Successone per l’evento che celebra il decennale della compagine pentra: pubblico in piedi al ritmo di ‘Oh Happy Day’. LA GALLERY A CURA DI PINO MANOCCHIO
ISERNIA. Applausi a scena aperta per l’Isernia Gospel Choir che ieri sera, all’auditorium di Isernia, ha celebrato il suo decennale con un concerto strepitoso complice anche l’energia irrefrenabile di pastor Ron Hubbard, vero mattatore e numero uno del gospel americano. Una scaletta che ha ripercorso l’intera storia della compagine corale, nata nel 2014 da un’idea di Rossana Leva, altra ospite speciale della serata, che oggi vive in America e ha lasciato le redini del gruppo alla sorella Federica. La passione non si è affatto esaurita, anzi negli anni è fiorita ed è cresciuta, con la guida della nuova direttrice che ha saputo instradare l’Isernia Gospel Choir verso le attuali vette. La direzione artistica e gli arrangiamenti, affidati al maestro Tony Leva, hanno conquistato ancora una volta il pubblico, tra assoli strumentali e virtuosismi vocali degli straordinari solisti. Particolarmente interessante l’idea di combinare la tradizione musicale molisana – con l’uso di zampogne e sonorità tipiche del territorio – con quella afroamericana, creando così delle atmosfere uniche che caratterizzano l’Isernia Gospel Choir tra le molte compagini simili che operano in Italia. Tra i grandi classici del genere, da ‘Amazing Grace’ a ‘Swing low, sweet Chariot’, non è mancata qualche chicca, come una reinterpretazione gospel di ‘Jingle Bells’ e un brano originale di Happy Eborka, storico membro del gruppo, dal titolo ‘Greater’.
Dieci anni sono un grande risultato e andavano celebrati come si deve: tra momenti commoventi, un dialogo costante con il pubblico frutto anche della frizzante conduzione di Pietro Ranieri e una girandola di musicisti sul palco – tutti amici che hanno condiviso parte del cammino di questo coro – si arriva poi all’esplosione finale, con pastor Ron straordinario trascinatore a supportare l’immensa energia del gruppo. “Se si canta col cuore, si arriva al cuore”: con questo spirito l’intero spettacolo ha saputo conquistare la platea, coinvolta dall’inizio alla fine, per chiudere poi cantando tutti insieme in piedi al ritmo dell’immancabile ‘Oh Happy Day’.
Scommessa vinta, insomma: questi erano solo ‘i primi dieci’. Ad Majora!
LA GALLERY A CURA DI PINO MANOCCHIO