In una lettera aperta il gruppo è intervenuto nel dibattito pubblico sull’argomento


CAMPOBASSO. Resta alta l’attenzione sulla sanità regionale: anche il comitato ‘Pro Cardarelli’ di Campobasso è intervenuto nel dibattito pubblico, con una lettera aperta focalizzata sul nuovo Piano operativo 2025-2027 predisposto dalla Struttura commissariale, l’avvio della Rete ictus e sul “delicato equilibro tra sanità pubblica e privata”.

“La sanità molisana è in crisi profonda – si legge nel documento – non solo per la mancanza di medici e carenza di strutture, ma per una gestione che da anni indebolisce il sistema pubblico e favorisce una deriva privatistica. I cittadini sono costretti a migrare fuori regione per interventi ordinari, mentre le liste d’attesa si allungano e i servizi territoriali si dissolvono”.

Il comitato evidenzia diverse criticità alla base delle problematiche attuali: il commissariamento, in primis, che ormai perdura dal 16 anni e sta determinando “un progressivo smantellamento dalla sanità pubblica” con la “chiusura di interi ospedali e reparti”. Inoltre, una problematica grave è rappresentata da “la continua riduzione di personale medico, infermieristico e tecnico”.

C’è anche, poi, la critica a proposito delle proposte che stanno emergendo in queste ore, trasmesse “al Ministero senza alcun coinvolgimento del consiglio regionale e delle parti sociali” e alla ‘Rete ictus’, “un progetto incompleto”. Nel documento di programmazione sanitaria – spiegano – sarebbe stato inoltre “ignorato il ruolo dell’università del Molise e del dipartimento di medicina”. Tutti elementi che delineano, secondo il ‘Pro Cardarelli’, “una sanità senza visione, tecnocratica e centralizzata, che ignora le potenzialità locali e le competenze scientifiche presenti sul territorio”.

Di seguito, il testo integrale della lettera.

Lettera aperta ai cittadini molisani sulla crisi della sanità regionale

Cari concittadini,

in un momento cruciale per il futuro della nostra regione, avvertiamo il dovere civico di condividere alcune riflessioni sulle condizioni del Servizio Sanitario Regionale del Molise, sul Piano Operativo Sanitario 2025-2027, sull’avvio della Rete Ictus e sul delicato equilibrio tra sanità pubblica e privata.

Un appello alla consapevolezza e all’azione
1. Il diritto alla salute non è negoziabile
La sanità molisana è in crisi profonda. Non solo per la mancanza di medici, non solo per carenza di strutture, ma per una gestione che da anni indebolisce il sistema pubblico e favorisce una deriva privatistica. I cittadini sono costretti a migrare fuori regione per interventi ordinari, mentre le liste d’attesa si allungano e i servizi territoriali si dissolvono.

2. Ospedali svuotati, territori abbandonati
Da quando è iniziato il commissariamento, ormai circa 15 anni fa, la sanità pubblica molisana è stata progressivamente smantellata con la chiusura di interi ospedali e numerosi reparti negli ospedali di tutta la regione, accompagnato dalla continua riduzione di personale medico, infermieristico, tecnico e il mancato rinnovo, anche su base concorsuale, di figure apicali di riferimento.

Le guardie mediche vengono ridotte, mentre il 70% degli accessi ai Pronto soccorso riguarda codici bianchi, sintomo di una medicina territoriale sempre più assente poiché caratterizzata da un progressivo depauperamento dei MMG sul nostro territorio.

3. Un Piano Operativo Sanitario (POS) bocciato e opaco
La bozza del POS 2025–2027 è stata trasmessa al Ministero senza alcun coinvolgimento del Consiglio Regionale né tantomeno delle parti sociali. La Direzione generale della Programmazione sanitaria lo ha definito “ … approssimativo, privo di coerenza interna e lacunoso negli elementi fondamentali …. ” e, anche per tali ragioni, è stato bocciato.

Mancano:

  • Un cronoprogramma operativo
  • Un sistema di controllo sull’appropriatezza delle prestazioni
  • Un CUP regionale realmente integrato tra pubblico e privato

4. Nessun riferimento all’epidemiologia regionale
È gravissimo che il Piano ignori completamente l’epidemiologia delle malattie in Molise. Nessun dato su incidenza di patologie croniche, cardiovascolari, oncologiche, neurodegenerative o rare. Nessuna analisi su mortalità evitabile, disuguaglianze territoriali, fattori ambientali o sociali. Come si può pianificare una rete sanitaria senza conoscere i bisogni reali della popolazione?

5. La Rete Ictus: un progetto incompleto
Il decreto commissariale n. 100/25 e il successivo 157 del 1° ottobre 2025, pubblicato nel giro di un paio d’ore dopo la bocciatura del ministero, hanno formalizzato la Rete Ictus. Il Cardarelli di Campobasso dovrebbe ospitare una Stroke Unit di II livello, mentre il Neuromed di Pozzilli gestirà i casi emorragici. Gli spoke di Termoli e Isernia dovrebbero garantire TAC h24.

Ma:

  • La Stroke Unit è “riconosciuta solo sulla carta”
  • I percorsi di diagnosi e cura, se già individuati, non sono stati resi noti
  • La rete ospedaliera non è ancora approvata
  • Le tecnologie non sono definite
  • Il personale non è stato formato
  • La riorganizzazione dell’emergenza-urgenza è, di fatto, bloccata

6. Trasferimento Ospedale Cardarelli presso struttura Responsible Research Hospital (ex-Cattolica)
Ancora più grave è il progetto di trasferimento dell’Ospedale Cardarelli presso il Responsible Research Hospital. Una scelta che solleva interrogativi inquietanti: si tratta davvero di un potenziamento, o di una dismissione mascherata? Il Cardarelli, pur con tutte le sue difficoltà, rappresenta un presidio storico, un punto di riferimento per migliaia di cittadini. Spostarlo, senza garanzie chiare sulla continuità assistenziale, sull’accessibilità e sulla qualità delle cure, equivale a privare Campobasso e l’intero Molise di un pilastro fondamentale del sistema sanitario.

Non possiamo accettare che decisioni di tale portata vengano prese senza un confronto trasparente con la cittadinanza, senza una valutazione seria dell’impatto sociale, economico e sanitario. Il diritto alla salute non è negoziabile, e non può essere subordinato a logiche aziendali o sperimentazioni opache.

7. Sanità privata: da risorsa a sostituto del pubblico
Il Neuromed, struttura privata accreditata, è stato integrato nella Rete Ictus con funzioni aggiuntive e posti letto h24. Ma con quali risorse? Con quali regole? I rapporti economici tra Regione e privati restano opachi. Il rischio, sempre più consistente, è che la sanità privata diventi ancor più sostitutiva anziché integrativa rispetto alla sanità pubblica, drenando fondi pubblici e lasciando il sistema sanitario pubblico in affanno.

Il piano sembra favorire strutture private accreditate a scapito del pubblico, per tali ragioni occorre vigilare che ciò non accada e che non generi disuguaglianze o erosioni della sanità pubblica.

8. Ignorato completamente il ruolo dell’Università degli Studi del Molise (UNIMOL)
Non sappiamo se ci siano stati contatti fra l’istituzione Regione Molise, la Struttura Commissariale e Unimol, ma suscita profonda perplessità e indignazione che nel Piano Operativo Sanitario 2025–2027 della Regione Molise, documento strategico di grande impatto per la riorganizzazione della sanità regionale, sia presente una grave omissione: l’assenza di qualsiasi riferimento al rapporto con l’Università degli Studi del Molise (UNIMOL) e il suo Dipartimento di Medicina.

Una mancanza inaccettabile
• Esclusione dell’UNIMOL: Non menzionare l’unico ateneo regionale, che forma i futuri medici e professionisti sanitari, è una scelta miope e irresponsabile. UNIMOL rappresenta un presidio culturale e scientifico fondamentale per il territorio.
• Scollegamento dalla formazione medica: Ignorare il Dipartimento di Medicina significa rinunciare a una sinergia vitale tra assistenza sanitaria e ricerca accademica.
• Contraddizione con l’idea di Policlinico regionale: Si parla di riconversioni e trasferimenti, ma senza coinvolgere l’università, ogni ipotesi di Policlinico perde credibilità e sostanza.

Una sanità senza visione
Questa omissione rivela una visione tecnocratica e centralizzata, che ignora le potenzialità locali e le competenze scientifiche presenti sul territorio. In un contesto in cui il Molise soffre per carenze strutturali e demografiche, escludere UNIMOL è un errore strategico che potrebbe compromettere la sostenibilità e l’efficacia del sistema sanitario regionale.

Appello alla responsabilità
È urgente che la Regione Molise riveda il Piano e instauri un dialogo strutturato con UNIMOL, valorizzando il ruolo dell’università nella formazione, nella ricerca e nella progettazione sanitaria. Senza questa integrazione, il POS 2025–2027 rischia di essere un documento sterile, calato dall’alto, privo di radicamento e prospettiva.

Coinvolgere Unimol può significare
• valorizzazione del Dipartimento di Medicina come partner strategico.
• definizione di percorsi condivisi di formazione, tirocinio e ricerca.

9. Serve una mobilitazione civile
La salute è un diritto costituzionale. Non possiamo accettare che venga subordinata a logiche contabili, sia pur necessarie, o a interessi di parte.

Chiediamo:
• Trasparenza nella programmazione sanitaria
• Investimenti strutturali nella sanità pubblica
• Un piano basato su dati epidemiologici reali
• Regole chiare e controlli rigorosi sul rapporto pubblico-privato

10. Conclusione: difendiamo la sanità molisana
La sanità molisana può rinascere. Ma solo se la difendiamo insieme. Invitiamo ogni cittadino, ogni operatore sanitario, ogni amministratore locale a informarsi, partecipare, denunciare, mobilitarsi.

Non possiamo più aspettare.