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Gravina sindaco e il sogno del ribaltone: col ricorso il centrodestra prova a detronizzarlo

La speranza di chi sta seguendo questa strada è quella di superare la fatidica percentuale del 50% dei voti, che attuerebbe a Campobasso lo scenario dell’anatra zoppa. Ma per una ‘gola profonda’ della coalizione i voti che servirebbero per superare la soglia sono 500 e non 250, su circa 800


CAMPOBASSO. Un disegno strategico preciso: sfiduciare Roberto Gravina e rimandare i cittadini di Campobasso a votare di nuovo. Nella primavera 2020. Lasciando la città per un anno nelle mani del commissario.

E’ questo, e non un semplice tentativo di attuare la cosiddetta ‘anatra zoppa’, sindaco M5s e maggioranza ‘nemica’ – oggi con Gravina ci sono 20 consiglieri a Cinque stelle e 12 consiglieri di minoranza – il disegno che si nasconde dietro il ricorso elettorale che il centrodestra sta pensando di presentare. E che dovrà essere consegnato al Tar entro 30 giorni dalla proclamazione degli eletti. Quindi a far data da ieri.

Il legale incaricato di redigere l’istanza ancora non è stato indicato, ma la strada che si sta seguendo è quella della revisione delle schede contestate del primo turno. E nel dettaglio le circa 800 preferenze tra nulle e contestate con il voto disgiunto. In sostanza quelle schede in cui i presidenti di seggio hanno assegnato il voto al candidato sindaco, Roberto Gravina più che Antonio Battista, ma per errori commessi dall’elettore non hanno dato la preferenza al consigliere di centrodestra che era stato indicato. I rappresentanti di lista hanno chiesto che queste posizioni venissero messe a verbale e così è avvenuto.

Ma quanto serve al centrodestra per riuscire a fare il ribaltone? Secondo la voce circolata ieri basterebbero 250 schede per consentire al centrodestra di superare la fatidica soglia del 50% dei voti, che consegnerebbe allo schieramento guidato da Maria Domenica D’Alessandro la maggioranza in Consiglio comunale.

Un numero che però una ‘gola profonda’ della coalizione, tra quelli che non sarebbe intenzionato a sottoscrivere il ricorso, contesta. E con questa motivazione: andando ad attribuire 250 voti allo schieramento si alzerebbe anche la percentuale dei voti validi. Di conseguenza per superare il 50% dei voti bisognerebbe racimolare 500 voti e non 250. Di certo più difficile, su 800 schede.

Da qui le perplessità che sarebbero trapelate. E i pareri discordanti emersi anche all’interno del centrodestra, tra chi crede che bisogna giocarsi tutte le carte, chiedendo il rispetto della legge, e chi pensa che sia innanzitutto necessario rispettare l’indicazione, evidente, arrivata dalle urne. E il 70% di voti ottenuto da Roberto Gravina al ballottaggio.

Questo non toglie che il ricorso, con tutta probabilità, si farà. Istanza al Tribunale amministrativo, chiamato a pronunciarsi in tempi rapidi. Di certo dopo che Gravina avrà composto la Giunta e avrà iniziato a governare. Da qui a pochi giorni, come ha annunciato. Senza pensare al Tar.

Carmen Sepede

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