Negli ultimi mesi, il tema è tornato con forza al centro del dibattito economico globale


di Tiziano Gentile

ECONOMIA&FINANZA. Negli ultimi mesi, il tema dei dazi è tornato con forza al centro del dibattito economico globale. Le tensioni commerciali tra le grandi potenze – dagli Stati Uniti alla Cina, passando per l’Europa – alimentano quotidianamente la volatilità dei mercati. L’ipotesi di nuove tariffe su beni strategici, come acciaio, auto e semiconduttori, genera incertezza tra investitori e aziende. Ma cosa sta realmente accadendo? E, soprattutto, come possiamo leggere questi eventi senza cadere vittime delle nostre stesse emozioni?

La realtà dietro i titoli

Ogni annuncio di nuovi dazi o minacce commerciali viene immediatamente amplificato dai media finanziari. Tuttavia, è importante distinguere tra la notizia e il suo impatto effettivo. Storicamente, molte di queste misure si sono poi ridimensionate o sono state rinegoziate prima di entrare pienamente in vigore. È vero: i dazi possono influenzare temporaneamente i margini aziendali e la fiducia dei consumatori. Ma l’economia globale ha dimostrato una straordinaria capacità di adattamento, riorientando le catene di fornitura e ridisegnando gli scambi commerciali in funzione dei nuovi equilibri.

Mercati nervosi, ma resilienti

I mercati azionari reagiscono spesso in modo sproporzionato a eventi geopolitici. Un tweet può bastare per far perdere punti percentuali a un indice. Ma ciò che conta davvero sono i fondamentali: crescita degli utili, tassi d’interesse reali, innovazione e produttività. E su questi fronti, le prospettive restano in molti casi solide. Le aziende più dinamiche stanno già diversificando i mercati di sbocco e cercando nuove strategie per mitigare l’impatto delle tariffe.

Finanza comportamentale: il vero vantaggio competitivo

In un contesto dominato dalla volatilità, la finanza comportamentale ci insegna una lezione fondamentale: il pericolo più grande non sono i dazi, ma le decisioni impulsive. L’avversione alla perdita ci porta a vendere nel momento sbagliato, mentre il bias della disponibilità ci fa sopravvalutare le notizie più recenti e allarmanti.

Tuttavia, proprio nei periodi di incertezza si creano le migliori opportunità. Gli investitori che riescono a mantenere la rotta, evitando di farsi travolgere dall’emotività, tendono nel lungo periodo a ottenere risultati superiori. La disciplina e la capacità di seguire un piano strategico – magari supportati da un consulente finanziario – si rivelano strumenti più potenti di qualsiasi previsione macroeconomica.

Oltre i dazi, verso una finanza consapevole

I dazi non sono una novità, e nemmeno una condanna. Sono semplicemente una delle tante variabili che i mercati imparano a incorporare nei prezzi. Ma la vera differenza la fa il comportamento dell’investitore. Invece di rincorrere l’ultima breaking news, possiamo scegliere di affidarci a un approccio razionale, diversificato e orientato al lungo termine.

Come disse Benjamin Graham, padre del value investing: “Il nemico peggiore di un investitore è probabilmente sé stesso.” Oggi più che mai, il vero antidoto alla volatilità non è prevedere il futuro, ma imparare a gestire le nostre emozioni.