Nuovo appello al prefetto di Cgil, Cisl e Uil. Chiesta una soluzione entro il 10 ottobre: “In assenza di risposte verranno attivate forme di mobilitazione più estreme previste dalla normativa vigente”


CAMPOBASSO. Ancora niente stipendi per il personale in servizio al Responsible Research Hospital. Lo comunicano FP CGIL Molise, CISL FP Abruzzo Molise, UIL FPL Molise che annunciano una nuova, più incisiva fase nella vertenza “a fronte del perdurare di una situazione che sta drammaticamente compromettendo la dignità e l’esistenza dei lavoratori”.

Nonostante lo stato di agitazione e un incontro tenutosi in Prefettura “ad oggi – riferiscono i sindacati in una nota congiunta – i dipendenti non hanno ancora ricevuto il saldo della mensilità di agosto, l’intero stipendio di settembre e il rimborso fiscale spettante”.

Il mancato adempimento ha costretto le sigle sindacali a dare mandato ai propri legali, che il 2 ottobre hanno notificato al Responsible Research Hospital una formale diffida e messa in mora per conto dei rispettivi iscritti. “Si tratta – evidenziano ancora i sindacati – di un grave inadempimento contrattuale a cui l’azienda dovrà porre rimedio entro il termine perentorio di dieci giorni dalla ricezione della diffida, altrimenti si procederà senza ulteriore preavviso ad adire le competenti Autorità Giudiziarie per la tutela dei diritti di lavoratrici e lavoratori”.

Parallelamente, le organizzazioni sindacali sono tornate a rivolgersi direttamente al prefetto di Campobasso Michela Lattarulo “per segnalare che la perdurante situazione non è più sostenibile. In particolare, viene contestato il totale disattendimento degli impegni presi in sede istituzionale durante l’incontro in Prefettura del 17 settembre scorso, in cui il presidente della Regione Molise Francesco Roberti aveva assunto l’impegno di fornire una risposta entro ventiquattro ore in merito all’anticipo di un credito di 3,8 milioni di euro vantato dalla struttura; a tutt’oggi, però, non si registra alcun riscontro né alcun accredito.

Questa situazione sta aggravando in modo drammatico la condizione economica di tutti i dipendenti, negando loro la possibilità di garantire a sé stessi e alle proprie famiglie un’esistenza libera e dignitosa, come sancito dalla Costituzione”.

Per questo motivo, le organizzazioni sindacali, pur confidando nella prosecuzione della preziosa opera di mediazione del prefetto, avvertono che “in assenza di una risoluzione della problematica entro il 10 ottobre, si vedranno costrette ad attivare le forme di mobilitazione più estreme previste dalla normativa vigente. I lavoratori e le loro famiglie non possono più attendere”.