Tutti i dettagli della maxi operazione antidroga condotta dalla Squadra mobile in una casa di Toro. Tre arrestati e 15 chili di droga sequestrata, tutta destinata al mercato di Campobasso. Preoccupazione perché l’uso capillare di droga fa scattare fenomeni emulativi


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Uno studio di registrazione per musica rap trasformato in deposito della droga. Tanta, mai vista tutta insieme a Campobasso: 1 chilo e mezzo di cocaina pura e 14 chili di hashish, tutto destinato al mercato dello spaccio del capoluogo.

Uno spaccato preoccupante, tutti sotto i 25 anni i giovani coinvolti – dovranno rispondere di detenzione di droga ai fini di spaccio, in concorso tra loro – quello che emerge dalla maxi operazione antidroga condotta dalla Squadra mobile di Campobasso e coordinata dalla Procura del capoluogo, dopo il blitz condotto in una casa nel centro storico di Toro, nella quale sono stati trovati circa 15 chili di stupefacenti. La casa-studio di registrazione dove si trovavano tre ragazzi tra i 22 e i 25 anni arrestati e portati in carcere: due molisani e un giovane di nazionalità marocchina, tutti incensurati o con piccoli precedenti.

Denunciato per gli stessi reati un quarto uomo, l’affittuario dell’immobile. Un altro chilo di sostanza è stato trovato durante le perquisizioni nelle abitazioni dei tre giovani coinvolti. A casa di uno di loro c’era la madre di uno degli indagati, intenta ad assumere eroina.

Dettagli forniti nella conferenza stampa che il dirigente della Squadra mobile Marco Graziano ha tenuto oggi in Questura, con lui il capo dell’Antidroga Maurizio Piacci e gli agenti impegnati nell’operazione, oltre al questore di Campobasso Domenico Farinacci, che ha puntato il dito sull’allarme sociale legato al consumo di droga. Sempre più capillare. E che fa breccia anche in ragazzi giovanissimi. A volte gli assuntori sono studenti dei primi anni delle superiori, anche 14 anni. E la preoccupazione che anche il “fumo” non è più lo spinello di una volta, ma una sostanza trattata chimicamente, che crea dipendenza come le droghe più pesanti.

“Dall’inizio dell’anno solo a Campobasso e come Squadra mobile abbiamo sequestrato 51 chili di droga, una media di 5 chili al mese, quanta non ne era stata trovata in 20 anni – ha detto Marco Graziano – Questo ci dimostra che il consumo è aumentato in maniera esponenziale. Il sistema è cambiato, perché prima erano i tossici che andavano a rifornirsi a Napoli o a San Severo e poi alimentavano lo spaccio, adesso i depositi della droga si trovano nel nostro capoluogo e la cosa ci preoccupa non poco, anche se la Questura sta monitorando attentamente il fenomeno. A essere coinvolti sono ragazzi con il profilo basso, non i classici criminali pluripregiudicati a cui eravamo abituati, cosa ancora più preoccupante per la città. Anche la situazione di Termoli è diversa, perché il giro di droga sulla costa in qualche modo è legato alla malavita organizzata, pugliese o albanese. Le indagini intanto proseguono, per capire se dietro questi giovani c’è un livello ancora superiore”.

Il dirigente della Mobile non ha commentato, “per motivi investigativi” se l’operazione condotta a Toro sia in qualche modo legata alla rapina e al tentato omicidio avvenuto in un appartamento del grattacielo di Campobasso. Investigazioni ancora in corso, è stato detto. E lo conferma il via vai di elicotteri in volo sulla città. Così come è stato ipotizzato che dalla casa-deposito la droga sarebbe finita nelle piazze di spaccio della città: il centro, Parco dei Pini, il quartiere Cep.

“Un’operazione che fornisce una chiave di lettura attuale della situazione dello spaccio di sostanze stupefacenti in provincia di Campobasso – ha detto il questore Domenico Farinacci – Ci troviamo di fronte a grossi quantitativi di droga trovati a Campobasso e destinati al consumo locale, il che che ci fa presumere un livello altissimo di assuntori. Va evidenziato il profilo ‘ordinario’ delle persone coinvolte in questa operazione, giovani, senza un passato di criminalità. Una nuova modalità che si aggiunge alla vecchia, i consueti canali di rifornimento in Campania e in Puglia, che continuano ad esistere”.

“L’insieme di questi elementi ci porta a confermare il vertiginoso aumento di persone che fanno uso di sostanze stupefacenti, diventato quasi un fatto di costume, un modello sub-culturale, una visione sociale nella quale l’abuso di sostanze stupefacenti è stato ‘sdoganato’, legato allo svago e dell’evasione. Sistema che genera una spinta emulativa fortissima nei giovani, tossicodipendenti che riescono a dissimulare il loro stato e a proporre atteggiamenti compatibili con la situazione lavorativa. Ma questo rivela la tragica portata: sono le famiglie che conoscono le tragedie legate alla tossicodipendenza – ha concluso il questore – Noi possiamo fronteggiare il fenomeno che dal punto di vista penale offre degli strumenti di intervento, ma bisogna avere la consapevolezza che il sistema è profondamente cambiato”.