, elaborati dall’analista indipendente Marco Della Stella in una piattaforma che aggiorna costantemente i dati). Di questi, però, 4.478 posti non sono disponibili. Il tasso di affollamento è quindi del 133,405%. Durante l’estate era poco sotto il 130%.
Per questo, e di fronte al silenzio delle istituzioni, ad agosto scorso l’Associazione Coscioni ha diffidato le 112 Asl competenti per la salute nelle 189 carceri italiane per chiedere loro di adempiere al ruolo, previsto per legge, di fornitrici di servizi socio-sanitari e di monitoraggio delle condizioni degli istituti. Le diffide ricordavano che “la responsabilità per la mancata applicazione e/o i ritardi nell’attuazione delle misure previste per lo svolgimento dell’assistenza sanitaria penitenziaria sono imputabili al Direttore Generale della Asl”.
“Meno della metà delle Aziende sanitarie ha risposto – ricorda Marco Perduca, che coordina l’iniziativa – abbiamo quindi deciso di procedere con delle richieste di accesso agli atti per ottenere le relazioni delle visite in carcere e pubblicizzato la possibilità di condividere in modo sicuro e anonimo critiche relative al diritto alla salute in carcere sul sito FreedomLeaks.
Le 102 richieste chiedono le relazioni delle visite, quando sono state fatte, cosa è stato visitato e cosa è stato rilevato; eventuali linee guida sul modo con cui queste vengono effettuate, se siano state effettuate a sorpresa, a campione o in tutte le zone e reparti, alla presenza dei garanti o altre figure istituzionali; la lista delle istituzioni a cui sono stati inviati i resoconti, provveditorato alle carceri regionale, Dipartimento per l’Amministrazione della giustizia, Ministero della giustizia e Ministero della salute, le eventuali risposte dall’autorità competente con promesse di messa in opera di quanto necessario per ripristinare eventuali manchevolezze.
“Il sovraffollamento – ha aggiunto Perduca – crea condizioni invivibili. Per questi motivi nel 2013 la Corte europea dei diritti umani ha adottato una sentenza, nota come Torreggiani, che ricordò che la disponibilità di uno spazio inferiore ai tre metri quadri continua a essere ritenuta di per sé sufficiente ad integrare un trattamento inumano e degradante, altrimenti noto come tortura.”