Un’analisi delle opportunità offerte a imprese e investitori, e il potenziale impatto sull’ecosistema finanziario italiano
Dal marzo 2025 è entrata ufficialmente in vigore la nuova riforma della Legge Capitali, un intervento atteso e strategico che punta a rilanciare la competitività dei mercati finanziari italiani, facilitare l’accesso al capitale per le imprese e attrarre investitori, anche internazionali. Si tratta di un aggiornamento normativo che, oltre a recepire alcune delle raccomandazioni europee in materia di Capital Markets Union, introduce importanti semplificazioni, strumenti innovativi e forme di finanziamento per favorire la crescita delle imprese italiane, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni.
In questo articolo analizzeremo le principali novità della riforma, le opportunità offerte a imprese e investitori, e il potenziale impatto sull’ecosistema finanziario italiano.
Cos’è la Legge Capitali?
La Legge 11 marzo 2025, n. 28, nota come “Legge Capitali”(qui sulla Gazzetta Ufficiale), rappresenta un significativo passo avanti nella modernizzazione del quadro normativo finanziario italiano. Questo provvedimento apporta modifiche sostanziali alla precedente legge del 5 marzo 2024, n. 21, con l’obiettivo di aggiornare e ampliare le deleghe conferite al Governo per una riforma organica del sistema finanziario nazionale.
In particolare, la legge delega il Governo al riordino del sistema sanzionatorio e delle procedure sanzionatorie previste dal Testo Unico della Finanza, decreto legislativo n. 58 del 1998, introducendo ulteriori disposizioni in materia finanziaria. Entrata in vigore il 21 marzo 2025, la Legge Capitali mira a rafforzare la competitività del mercato italiano, promuovendo una maggiore efficienza e trasparenza nel settore finanziario.
Cosa prevede la Legge Capitali e a chi si rivolge?
La Legge Capitali si pone come obiettivo quello di potenziare l’accesso al credito e rendere il mercato dei capitali più competitivo, moderno e attrattivo, soprattutto per le imprese di piccole e medie dimensioni. È una riforma organica rivolta principalmente alle imprese italiane, agli investitori, ai gestori del risparmio e agli operatori dei mercati finanziari, con l’obiettivo finale di rafforzare il ruolo del mercato italiano nel contesto europeo e internazionale.
Uno dei cardini della riforma è l’accesso semplificato ai capitali privati, lungo tutte le fasi del ciclo di vita dell’impresa. Per questo, vengono riviste le regole relative agli investimenti privati, ampliando le tipologie societarie che possono essere ammesse alla gestione collettiva del risparmio, un intervento che apre nuove opportunità sia per le startup che per le imprese in fase di scale-up. Al contempo, viene previsto un aggiornamento complessivo della disciplina sui servizi e le attività di investimento, con una razionalizzazione degli obblighi informativi e dei contratti, sempre nel rispetto della tutela degli investitori.
La legge interviene anche sul fronte del governo societario, con una semplificazione delle regole, in linea con i codici di autodisciplina, per garantire maggiore agilità e trasparenza nella gestione d’impresa, elemento cruciale per attrarre capitali e rafforzare la fiducia del mercato.
Un altro asse fondamentale della riforma riguarda la transizione delle imprese verso i mercati regolamentati. La normativa facilita il passaggio dai sistemi di negoziazione alternativi a quelli regolamentati, rivedendo le condizioni per l’attività di investimento privato e consolidando il sistema di tutele e obblighi informativi. Si mira così a rendere il processo di quotazione più fluido e accessibile, specialmente per le PMI innovative e ad alto potenziale.
La Legge Capitali promuove inoltre forme di finanziamento alternative – come strumenti di private equity, venture capital e debito privato – e nuovi canali di investimento che rendano le imprese italiane più attraenti per gli investitori internazionali. Questo comporta anche un’importante semplificazione della disciplina per gli emittenti di titoli di debito, rendendo più snella la raccolta di risorse tramite obbligazioni.
Infine, un elemento distintivo della riforma è la volontà di eliminare o semplificare gli obblighi e i divieti non previsti dal diritto comunitario, riducendo il carico regolamentare inutile che spesso ostacola la crescita. L’obiettivo è correggere inefficienze e disfunzioni del sistema senza compromettere la protezione degli investitori o la stabilità del mercato.
In sintesi, la Legge Capitali si rivolge a un ampio spettro di attori economici e finanziari, beneficiando in particolare le imprese che cercano nuove modalità di finanziamento e una maggiore integrazione nei mercati dei capitali. È una riforma ambiziosa che guarda con decisione a un futuro dove il mercato italiano non sarà solo più competitivo, ma anche più aperto, dinamico e internazionale.