La risposta di Primiani a Passarelli: “Risposte scomposte a richieste legittime, se davvero tutto va bene, perché alzare tanto la voce?”. La consigliera: “Da parte mia solo la verità dei fatti”
CAMPOBASSO. Continua il botta e risposta sulla questione dei centri antiviolenza in Molise. Il consigliere regionale Angelo Primiani è nuovamente intervenuto sulla questione: “Sorprende l’ennesima risposta scomposta e non richiesta della consigliera regionale delegata al Sociale, Stefania Passarelli, a una mia semplice, legittima richiesta di chiarimenti sull’assegnazione e la gestione dei centri antiviolenza, nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle cittadine fragili e in difficoltà. Una risposta che lascia trasparire un certo nervosismo”, scrive in una nota.
“D’altronde, viene da chiedersi: se davvero tutto va bene, perché alzare tanto la voce? Chi amministra con trasparenza non ha bisogno di sbraitare per difendersi: basta raccontare la verità. Forse allora è il caso di essere ancora più chiari e diretti sulla vicenda: proprio perché mi sono preso il tempo di studiare a fondo i documenti relativi al bando di affidamento che avevo chiesto con uno specifico accesso agli atti, intendo andare fino in fondo”.
“E lo farò perché, a mio parere da quei documenti emergono elementi di perplessità o quantomeno singolari che devono essere chiariti. È evidente che ad incidere in maniera determinante sull’affidamento, al contrario di ciò che dice la consigliera Passarelli quando parla di “punteggio più alto per il progetto”, è stata la previsione nell’avviso di un elemento formale sull’ubicazione della sede legale dei concorrenti. Un parametro che ha poco a che fare con il progetto e che in una procedura del genere non dovrebbe avere alcun valore premiante. Al contrario, bisognerebbe assicurarsi che venga individuato sempre il progetto migliore. Dico questo senza alcun timore di essere smentito e anzi sfidando a dimostrare il contrario – conclude Primiani – Dire altro significa raccontare una mezza verità, e le mezze verità, in politica come nella vita, sono spesso le più pericolose. Ad ogni modo, chi assume cariche pubbliche sa bene – o dovrebbe ben sapere – che la democrazia si fonda sulla trasparenza, sulla critica e sull’approfondimento, non sull’imposizione o sulle difese d’ufficio a prescindere. Ecco perché continuerò a porre domande, anche quando queste danno fastidio: perché dove la politica tace, i cittadini perdono il diritto di sapere”.
E non si è fatta certo attendere la controreplica della consigliera regionale. “Per la vicenda del Cav – afferma – al consigliere Primiani ho già illustrato, più volte, cosa è accaduto senza utilizzare toni allarmistici, al contrario di altri, del tutto ingiustificati. Nessun nervosismo, nessuna reazione scomposta, nessun timore di chissà cosa, egregio collega, ma – da parte mia – solo la verità dei fatti.
Mi preme, quindi, ribadire che i servizi di supporto alle donne che si rivolgono al Cav non sono a rischio, che sono correttamente erogati e che l’APS aggiudicataria del bando è pienamente operativa non solo su Campobasso ma anche negli altri centri (Isernia, Termoli e Campomarino) perché i rispettivi sindaci non hanno avuto alcun problema a mettere in disponibilità l’immobile da utilizzare.
Voglio anche rassicurare le donne: la Regione, l’Aps aggiudicataria del servizio, i Comuni e i Sindaci coinvolti sono al vostro fianco. Ritengo, però, che sia stato speso fin troppo tempo per rispondere al chiacchiericcio; tempo sottratto ai compiti per i quali siamo stati eletti in Consiglio regionale”.




