All’auditorium la data zero del tour ‘Libertà negli occhi’. Emozioni forti per uno dei live più belli ed evocativi vissuti nel capoluogo negli ultimi anni: standing ovation, duetto con Roberto Angelini e pubblico sotto il palco a cantare ‘Lasciarsi un giorno a Roma’
di Giuliano Vacca
ISERNIA. Tra i concerti ospitati dall’Auditorium negli ultimi anni il suo non può non meritare un posto speciale. Perché Niccolò Fabi è autentico, ha dei modi gentili, pacati ed emana un’innata serenità a chi lo ascolta. C’è un’apparente timidezza che lo avvolge e chiede scusa al pubblico se si nasconde dietro la penombra e dietro un cappello che lo fa sembrare più coperto. Eppure con i presenti la connessione è immediata: molti lo seguono da tempo e a loro dice: “Sapete già cosa vi aspetta”; altri invece sono lì forse per la prima volta e lo ascoltano in silenzio, pesando le singole parole di tutte le canzoni. Di brani che comunicano qualcosa, ma che soprattutto evocano qualcosa.
Quei pezzi parlano di Niccolò, della sua vita, sulla sua strada ma parlano un po’ anche del pubblico. Chiunque, anche solo per un attimo, si sarà rispecchiato in un verso o in un ritornello che avrà sentito proprio. Il concerto di ieri all’auditorium è stato un momento di riflessione. Chi non c’era non deve aspettarsi un live in cui tutti cantano ma più un momento raccolto in cui il silenzio della sala serve a non rovinare gli istanti. Dietro i telefoni di chi riprende i momenti salienti ci sono gli occhi lucidi, i nasi che tremano. E c’è pure la standing ovation a metà concerto, quando ‘Una mano sugli occhi’ non era ancora terminata. Un brano meraviglioso del 2016.
A Isernia Niccolò Fabi è arrivato per la data zero del suo nuovo tour che promuove il disco ‘Libertà negli occhi’, un album composto in uno studio nella Val di Sole, in provincia di Trento. A Isernia, quindi, è stato curato l’allestimento non solo del live di ieri ma anchr dei prossimi: “Questo – ammette però– sarà il più sentito”. In auditorium, ha suonato qualche pezzo nuovo: oltre alla title track, spicca ‘Chi mi conosce meglio di te’ cantata con Roberto Angelini, chitarrista ma soprattutto compagno di viaggio da oltre 20 anni “dei bei momenti ma ancor di più di quelli brutti”. Insieme a loro due sul palco ci sono, altri 4 cantautori e polistrumentisti: gli “habitues” Alberto Bianco e Filippo Cornaglia e i “nuovi” Giulio Cannavale e Cesare Augusto Giorgini. Musicisti spaziali che hanno reso perfettamente il loro affiatamento durante ‘Ecco’: canzone dalla struttura progressiva che culmina con un impetuosa parte di chitarra attorniata da una ritmica quasi psichedelica.
Fabi guarda continuamente la sua crew, la nomina, la ringrazia. A questa sorride nei momenti più alti e toccanti della serata. E’ contento quando nuovamente il pubblico si alza in piedi a tributarlo. Ma tornando serio, prima di intonare ‘Io sono l’altro’, lancia un monito: “Spero che quando uscirete da qui, penserete ad accogliere e comprendere e non ad aggredire”. Il riferimento non può non andare ai conflitti odierni nel mondo. E poi, la luce diventa rossa e illumina sul palco solo lui che dal centro intona chitarra e voce ‘Facciamo Finta’, dedicata a sua figlia scomparsa a soli 22 mesi nel 2010.
Il concerto si chiude con ‘Lasciarsi un giorno a Roma’ perché, come lui dice, “le tradizioni vanno rispettate”. Nessuno è più seduto sulle poltrone, molti sono sotto palco e Fabi e i suoi abbandonano la compostezza per liberare una gioia che li porta a cantare e saltare insieme sullo stage. Dopo l’ultima nota restano dinanzi agli spettatori in visibilio per qualche minuto e poi appena arrivato nel backstage, il protagonista guarda il fido Roberto Angelini e dice sorridente: “C’erano i ragazzini. I ragazzini, scatenati, sotto il palco”.
Il suo stile da cantautore dalle influenze soft rock e i suoi versi diretti, franchi, mai banali hanno regalato a Isernia uno dei concerti più belli che la città abbia ospitato negli ultimi anni.
LA GALLERY A CURA DI PINO MANOCCHIO




