Numerose le iniziative in regione. I messaggi delle istituzioni. Pallante: “Necessario riflettere sul male del passato”


CAMPOBASSO. Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva VistolaOder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Anche il Molise celebra la Giornata della Memoria e sono in programma numerose iniziative dedicate al ricordo delle vittime dell’Olocausto.

I MESSAGGI DELLE ISTITUZIONI. “Ricordiamo le vittime della Shoah, una delle pagine più oscure della storia dell’umanità. Uomini, donne e bambini furono perseguitati, deportati e sterminati a causa della loro identità, delle loro origini e delle loro convinzioni – così il presidente della Regione Molise Francesco Roberti – Il 27 gennaio rappresenta un’occasione per commemorare chi fu ucciso dalla follia umana, ma anche un impegno collettivo a mantenere viva la memoria di quanto accaduto. Solo attraverso la consapevolezza possiamo costruire un futuro in cui rispetto, dignità umana e diritti fondamentali siano valori inalienabili. La Shoah rappresenta una ferita che ci spinge a ripensare continuamente chi siamo e quale società vogliamo costruire. Ricordare la Shoah significa anche educare le nuove generazioni affinché l’odio, il pregiudizio e l’intolleranza non abbiano più spazio nella nostra società. È un dovere morale e civile che appartiene a tutti noi. Oggi dobbiamo chiederci: cosa stiamo facendo per riconoscere e contrastare ogni forma di discriminazione, odio e violenza? In questa Giornata della Memoria, l’invito è documentarsi su quella che è stata una delle pagine più orribili della storia umana, insegnando ai più giovani cosa significhi resistere all’odio, supportando chi lotta per i diritti umani. La memoria non è solo una responsabilità verso il passato, ma un impegno verso il presente e il futuro. Il vero impegno è trasformare il ricordo in uno strumento di cambiamento: nei nostri discorsi, nelle nostre scuole, nelle nostre scelte quotidiane. Solo attraverso il ricordo possiamo garantire che una tragedia simile non si ripeta mai più.

“Il Giorno della Memoria – scrive il presidente del Consiglio regionale Quintino Pallante – rappresenta un’occasione irrinunciabile per tenere, appunto, giusta memoria di avvenimenti che videro protagonisti uomini di una civiltà tra le più evolute dell’epoca a danno di una razza, di militari di altri paesi, di oppositori politici e di minoranze di persone ritenute diverse e quindi inferiori Eventi che avvennero nella prima metà degli anni ’40 del ‘900 nel cuore di quell’Europa evoluta, culla di principi, di valori, di ideologie, di cultura, di arte, di musica, di filosofia e di quant’altro di grande l’uomo e la sua mente sia riuscito a creare e promuovere nella sua multimilionaria storia. La memoria di quegli accadimenti così tragici ci consente di fissare in una storia auspicabilmente condivisa coloro i quali furono coinvolti direttamente, ponendo in essere con inedita efferatezza determinate azioni persecutorie e tese alla totale eliminazione sociale e fisica della razza ebraica, di oppositori militari e politici, ma anche di zingari, malati di mente, omosessuali e quant’altro, in una visione distorta e patologica di una civiltà moderna e progredita, si possa ritenere diverso. Ma ricordando quegli anni e la loro turbolenza, teniamo memoria anche di coloro i quali, mentre si verificavano quelle deportazioni, quelle vere e proprie elisioni dalla vita civile, culturale ed economica della società di migliaia di professionisti, operai, imprenditori, artisti, madri e padri di famiglie, alunni delle scuole e delle università, si ritirarono in un tanto mesto, quanto assordante e distratto silenzio. Le stesse persone che poi, in alcuni casi, nel dopoguerra, si mostrarono così attive nel condannare con veemente eloquenza il passato e ciò che in esso era avvenuto. Soprattutto però questo Giorno ci consente di avere consapevolezza certo di come alcuni uomini possano essere così feroci e privi di ogni scrupolo morale, ma ci permette però anche di avere ricordo e consapevolezza di come, proprio in quei tristi anni di persecuzioni e violenze, un numero infinito di persone semplici, appartenenti ad ogni classe sociale, religione, ideologia, cultura e genere, rischiarono la propria vita, e quella delle loro famiglie, per nascondere e sottrarli ai rastrellamenti, e salvarne di fatto la vita, a donne, uomini, bambini e anziani di religione ebraica e ad altri perseguitati, alcune volte totalmente sconosciuti. Molti dei nomi di quei piccoli grandi eroi che seppero essere ‘giusti tra i giusti’, così come li ha definiti proprio il popolo ebraico iscrivendoli ad eterna memoria nel Giardino dei giusti di Yad Vashem a Gerusalemme, sono conosciuti e citati in diversi racconti, ricostruzioni storiche e rievocazioni cinematografiche. Invero la stragrande maggioranza di quegli eroi giusti, non sono ricordati in musei, in libri o in corpose ricerche; le loro ‘piccole’ e segrete storie quotidiane non sono state oggetto di fortunati film; essi, però, sono scritti in maniera indelebile nei cuori e nelle menti di coloro che salvarono e restituirono alla possibilità di costruirsi un futuro con le proprie famiglie e i propri affetti. 

Di questa memoria l’uomo di ogni epoca ha estremo bisogno. Ne ha bisogno l’uomo di oggi, chiamato a vivere tempi particolarmente caratterizzati da cruenti conflitti e contrapposizioni sia in Medioriente che nell’Europa dell’Est. Quei ricordi, dunque, debbono dare alla odierna società gli anticorpi per spegnere i molti focolai del sempre attivo virus dell’antisemitismo e dell’odio raziale o religioso, se non politico o ideologico. Focolai che si sono accesi e che divampano non solo nelle zone direttamente coinvolte nei conflitti ma anche in diversi strati e ambienti culturali e politici delle società occidentali. L’uomo, nel suo peregrinare nella storia, è perennemente in balia di sé stesso e dei suoi fantasmi, ha bisogno di ricordare i buoni esempi di cui è stato artefice per combattere i propri demoni. Allora questo Giorno sia per tutti un’occasione di riflessione e di meditazione, per condannare il male del passato ma anche per fare di quel bene che nonostante tutto sovrabbondò in quei tristi anni, per sviluppare una civiltà progredita e capace di creare una società libera, giusta, solidale e improntata, pur nel rispetto delle singole diversità, alla concordia e alla collaborazione tra i popoli, tra le religioni, tra le ideologie e tra le fazioni politiche”.

IL SENATORE COSTANZO DELLA PORTA. “Oggi, in occasione della Giornata della Memoria, il nostro pensiero va alle vittime dell’Olocausto e a tutti coloro che hanno sofferto a causa dell’odio, della discriminazione e della violenza. È un giorno di riflessione, un momento in cui il ricordo del passato ci richiama al dovere di costruire un presente e un futuro fondati sui valori della pace, del rispetto reciproco e della solidarietà – scrive il senatore di FdI Costanzo Della Porta – Il nostro Paese deve continuare a essere un esempio di dialogo, di pacificazione e di convivenza civile. La memoria non è solo un atto dovuto, ma uno strumento per contrastare ogni forma di antisemitismo, razzismo e intolleranza. Solo attraverso il ricordo possiamo rafforzare il nostro impegno nel rifiutare ogni forma di violenza e nel promuovere una cultura di comprensione e giustizia. Rinnoviamo il nostro appello a tutte le generazioni, soprattutto ai giovani, affinché il passato diventi una lezione viva: un monito per non ripetere gli errori più tragici della storia. La memoria deve trasformarsi in azione, nel quotidiano, per costruire una società in cui i diritti umani siano sempre al centro. Insieme, possiamo e dobbiamo continuare a coltivare la speranza di un mondo più giusto, libero da pregiudizi e discriminazioni. La Giornata della Memoria non è solo un omaggio al passato, ma una responsabilità verso il presente e un impegno per il futuro”.

“Oggi, più che mai, è fondamentale ricordare gli orrori del passato affinché non si ripetano – questo il messaggio della sindaca di Campobasso, Marialuisa Forte, in occasione della Giornata della Memoria – Questa data ci invita a non dimenticare gli orrori della Shoah e a riflettere sul nostro impegno contro ogni forma di odio e discriminazione. In un mondo segnato da conflitti come la guerra in Ucraina e in Medio Oriente tra israeliani e palestinesi, è difficile credere che il solo ricordo possa prevenire tali tragedie. Tuttavia, la conoscenza e la consapevolezza sono strumenti essenziali per costruire un futuro di pace. In questa direzione, il Comune di Campobasso ha promosso, nell’ambito della rassegna “Paideia 2025”, la mostra “Pro-Memoria”. Gli scatti del fotorepoter Mattia Crocetti – una mappatura capillare dei campi di concentramento per civili in Italia che svela i volti dell’internamento fascista privati della loro dignità – restituiscono l’orrore delle deportazioni di omosessuali e rom, perseguitati dal regime al pari degli ebrei. Promuovere il ricordo attraverso eventi come questo è di fondamentale importanza. La fotografia diventa uno strumento di ricerca e conoscenza della storia, rafforzando il senso di comunità e appartenenza in tempi di incertezza e fragilità sociale. Il ricordo è una responsabilità che riguarda il presente e il futuro, non solo il passato. In questo contesto, è essenziale ricordare che la pace in Medio Oriente deve essere costruita sulla base del rispetto reciproco e della coesistenza pacifica tra due popoli e due Stati. La tregua attuale tra israeliani e palestinesi rappresenta un passo importante verso questo obiettivo, ma è solo l’inizio di un percorso che richiede impegno e dialogo continuo. Solo attraverso la comprensione e la collaborazione possiamo sperare di costruire un futuro migliore per tutti. Inoltre, oggi è anche un momento per riflettere sull’importanza dell’accoglienza e dell’integrazione. La storia ci insegna quanto sia fondamentale accogliere e integrare chi fugge dalla violenza e dalla persecuzione. Costruire una società inclusiva e solidale è un passo essenziale per prevenire i conflitti e promuovere la pace”.