L’episodio a Larino. I sindacati: “Sistema fuori controllo, la Regione ignora il problema delle fermate non a norma”


LARINO. Nel pomeriggio di ieri, lungo la Strada Statale 647 “Bifernina”, all’altezza del bivio di Larino, un autista della linea Termoli-Campobasso è stato aggredito per aver rifiutato di effettuare una fermata che, secondo quanto riportato dalle segreterie regionali di FAISA-CISAL, FILT-CGIL e FIT-CISL, era in palese violazione del Codice della Strada.

Come spiegato nella nota delle sigle, il conducente aveva spiegato a un passeggero che nel punto richiesto non esistevano le condizioni minime di sicurezza: mancavano infatti segnaletica verticale, piazzola di sosta e pensilina. Si tratta, precisano i sindacati, di una fermata “abusiva”, formalmente autorizzata dalla Regione Molise ma in realtà non conforme alle norme di sicurezza stradale.

Poco dopo la partenza, si legge, l’autista si è visto affiancare da un’auto lanciata ad alta velocità che gli ha tagliato la strada, costringendolo a una brusca frenata e rischiando un tamponamento con un altro autobus. Dalla vettura sarebbero scese due persone che hanno poi insultato e minacciato il conducente. Solo l’intervento dei passeggeri avrebbe evitato il peggio, mettendo in fuga gli aggressori.

“È l’ennesima aggressione causata da un sistema fuori controllo – denunciano i sindacati – dove Regione e aziende continuano a ignorare il problema, scaricando le responsabilità sugli autisti. Chi effettua fermate non a norma rischia sanzioni e responsabilità penali in caso di incidente, mentre chi si rifiuta viene punito disciplinarmente con sospensioni dal lavoro e dallo stipendio”.

Le organizzazioni sindacali ricordano di aver chiesto da mesi al Prefetto di Campobasso la convocazione di un tavolo con la Regione Molise e le aziende di trasporto per affrontare la questione in modo definitivo. “Sono trascorsi oltre cinque mesi e, nonostante le promesse, tutto tace. Nel frattempo, chi lavora rispettando la legge viene aggredito”, concludono FAISA-CISAL, FILT-CGIL e FIT-CISL.