La salma di Francesca Ercolini resta a disposizione della Procura. Eseguita l’autopsia e la Tac, sarà ora necessario indagini microscopiche e di laboratorio
ROMA/CAMPOBASSO. Giallo sulla morte della giudice molisana Francesca Ercolini: i periti hanno chiesto altri 90 giorni per eseguire nuovi esami. Per questo la salma resterà al policlinico Umberto I di Roma a disposizione del pool di esperti incaricati dal gip dell’Aquila di effettuare nuovi e più approfonditi esami sul corpo del magistrato trovato senza vita a Pesaro, il 26 dicembre 2022.
Proprio dai medici arriva la conferma all’Ansa. Sono state eseguite l’autopsia e la tac, ora si passerà a indagini microscopiche e di laboratorio, tutti approfondimenti che non erano stati fatti in prima battuta. Il medico legale Vittorio Fineschi e i suoi colleghi hanno chiesto al giudice tre mesi per ultimare il lavoro.
Il caso è stato riaperto dalla Procura dell’Aquila (competente per territorio sui casi relativi ai magistrati delle Marche) che ha deciso di fare piena luce sul presunto suicidio della 51enne molisana.
Al Ris di Roma è stato affidato invece l’incarico di simulare la scena della morte e quella del successivo ritrovamento del corpo nell’appartamento a Pesaro.
Come noto sono sei le persone iscritte nel registro degli indagati: oltre al marito della giudice, anche tre funzionari delle forze dell’ordine e il medico legale che effettuò la prima autopsia. Le ipotesi di reato, contestate a vario titolo, vanno dal depistaggio alla violazione del segreto istruttorio, dalla falsa perizia all’omissione di atti d’ufficio.