Prende forma il nuovo piano industriale del Gruppo, che ha ribadito la centralità dell’Italia. Resteranno in attività tutti i siti nel Paese. Roberti: “Terremo alta l’attenzione”


ROMA/TERMOLI. Termoli e la Gigafactory di ACC: Stellantis ha ribadito il suo impegno nel sostegno finanziario della joint venture, che comunicherà il suo piano nel 2025 e che resta aperta a studiare la realizzazione della fabbrica di batterie in Molise in base all’evoluzione delle tecnologie e in considerazione del mercato e della competitività dei fattori abilitanti del sistema Paese.

Questo quanto emerso oggi a Roma, dove il Gruppo ha presentato il nuovo piano industriale per l’Italia. Il tavolo si è tenuto  oggi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, presieduto dal ministro Adolfo Urso e che ha visto la partecipazione del Ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, del ministro del Lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, e della delegazione Stellantis, rappresentata dal Responsabile Stellantis Europa Jean-Philippe Imparato, delle Regioni in cui insistono stabilimenti del Gruppo, dell’ANFIA e dei sindacati. Presenti per il Molise il governatore Francesco Roberti e l’assessore alle Attività Produttive Andrea Di Lucente.

“Stellantis – ha evidenziato il governatore – ha ribadito la volontà di continuare a investire negli stabilimenti italiani e il Governo di supportare il settore dell’automotive. A Termoli, dove proseguirà la produzione dei motori endotermici fino al 2026, attendiamo i prossimi mesi, quando sarà presentato il nuovo piano industriale, finalizzato alla continuità della produzione industriale. Noi continueremo a tenere alta l’attenzione sia nei confronti del Governo, col quale c’è grande apertura e sintonia, sia rispetto a Stellantis, perché questo percorso teso a preservare il settore dell’automotive è indispensabile per il tessuto economico, produttivo e in termini di posti di lavoro. Per questo motivo continueremo a monitorare quanto dichiarato da Stellantis e, altresì, col Ministro Urso ci siamo riaggiornati, nelle prossime settimane, sulla convocazione di un tavolo relativo ad ACC. “Inoltre, dopo la call conference con Jean-Philippe Imparato – ha concluso Roberti – si è instaurato un rapporto differente rispetto al passato, improntato sul confronto, di apertura e di maggiori garanzie per tutto l’indotto“.

“Presentando il Piano, Stellantis ha ribadito la centralità dell’Italia – si legge in una nota del ministero – mantenendo in attività tutti i siti nel Paese e confermando gli investimenti che Stellantis effettuerà in Italia: per il 2025 sono previsti circa 2 miliardi di euro di investimenti negli stabilimenti e 6 miliardi di euro nello stesso periodo in acquisti da fornitori operanti in Italia.

Il Gruppo, pur in un momento di crescenti difficoltà del settore automotive nel mondo, ha ribadito di voler portare avanti il proprio piano industriale in Italia con risorse proprie, senza qualsiasi forma di incentivo pubblico alla produzione. Sarà data priorità alla competitività della filiera produttiva, per la cui valorizzazione, diversificazione e riconversione l’azienda si è detta disponibile a collaborare costruttivamente assieme ad assieme ad ANFIA e alle istituzioni.

Presenti al tavolo anche Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità. “Oggi – scrivono in una nota congiunta – è stato presentato un piano di ripartenza che però nel 2025 dovrà affrontare il tema della continuità dell’occupazione in particolare nell’indotto ma è necessaria l’integrazione salariale della cassa per i lavoratori. Sul piano industriale ci sono punti critici importanti: l’autonomia dei brand italiani a partire dal futuro di Maserati e la gigafactory di Termoli. Ed inoltre i tempi per Cassino e Melfi nonostante l’ibridizzazione peseranno sui lavoratori.
Per la Fiom-Cgil quello di oggi è un primo confronto di ripartenza. Avremo un periodo non particolarmente semplice nei prossimi anni, è necessario ricostruire rapporti di lealtà e fiducia con le lavoratrici e i lavoratori. Se siamo consapevoli del momento di difficoltà servono le risorse necessarie da parte del Governo. La nostra mobilitazione continuerà verso il governo e l’Unione europea, che dovrà prevedere un pacchetto straordinario di risorse per garantire i livelli occupazionali, la produzione e la rigenerazione dell’occupazione. È ora che a Palazzo Chigi siano convocate imprese e sindacati”.