Le parole del procuratore di Napoli, arrivato in città sotto scorta per partecipare a un incontro con gli studenti del Convitto ‘Mario Pagano’


CAMPOBASSO. Legalità e Costituzione, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri è stato oggi a Campobasso, per parlare di criminalità e infiltrazioni malavitose. E per lanciare il suo messaggio agli studenti, che ha incontrato al Convitto ‘Mario Pagano’, dove è stato accolto dal rettore Rossella Gianfagna, dai rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e della magistratura.

“Sono contento di essere qui – le sue prime parole – Non è la prima volta che vengo a Campobasso. Ho lavorato anche in questa zona e ci torno con piacere. Parliamo ai ragazzi – ha quindi precisato – perché è importante farli riflettere e farli ragionare. Parlare con loro non è mai tempo perso perché sempre riusciamo, statisticamente parlando, a mettere nelle loro teste il tarlo del dubbio e cioè che delinquere non conviene”.

Arrivato in città con la scorta, Gratteri non ha rilasciato commenti sull’indagine della Dda che ha coinvolto anche il presidente della Regione Francesco Roberti, indagato per corruzione. “Nel momento in cui c’è un’indagine – le sue parole – non se ne può parlare. Quello che si fa non si dice, si parla sempre dopo”.

Poi però è intervenuto sui rischi che corre anche il Molise, legato soprattutto al traffico di sostanze stupefacenti. “Ormai non esistono in Italia aree immuni dalla presenza delle mafie – ha detto – Dove ci sono tossicodipendenti c’è gente che vende droga e chi vende droga poi con quei soldi compra tutto ciò che è in vendita”.

Quindi sul rischio soppressione del Tribunale di Larino. “Io non ce l’ho con il Tribunale di Larino – ha dichiarato ai giornalisti – Io dico solo che bisogna razionalizzare le risorse. Ho fatto l’esempio di Larino, Lanciano e Vasto che sono tre tribunali vicini e da tre tribunali se ne può fare uno. Non ce l’ho con un singolo tribunale, ma dico che dobbiamo razionalizzare le risorse, che non possiamo più permetterci il lusso di avere per ogni Procura un procuratore e un sostituto, un procuratore e due sostituti. Questo è il senso del mio intervento – conclude – non che bisogna chiudere Larino o Vasto o Lanciano. Però la geografia giudiziaria va rivista”.