I provvedimenti sono scattati a seguito delle indagini della Squadra Mobile dirette dalla Procura
CAMPOBASSO. Hanno fatto precipitare le loro ex compagne in un incubo fatto di violenza e paura. Situazioni non più tollerabili e a mettere fine, si spera, a quell’inferno è stata la Squadra Mobile di Campobasso che che ha dato esecuzione a due ordinanze di misura cautelare del divieto di avvicinamento alle vittime, con controllo mediante braccialetto elettronico nei confronti di due molisani.
Nei guai un 40enne del capoluogo, responsabile di condotte persecutorie nei confronti della ex moglie, messe in atto anche in presenza della figlia minore. Tutto è cominciato nel 2020 quando i due coniugi si sono separati. Nel 2022, La vittima aveva proposto querela ma, convinta dall’indagato – che nel frattempo si era calmato – aveva dichiarato di non voler più procedere nei suoi confronti.
Dopo qualche mese, l’uomo aveva ricominciato a vessare la ex moglie con continue minacce, e, soprattutto perché queste venivano compiute in presenza della figlia minore. La donna si è così convinta a presentare nuovamente querela. La seconda misura è stata eseguita nei confronti di un giovane residente in un comune dell’hinterland campobassano, in quanto responsabile di atti persecutori nei confronti dell’ex fidanzata, una sua coetanea. Anche in questo caso, l’escalation di condotte vessatorie si è avuta dopo la fine della relazione tra i due giovani.
Lui non ha accettato la fine della relazione e pertanto, le richieste di spiegazioni e i tentativi di riavvicinamento, si sono trasformati in atti persecutori. Continui pedinamenti, da parte dell’indagato, all’entrata e all’uscita dal luogo di lavoro della ragazza e, dopo l’ennesimo episodio, la vittima si è presentata in piena notte presso gli uffici della Squadra Mobile della Polizia di Stato per chiedere aiuto e denunciare-
In entrambi i casi, le accurate indagini dirette dalla Procura e svolte da personale della Sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile della Questura di Campobasso, hanno permesso di delineare quadri probatori sufficienti ad ottenere dal Gip l’emissione di ordinanze di misura cautelare
I procedimenti sono nella fase delle indagini preliminari. Gli indagati potranno esperire, nell’ottica difensiva, tutti i rimedi processuali previsti dal codice di rito.
“Tali vicende – sottolinea il procuratore Nicola D’Angelo – rappresentano una tipologia delittuosa sempre più frequente, tant’è che nel corso di quest’anno, dalle Forze di Polizia di Campobasso, sono già stati trattati 40 casi di Codice Rosso La puntuale e costante attività di contrasto a tale preoccupante fenomeno è il doveroso e necessario impegno di questa Procura, al fine di prevenire che tali condotte sfocino in tipologie delittuose più gravi”.