Tanti i fedeli che hanno partecipato alle celebrazioni che si sono tenute nelle diocesi della regione
CAMPOBASSO/ISERNIA. Un momento di rinnovamento spirituale, di misericordia e riconciliazione. E un invito a vivere nella Speranza la fede con gioia, rafforzando i legami di fraternità e lavorando insieme per il bene comune, riscoprendo il valore della solidarietà e della comunione.
Dopo le celebrazioni dello scorso 24 dicembre a Roma, oggi anche in Molise – alla presenza di tanti fedeli – si è ufficialmente aperto l’Anno Giubilare. A Campobasso è partita la processione dalla chiesa di Santa Maria della Libera con alla testa una antica croce astile, la croce di Prospero Eustachio, un capolavoro sconosciuto del 1587 della chiesa di San Martino del Comune di Campodipietra. Si è poi giunti in Cattedrale, dove l’arcivescovo Biagio Colaianni ha officiato la solenne celebrazione eucaristica.
“Il pellegrino è il viandante della speranza o con altra definizione è lo straniero, è colui che si mette in cammino spiritualmente perché si sente forestiero, estraneo di sé, e si pone in cammino per ritrovare se stesso e il suo senso di vita, per ridarsi speranza e rinnovarsi – ha tra l’altro ricordato l’arcivescovo nella sua omelia – Il pellegrinaggio della speranza sarà voler incontrare Dio, riflettere sulla propria vita cristiana, e le proprie relazioni, mettendosi dinanzi a Lui e confrontarsi con sé stessi nell’ascolto della sua Parola. Il Vangelo ascoltato ci dice che Maria e Giuseppe sono angosciati pensando di aver perso Gesù e lo cercano sperando di ritrovarlo. Gesù invece è seduto nel tempio, in mezzo ai maestri dove il Padre lo chiama ad insegnare perché gli uomini si aprano all’intelligenza delle scritture, nella speranza che lo accolgano e riconoscano, pieni di stupore, come maestro di vita e Messia Salvatore. È il pellegrinaggio di Gesù nella storia del suo popolo per realizzare e dare corpo alla loro speranza di salvezza. Essere pellegrino sarà attraversare la porta della chiesa giubilare per vivere la conversione attraverso l’abbraccio misericordioso del Padre, non siamo condannati e inchiodati ai nostri peccati, la speranza del perdono è Grazia offerta a tutti, nessuno escluso. Confessando i nostri peccati, Dio ci accoglie nel suo cuore e nella sua chiesa e uniti ai nostri cari defunti, con la nostra preghiera, dona loro indulgenza”.
Da Campobasso a Isernia, dove il corteo sacro è partito dalla Chiesa di San Francesco per raggiungere la Cattedrale, dove si è tenuta la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Camillo Cibotti.
“Abbiamo dato ufficialmente inizio al Giubileo, quello che ogni 50 anni, nel popolo messianico, voleva dire anno speciale – ha sottolineato monsignor Cibotti – Un anno di perdono, di remissione dei debiti. Voleva dire cambiare, essere nuovi. Per noi ogni 25 sopravviene questa necessità che non possiamo lasciar passare invano, è un’occasione storica. Un’opportunità unica per riportare il nostro cuore a Dio, per essere consapevoli di questo grande dono. Di essere testimoni e specchio della grande presenza di Dio che cambia la nostra vita. Perciò possiamo invitare i fratelli a cambiare la propria. Altrimenti è vano questo cerimoniale. Abbiamo la speranza e la fiducia che possiamo diventare migliori e che può diventarlo la nostra società”.
Tanti, anche a Termoli, i fedeli che hanno partecipato alla processione e alla celebrazione in Cattedrale presieduta dal vescovo Gianfranco De Luca. Nella sua omelia La celebrazione di apertura proseguirà il 31 dicembre a Larino.