CAMPOBASSO. “Il settore agroalimentare è diventato sempre più attrattivo per le organizzazioni criminali”.
Lo ha detto il presidente regionale di Coldiretti Molise, Claudio Papa, presente oggi a Palazzo Rospigliosi, sede nazionale di Coldiretti a Roma, insieme con il direttore regionale, Aniello Ascolese, ed il presidente regionale di ‘Terranostra’, Felice Amicone, alla presentazione dell’ottavo Rapporto sulla sui crimini agroalimentari in Italia. E’ infatti salito a 25,2 miliardi il business delle agromafie che, nel giro di poco più di un decennio, ha praticamente raddoppiato il volume d’affari.
“Secondo quanto illustrato nel rapporto – ha rimarcato Papa – aumentano sempre più i tentativi della criminalità di estendere i propri tentacoli su molteplici asset legati al cibo. Un esempio è lo sfruttamento degli immigrati attraverso il caporalato, fenomeno cui purtroppo anche la nostra regione non è estraneo, gestito da reti criminali sia italiane che straniere”.
Le agromafie, ricorda Coldiretti, usano le pieghe della burocrazia per promuovere il credito illegale, acquisire aziende agricole e riciclare denaro, mentre gli imprenditori subiscono minacce e danni per cedere terre e attività, anche a causa della crisi legata alle tensioni internazionali e all’aumento dei costi di produzione che ha caratterizzato questi ultimi anni, indebolendo molte imprese.
Il nuovo Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Coldiretti, Eurispes e Fondazione Osservatorio agromafie, è stato presentato alla presenza, tra gli altri, del presidente e del segretario generale di Coldiretti, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo, di Alberto Mattiacci, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese, Sapienza Università di Roma, presidente Comitato Scientifico Eurispes, Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, Giovanni Melillo, procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare antimafia, Jacopo Morrone, presidente Commissione bicamerale d’inchiesta sugli illeciti nel ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari.
L’obiettivo principale delle Agromafie sono i fondi pubblici e il controllo di mercati e appalti, con l’aiuto di professionisti compiacenti e documenti falsi. Ma le infiltrazioni si estendono a ristorazione, mercati ortofrutticoli e grande distribuzione, senza risparmiare vere e proprie le frodi alimentari, con prodotti adulterati o senza etichetta, spesso venduti nei discount. I settori più colpiti sono vino, olio, mangimi e riso, usando agrofarmaci vietati e false certificazioni bio da importazioni dell’Est Europa. Un fenomeno che Coldiretti combatte con i mercati e gli agriturismi di Campagna Amica e Terranostra che offrono prodotti rigorosamente Made in Italy genuini, tracciati e garantiti dal campo alla tavola.
“La crisi internazionale e i cambiamenti climatici – spiega il direttore Ascolese – stanno mettendo in crisi la filiera agroalimentare. Infatti, molte aziende agricole, pur operando nel contesto del successo del Made in Italy, faticano a sostenere l’aumento dei costi, la riduzione delle rese, i prezzi imposti dalla Gdo e la difficoltà di accesso al credito. In tale contesto le mafie, grazie alla loro liquidità, offrono prestiti usurari o acquistano aziende agricole in difficoltà, seguendo un modello simile al land grabbing, una strategia criminale che punta direttamente alla terra e alla produzione primaria, ampliando il controllo lungo tutta la filiera: dalla produzione ai fondi pubblici, fino alla manodopera sfruttata”.
“Per questo – conclude il presidente Papa – un grande plauso va alle forze dell’ordine ed alla magistratura che, con il loro incessante operato, lavorano ogni giorno a tutela delle aziende e dei cittadini-consumatori”.
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