Aggravamento della misura cautelare per l’uomo che, nonostante i provvedimenti del giudici ha continuato a perseguitare la vittima con violenze fisiche e psicologiche
CAMPOBASSO. Accecato dalla gelosia e dall’alcol ha trasformato in un inferno fatto di paura e violenza la vita della donna a cui aveva giurato amore e protezione. E ha continuato a farlo decidendo di ignorare i provvedimenti del giudice. Per questo la Polizia di Stato ha dato esecuzione a un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare emessa dal Tribunale di Campobasso su richiesta della Procura nei confronti del 50enne. Il giudice ha disposto la sostituzione del divieto di avvicinamento, comprensiva del braccialetto elettronico di controllo, con gli arresti domiciliari.
L’uomo è accusato di atti persecutori, aggravati perché commessi contro l’ex coniuge e di lesioni personali aggravate. In particolare, l’indagato, nel corso degli anni, ha sottoposto la vittima a continue telefonate, messaggi, pedinamenti, insulti e scenate sulla pubblica via, nonché a violenze fisiche: il tutto per un’ incontrollabile gelosia acuita dai problemi di abuso di sostanze alcoliche. Le condotte dell’uomo hanno reso necessario, per la donna, anche il ricorso all’assistenza di uno psicologo.
A seguito di accurate indagini di Polizia Giudiziaria svolte dalla Sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile su richiesta del pm titolare delle indagini, il gip aveva precedentemente emesso, a carico dell’indagato, una ordinanza per l’applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico di controllo.
Nonostante il divieto impostogli, ha continuato a perseguitare la ex, che ha di nuovo chiesto aiuto alla Polizia. Le indagini hanno consentito al pm di supportare la richiesta di aggravamento della misura depositata presso il competente GIP, che l’ha accolta tempestivamente disponendo che l’indagato fosse ristretto in regime di arresti domiciliari con controllo mediante braccialetto elettronico. La misura è stata eseguita dalla Squadra Mobile che ha rintracciato l’indagato a Roma per ricondurlo presso la sua abitazione a Campobasso.
“La vicenda – evidenzia il procuratore Nicola D’Angelo – rappresenta una tipologia delittuosa sempre più frequente, tant’è che nel corso di quest’anno, dalle Forze di Polizia di Campobasso, sono già stati trattati più di 40 casi di Codice Rosso” La puntuale e costante attività di contrasto a tale preoccupante fenomeno è il doveroso e necessario impegno di questa Procura, al fine di prevenire che tali condotte sfocino in tipologie delittuose più gravi”.