Il sondaggio dello Snami in merito al dibattito in atto sull’ipotesi di riforma dello status giuridico
CAMPOBASSO/ISERNIA. Da liberi professionisti a dipendenti statali: cosa pensano i medici di base molisani sull’ipotesi di riforma? A rivelarlo è il sondaggio nazionale promosso dallo Snami, da cui emergono spunti interessanti anche per il nostro territorio.
La regione si inserisce in un quadro più ampio che vede, soprattutto al Sud, una crescente richiesta di stabilità contrattuale, con una maggiore apertura verso il modello della dipendenza rispetto ad altre aree del Paese.
In Molise, il 17% dei rispondenti non è convenzionato, e di questi il 29% sarebbe favorevole a un inquadramento da dipendente, mentre il 71% preferirebbe mantenere il regime libero-professionale.
Tra i medici convenzionati (l’83% del totale), il 61% sceglierebbe di restare tale, il 3% si dichiara indifferente, mentre il 36% sarebbe favorevole alla dipendenza.
Osservando i dati suddivisi per fasce d’età, emergono differenze significative:
• Under 30: il 60% sceglierebbe la dipendenza, il 40% la convenzione.
• 30-39 anni: il 70% preferirebbe restare convenzionato, il 30% passerebbe alla dipendenza.
• 40-49 anni e 50-59 anni: il 100% dei rispondenti rimarrebbe convenzionato.
• 60-69 anni: il 77% opterebbe per la dipendenza, mentre il 33% resterebbe nel sistema attuale.
“Un trend che conferma le tendenze nazionali – evidenzia lo Snami Molise – In particolare, la tendenza dei medici più giovani a guardare con maggiore interesse alla dipendenza è in linea con quanto emerso dal sondaggio complessivo: stabilità economica e garanzie contrattuali risultano fattori sempre più determinanti nella scelta professionale. Allo stesso modo, nel Molise – così come nel resto del Sud – la percentuale di medici orientati alla dipendenza è più alta rispetto ad altre aree del Paese.
Come sottolineato nel comunicato nazionale Snami, la sfida è trovare un equilibrio tra il bisogno di sicurezza contrattuale e il mantenimento dell’autonomia professionale, evitando soluzioni che possano penalizzare l’assistenza territoriale”.