La perimetrazione dell’ente continua ad infiammare il dibattito politico. Preoccupati anche agricoltori e allevatori. I dubbi su Venafro del primo cittadino Ricci
di Pietro Ranieri
ISERNIA-VENAFRO. Si anima il dibattito su un possibile allargamento dell’area del Parco del Matese all’agro di Isernia, per la precisione nella porzione di territorio comunale denominata zona ZSC Colle Lucina-La Romana. A paventare questa possibilità è lo stesso sindaco Piero Castrataro, che spiega: “Stiamo discutendo con Ispra e con il Ministero dell’Ambiente, lo abbiamo fatto anche ieri in occasione della riunione con la struttura tecnica del Ministero e i sindaci dei Comuni interessati dal provvedimento di istituzione del Parco. Isernia – spiega il primo cittadino – ha già dei territori vincolati, perché in zona Sic: la possibilità di ampliamento è solo un vantaggio per noi, perché non limita le attività ma al tempo stesso può essere un’occasione per avere altri finanziamenti di valorizzazione sia per la componente ambientale – cosa di cui siamo ricchi, soprattutto in alcune aree – sia per diverse zone archeologiche che insistono da noi (cioè proprio La Pineta e La Romana, NdR)”.
“Ci sarà una discussione anche in consiglio comunale e con i cittadini – assicura Castrataro – però sottolineo il fatto che essere un capoluogo di Provincia che può avere anche delle zone parco – fermo restando le attività che ci sono e la possibilità di espandere le stesse – può essere una risorsa per tutti noi“.
Dichiarazioni che non piacciono affatto alla consigliera comunale d’opposizione Linda Dall’Olio, che le definisce “folli” e spiega come il sindaco, “accompagnato da alcuni esponenti della maggioranza – Di Rollo, Angelone e Del Bianco – alcuni dei quali non sono di Isernia e che, ancora una volta, confermano di non conoscere il territorio che imprudentemente amministrano, nonostante la giá penalizzante decisione subita (quella del Tar che impone al Molise l’adozione del Parco, NdR), diversamente da tutti gli altri, intende proporre addirittura l’estensione dei confini della porzione di territorio comunale ricadente nel parco, inserendo la zona ZSC Colle Lucina-La Romana che nulla hanno a che vedere con il Parco del Matese”.
“Queste intenzioni, che i promotori hanno anticipato di voler far approdare per l’approvazione in consiglio comunale, suonano come le elucubrazioni mentali di isterici ambientalisti che non hanno idea di quanto una decisione del genere penalizzerebbe ulteriormente il territorio che amministrano e che, evidentemente, non conoscono, con pesanti ricadute sul tessuto economico-sociale. D’altra parte sono gli stessi che, qualche anno fa, si abbracciavano agli alberi morti e a rischio caduta di corso Garibaldi per non farli sostituire”, ricorda la Dall’Olio.
E la consigliera non è l’unica a rilevare delle criticità sull’istituzione dell’ente Parco. Nei giorni scorsi il Comitato Allevatori e Agricoltori, guidato dal Presidente Lauro Guglielmi, ha incontrato i vertici del Consiglio regionale a Palazzo d’Aimmo e anche in quella sede sono state rappresentate diverse problematiche, prima tra tutte la caccia di selezione ferma. Il Comitato ha poi relazionato rispetto ai danni da fauna selvatica e ai relativi risarcimenti da parte delle strutture preposte, all’adeguamento della borsa, e alle tabelle Ismea per i danni al patrimonio zootecnico. Sono stati anche sollevati problemi relativi al servizio veterinario della provincia di Isernia e alla BRC, ancora non accreditata.
Ma Castrataro rassicura gli agricoltori: “Stiamo parlando comunque di zone boschive alte, che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura che già c’è a Isernia. Sarà un’occasione per prendere finanziamenti, migliorare la sentieristica, avere delle aziende agrituristiche e turistiche che possano valersi del pregio di essere in un’area parco”.
Sull’argomento parco e perimetrazione si è espresso anche il sindaco di Venafro, Alfredo Ricci, che ha ricordato di non sentirsi “troppo innamorato” del concetto del Parco del Matese: “Ho diversi dubbi che abbiamo mostrato più volte, perché l’amministrazione di Venafro è una delle poche che ha partecipato a quasi tutte le riunioni che sono state indette negli anni. Ricordiamo che il Parco non nasce oggi, ma nel 2017, da una legge dello Stato. Le perplessità ci sono, ce le abbiamo tutti, ma da sindaco io devo cercare di raggiungere il risultato migliore per il mio territorio. Su questo siamo impegnati da settimane, insieme agli altri colleghi sindaci di questa Regione, in un dialogo col Ministero dell’Ambiente sulle norme di salvaguardia. Per Venafro è importante anche il limite della perimetrazione: abbiamo partecipato alla riunione con Ispra, in cui abbiamo rappresentato delle criticità e abbiamo fatto una controproposta, supportata tecnicamente, rispetto a quella da loro avanzata. E per questo stiamo avendo un’attenzione che speriamo si possa tradurre in fatti. Intendiamo far escludere tutte quelle aree già antropizzate che, nell’ipotesi iniziale del Ministero, sono comprese nel perimetro del Parco ma non hanno quel pregio paesaggistico e ambientale speciale che magari può avere un’area come l’oasi Le Mortine, tra l’altro oggi già vincolata in quanto zona Sic”, ha chiosato Ricci.