Lo evidenzia uno studio di Imco. La spesa media di 300 euro e la presenza di pochi punti gioco sul territorio tra gli elementi significativi


CAMPOBASSO. Ludopatia, il Molise è tra le regioni meno a rischio. Lo evidenzia uno studio condotto da Imco, che ha calcolato un indice regionale di rischio ludopatia, elaborato a partire da fonti ufficiali – Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute e Federconsumatori – e costruito su parametri oggettivi: spesa pro capite, prevalenza Gap, accessibilità ai punti di gioco e interventi di prevenzione attivati a livello locale.

I risultati mostrano un’Italia divisa in più velocità: da un lato regioni con alta spesa e una rete capillare di punti gioco, dall’altro territori a bassa densità abitativa che registrano valori sensibilmente inferiori. Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia emergono come aree particolarmente a rischio, mentre Molise, Basilicata e Valle d’Aosta si collocano nella fascia più bassa.

Per quanto riguarda il Molise, i dati più significativi sono: spesa pro capite di 300 euro, tra le più basse del Sud, superiore solo alla Basilicata (200 euro); prevalenza Gap all’1,0%, molto inferiore a Campania e Puglia (3,0%) e Calabria (3,4%); accessibilità di 190 punti gioco ogni 100.000 abitanti, tra le più contenute del Mezzogiorno.

 Il Molise rientra tra le realtà meno esposte del Centro-Sud con indice 0,55. La combinazione di spesa bassa, prevalenza limitata e rete ridotta, insieme a 10 strutture di intervento, definisce un profilo relativamente contenuto. Il confronto con le regioni vicine conferma uno scarto netto rispetto ai grandi poli meridionali; va però considerato che lo studio include solo i punti gioco fisici e non l’online, canale che per accesso continuo potrebbe aumentare l’esposizione.

“La lettura dei dati consente di comprendere meglio i fattori che concorrono a determinare le diverse esposizioni al rischio e mette in evidenza come prevenzione e supporto possano avere un ruolo importante nel contenerne gli effetti – ha spiegato spiega Claudio Poggi, esperto di Imco – In definitiva, il gioco resta una realtà radicata e complessa: affrontarlo con responsabilità, sia da parte dei singoli che delle istituzioni, rappresenta la condizione necessaria per mantenerlo entro i confini di un’attività consapevole e sicura”.