Polemiche in merito alle scelte del primo cittadino da parte dei consiglieri di minoranza
ISERNIA. Rimpasto di giunta al Comune di Isernia: non sono mancate le polemiche da parte dei consiglieri di minoranza sulle scelte operate dal sindaco Piero Castrataro. E fa discutere anche la diffida di Gabriele Olivieri di Isernia Futura, con cui contesta il mancato rispetto del numero di preferenze ottenute per l’ingresso nell’esecutivo. Anche se la scelta degli assessori resta una prerogativa del sindaco e pure alla luce del fatto che gli uscenti Luca De Martino e Leda Ruggiero erano esterni.
Tornando alle contestazioni delle opposizioni, si registrano gli interventi di Linda Dall’Olio, secondo cui “il Comune di Isernia vanta più assessori di tutti i municipi di Roma messi insieme. Appena confermata la data dei congressi del Partito Democratico – una vicenda annosa e travagliata che per mesi ha tenuto sotto scacco il sindaco, tra attacchi continui e dichiaratamente interni alle due fazioni del partito – ecco arrivare puntuale l’ennesimo rimpasto di giunta. Fuori i fedelissimi esterni De Martino e Ruggiero – scrive – dentro Angela Perpetua (PD), come da tempo si vociferava, e Michele Antenucci, formalmente della lista del sindaco, ma di fatto espressione anch’egli del PD. ‘Saltato’ Gabriele Oliveri, evidentemente considerato scomodo per l’ormai chiaro progetto di sudditanza a Castrataro. Nello scorrimento della lista del sindaco, infatti, tutti i candidati – eletti o subentrati – sono stati, uno dopo l’altro, premiati con un assessorato. Un ruolo che oggi, al Comune di Isernia, viene elargito con la leggerezza di un regalo, mentre Castrataro, con furbizia, asseconda le pressioni dei partiti e movimenti che lo sostengono, pur sapendo bene che il potere reale resterà saldamente nelle sue mani. I componenti della giunta, rimpastati come in una roulette, sono ormai semplici comparse: pedine da muovere per placare malumori e prevenire rischi di crisi politica. La consiliatura in corso sarà ricordata per la produzione seriale di poltrone e per il regime verticistico di un sindaco che, dopo aver promesso di combattere la vecchia politica, ne ha invece codificato la versione evoluta. Una versione ‘pro’, perfetta per chi mira a trasformare una fortunata elezione in un trampolino di lancio. E Isernia? Isernia resta a guardare. Osserva le promesse tradite, e quel cambiamento sbandierato in campagna elettorale che, evidentemente, non è mai stato nelle reali intenzioni di chi oggi governa”.
Per Raimondo Fabrizio, Isernia viene trattata “come merce di scambio per sfamare gli ‘affamati’ del Pd isernino e permettere al sindaco di ottenere la ricandidatura alle prossime comunali. Castrataro – afferma – ha deciso di combattere la disoccupazione isernina distribuendo deleghe assessorili, con lauti compensi, a tutti gli iscritti del Pd pentro”.
Secondo Pietro Paolo Di Perna il sindaco “ha nominato due assessori esterni semplicemente per non occupare due posti in giunta con persone elette dai cittadini perché già immaginava che in futuro ti sarebbe servito spazio per risolvere problemi in maggioranza. Già sapevi che con l’offerta di una poltrona avresti risolto il tuo problema: la fine anticipata del tuo mandato! Mi dispiace solo per gli assessori dimissionari che si sono prestati a questo brutto gioco! Altro giro altra corsa”.