Lutto cittadino e grande commozione per l’ultimo saluto a mamma e figlio, uccisi da Salvatore Ocone, che resta in carcere a Campobasso. “Chiediamo al Signore che episodi del genere non si verifichino mai più”, le parole dell’arcivescovo di Benevento Felice Accrocca
CAMPOBASSO. Il giorno del dolore, di una famiglia e di un’intera comunità. Grande commozione a Paupisi per i funerali di Elisa Polcino, 49 anni e Cosimo Ocone, 15 anni, moglie e figlio di Salvatore Ocone, che li ha uccisi a colpi di pietra martedì 30 settembre, massacrando anche la figlia Antonia, operata e ricoverata al ‘Neuromed’ di Pozzilli, ancora in Terapia intensiva e in prognosi riservata.
Dopo i delitti la fuga in macchina verso il Molise, fino alle campagne tra Ferrazzano e Mirabello Sannitico, dove l’auto di Ocone è stata ritrovata da un elicottero dei carabinieri, 12 ore dopo gli omicidi. All’interno dell’auto Salvatore, sui sedili il figlio Cosimo Morto e la figlia Antonia in fin di vita. A salvarsi solo il primogenito Mario, che il giorno della strage era a Rimini, dove lavora come cameriere stagionale. Se fosse stato in casa avrebbe potuto essere ucciso anche lui, ha detto il Gip nell’ordinanza con cui ha confermato la custodia nel carcere di Campobasso per Salvatore Ocone, affetto da una psicosi cronica, per la quale era in cura e che lo aveva portato a un Tso.
Le salme di Elisa e Cosimo sono arrivate dall’ospedale di Benevento, dove si sono svolte le autopsie. A celebrare la Messa l’Arcivescovo di Benevento Felice Accrocca. “Chiediamo al Signore che episodi del genere non si verifichino mai più”, le sue parole. Nel giorno del lutto cittadino proclamato dal sindaco di Paupisi Salvatore Coletta, in chiesa insieme a centinaia di persone. Addolorate e sconvolte per una tragedia assurda.
La solidarietà non manca fortunatamente. In questi giorni sono pervenute a Mario Ocone proposte di lavoro di alcuni imprenditori, che vogliono mantenere l’anonimato, offerte di lavoro stabile per farlo restare nella sua casa di famiglia, anche per potersi occupare della sorella Antonia. E non sono pochi sono i cittadini che, insieme al sindaco Salvatore Coletta, dopo la cerimonia funebre hanno espresso la volontà di voler attivare un conto corrente di solidarietà intestato a lui, per farlo continuare a lottare e a restare in quella casa che fino a dieci giorni fa ospitava un’intera famiglia.




