Il governatore ha depositato una memoria difensiva nel corso dell’interrogatorio di questa mattina


CAMPOBASSO. Duecento pagine in cui il governatore Roberti ha raccontato la sua verità in merito all’inchiesta della DDA che lo vede indagato.

Interrogatorio, questa mattina, per il presidente della Regione. I suoi avvocati Mariano Prencipe e Giuseppe Stellato, hanno depositato la memoria difensiva a cui Roberti ha affidato la sua versione dei fatti.

I legali si sono poi confrontati con il procuratore, Nicola D’Angelo, e con il sostituto procuratore Anna Rita Carollo.

“Così come concordato con la Procura, abbiamo depositato una memoria e poi c’è stato un confronto tra la difesa e la Procura – conferma all’ANSA l’avvocato Prencipe – Nelle 200 pagine abbiamo ricostruito tutta la vicenda e fornito una serie di chiarimenti. In particolare, abbiamo evidenziato che ci sono intercettazioni dalle quali si evince chiaramente il fatto che Roberti non si sia interessato alle sorti di una società in particolare, come gli viene invece contestato. Anzi, fu proprio la Provincia di Campobasso guidata da Roberti a sollevare osservazioni e a imporre restrizioni a questa stessa società”.

Come noto l’ipotesi di reato formulata nei confronti di Roberti è corruzione, per fatti che riguardano i suoi precedenti ruoli di sindaco di Termoli, presidente della Provincia di Campobasso e membro del Consiglio Generale del COSIB. Sotto la lente degli inquirenti sono finiti episodi accaduti tra il 2020 e il 2023.