L’INTERVISTA/ Secondo il vaticanista de ‘Il Tempo’: “Prevost è progressista in campo sociale ma è conservatore in campo liturgico”. L’analisi del Conclave e il ruolo di Parolin
di Giuliano Vacca
ROMA. Francesco Capozza, vaticanista per il quotidiano nazionale Il Tempo, era ospite a Porta a Porta su Rai1 la sera in cui Robert Francis Prevost è diventato Papa Leone XIV. E sin da subito ne ha tessuto le lodi: “Ha aperture ragionevoli verso i migranti, i poveri e i fragili ma al tempo stesso rispetta la tradizione”, ha detto riferendosi al vestiario e alle scelte liturgiche adottate dal pontefice durante il saluto ai fedeli. “Incarna a pieno sia la pastoralità sia la governance, è questo il profilo che serviva alla Chiesa e i cardinali lo hanno scelto proprio per questo” ha aggiunto ricordando i ruoli ricoperti dal Prevost e quanto questo sia diverso dal suo predecessore Papa Francesco, che secondo Capozza aveva una visione affine a certi populismi di gran voga. Abbiamo incontrato il vaticanista per chiedergli un commento sullo stile comunicativo di Leone XIV e sulle tappe che hanno condotto alla sua elezione.
Papa Leone XIV: perché Robert Prevost ha scelto questo nome?
Si è voluto riconnettere con Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum, la prima enciclica sociale nella storia della Chiesa, redatta al tempo della seconda rivoluzione industriale e delle prime questioni sul salario e sulle condizioni di lavoro degli operai. Leone XIV quindi ha scelto questo nome perché il mondo sta vivendo un nuova rivoluzione industriale legata anche all’avvento dell’intelligenza artificiale. E’ andato a scegliere insomma nella tradizione dei nomi papali, a differenza di Papa Francesco che aveva scelto il nome di un santo, segnando un unicum che molti hanno inteso come una sgrammaticatura.
Dopo l’elezione ha salutato i fedeli radunati in piazza San Pietro in due lingue: perché lo spagnolo oltre l’italiano?
Credo fosse un omaggio anche ai tanti peregrini di lingua spagnola giunti a Roma dopo la morte di Francesco. Ma poi non dimentichiamo che lui è stato vescovo e missionario per tanti anni in Cile e in Perù.
Dal punto di vista umano come lo ritrai? Molti hanno parlato di possibili abusi che avrebbe coperto
A mio avviso sono i classici schizzi di fango lanciati contro tanti candidati: credo siano stati dei tentativi per azzoppare un personaggio ritenuto di sinistra dal movimento trumpiano Maga (Make America Great Again, ndr). Io penso sia una persona specchiata e di grande umanità.
Parliamo del suo orientamento: come lo definiresti?
Prevost è progressista in campo sociale ma è conservatore in campo liturgico e teologico. Ti faccio due esempi: quando si è affacciato aveva l’abito corale proprio del pontefice quindi sopra la talare bianca aveva il rocchetto, la mozzetta rossa, la croce retta dal cordoncino dorato; pare inoltre che andrà a vivere nel Palazzo Apostolico. Per giunta, parla benissimo il latino meglio di molti cardinali e meglio del suo predecessore. Ne ha dato prova durante la messa in Cappella Sistina.
Sbaglio o Bergoglio non incontra le tue simpatie?
Recentemente ho fatto un’intervista per Il Tempo al Cardinale Augusto Lojudice, che è l’arcivescovo di Siena, e lui stesso mi ha detto che loro non cercavano la fotocopia di Bergoglio ma volevano una persona in grado di ricucire la frattura tra progressisti e conservatori. Io personalmente ritengo che Bergoglio sia stato un accentratore, non c’era una decisione che non prendesse lui in prima persona. Ha avocato a sé una serie di poteri propri di alcuni capi dicastero come ad esempio quello dell’evangelizzazione dei popoli. Questo nuovo Papa, invece, viene considerato come una persona di dialogo che si confronta con i collaboratori. Vediamo le scelte che farà, intanto ora dovrà assegnare la casella importante che ricopriva lui stesso, quella di prefetto della congregazione dei vescovi.
Torniamo a Leone XIV, quali saranno i suoi primi adempimenti?
Guarda, domenica prossima ci sarà la messa d’inizio del ministero petrino durante la quale il Papa riceverà il pallio, l’anello e inizierà ufficialmente il suo pontificato . Poi prenderà possesso delle basiliche, tra cui quella lateranense che è la più importante. C’è poi un viaggio in Turchia che Papa Francesco avrebbe dovuto fare il 26 maggio in concomitanza del 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico nella storia della Chiesa. Penso che Leone XIV lo rimanderà in estate: è una situazione particolare perché ci saranno il patriarca di Costantinopoli e quello russo che sono in contrasto tra loro specialmente in questo periodo di Guerra. Dovrà poi occuparsi del suo governo, per il momento gli incarichi sono prorogati secondo la formula ‘Donec aliter provideatur’, è ragionevole pensare che poi inserirà uomini vicini a lui. Scommetto comunque che il cardinale Pietro Parolin resterà segretario di Stato, la prassi vorrebbe che con un pontefice straniero ci sia un segretario italiano.
A proposito di Parolin, da Papa in pectore a grande elettore di Prevost. Vero?
Lui aveva il pacchetto di voti più consistente: secondo le prime ricostruzioni, pare che questi avesse dalla sua 49 voti nel primo scrutinio contro i 40 di Prevost. I conclavi almeno negli ultimi tempi si evolvono così: si vede subito se il cardinale forte nel primo scrutinio riesce ad attrarre altri voti nel secondo, come fu per Ratzinger. In quei casi è possibile che i cardinali si aggreghino al cardinale che cresce. In questo caso pare che Parolin dopo il primo scrutinio abbia capito che non sarebbe andato oltre la quota di adesioni iniziali e abbia fatto un passo indietro già mercoledì sera, riversando i suoi voti su Prevost già al secondo scrutinio, il primo di giovedì mattina. Io quando ho visto la breve durata del conclave ho pensato a Parolin che aveva dalla sua molti diplomatici e tanti membri della curia dalla sua parte. Se dopo il suo passo indietro non si fosse trovato immediatamente un candidato in grado di unire le varie anime del Collegio cardinalizio il Conclave sarebbe potuto andare per le lunghe e forse ne sarebbe uscito Papa una personalità troppo in continuità con Bergoglio, cosa che la Chiesa in questo momento sarebbe stata nociva per la Chiesa.
Ma quindi l’elezione di Prevost era prevedibile?
Io sapevo che il suo nome stava emergendo ma, alla pari di altri, non mi aspettavo un americano visto che il predecessore era comunque americano, anche se del sud. Poi, non me lo aspettavo soprattutto dopo il colpo inflitto da Donald Trump dopo la pubblicazione di un’immagine di se stesso vestito da Papa. Inoltre non mi aspettavo Prevost perché è un agostiniano e dopo un gesuita mi aspettavo il ritorno ad un diocesano. E’ ancora presto per sapere tutto, ci sono conclavi ricostruiti in anni di lavoro e ricerca storica e giornalistica, ma secondo me Prevost non è stato votato più da alcuni bergogliani che da alcuni ultra-conservatori: basti pensare che tra i primi c’è Jean Claude Hollerich che durante l’affaccio al balcone era nero in volto mentre tra i secondi c’è il cardinale Raymond Burke che è felicissimo del risultato.
La politica italiana come ha reagito invece?
La sinistra aveva messo il cappello su Matteo Zuppi, che secondo me si comportava da portavoce tanto di Elly Schlein del Pd quanto di Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio. Giorgia Meloni aveva chiesto ai suoi di non esporsi per questo o quel candidato, non dimentichiamoci che la premier aveva un ottimo rapporto con Papa Francesco. Mi viene da pensare che questo Papa possa piacere al centrodestra che da sempre è filoamericano.