CAMPOBASSO/PARMA. Grande partecipazione del Molise alla manifestazione della Coldiretti a Parma che ha visto confluire nella città emiliana, sede della “food valley” italiana, oltre 20mila imprenditori agricoli provenienti da tutta la Penisola. Con il presidente nazionale Ettore Prandini ed il segretario generale Vincenzo Gesmundo, gli agricoltori hanno sfilato per le strade del centro cittadino, partendo da piazza 1° Maggio fino alla sede dell’Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, ovvero l’Ente che esamina le richieste di autorizzazione dei “novel food”.
Un enorme corteo con le bandiere gialle della Coldiretti e quelle dell’Unione Europea, unite dallo slogan “Facciamo luce”, che ha visto la partecipazione entusiasta delle decine di imprenditori agricoli e zootecnici molisani, fermamente convinti dell’assoluta necessità di difendere la salute dei cittadini-consumatori. A guidare la delegazione molisana c’erano il presidente regionale Claudio Papa, i presidente provinciali di Campobasso, Giacinto Ricciuto, e di Isernia, Mario Di Geronimo, insieme con il direttore regionale Aniello Ascolese.
“Cibo dalle campagne non dai laboratori”, “Stop al cibo in provetta”, “Non togliete il futuro ai nostri giovani”, ma anche “Coltiviamo un futuro di pace” e “Trasparenza sui cibi ultratrasformati”, sono solo alcuni degli slogan che si potevano leggere sulle centinaia di cartelli dei partecipanti al corteo. “L’Europa – ha spiegato Papa – è la nostra casa, ma lavoriamo per un’Europa migliore, più equa, più forte, più coraggiosa. Per questo chiediamo studi medici clinici e preclinici prima di immettere sul mercato cibi cellulari e di fermentazione”.
Sulla stessa linea Ascolese che ha rimarcato come “nel dibattito sui cibi creati in laboratorio Coldiretti non si oppone al progresso, ma chiede maggiore rigore scientifico nella valutazione dei nuovi alimenti, per tutelare la salute dei cittadini, in linea con un approccio responsabile e coerente con i valori europei”.
Inoltre, “per garantire la sicurezza alimentare e la trasparenza per tutti i cittadini dell’Unione – hanno affermato Ricciuto e Di Geronimo – non è più rinviabile l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine per tutti i cibi commercializzati in Europa, partendo dall’abolizione della regola dell’ultima trasformazione sostanziale del codice doganale, che consente, ad esempio, al concentrato pomodoro cinese con una sola aggiunta di acqua di diventare passata made in Italy da vendere all’estero”.
Al termine della manifestazione il presidente Ettore Prandini ed il segretario generale Vincenzo Gesmundo sono stati ricevuti dai vertici dell’Efsa, apprezzando la grande disponibilità ad ascoltare le istanze di Coldiretti e a chiarire le procedure di valutazione che l’Autorità applica per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini europei. Positiva è stata inoltre definita la volontà dell’Efsa di operare con totale trasparenza, garantendo l’accessibilità pubblica delle informazioni relative ai prodotti notificati, agli studi richiesti e al processo di valutazione scientifica; un aspetto cruciale, questo, per garantire la fiducia dei cittadini e degli operatori del settore agroalimentare.
“La nostra iniziativa, fin dal primo momento – hanno sottolineato il presidente Prandini ed il segretario generale Gesmundo – aveva l’obiettivo di rafforzare la ricerca medica e il ruolo di Efsa; ora continueremo il nostro impegno a Bruxelles per ulteriori potenziamenti delle regole e della trasparenza sui cibi fatti in laboratorio e sui prodotti ultraformulati”.
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