Per Uil e UilFpl questo Pos “taglia servizi e incrementerà il debito”


CAMPOBASSO. “Cominciamo con un nostro primissimo giudizio: Un POS che taglia reparti, che non crea la rete tra le infrastrutture esistenti pubbliche private ed accreditate, raggiunge un solo risultato: taglia servizi e incrementerà il debito. Un POS fallimentare che non ci piace, in linea a un altro fallimento che è quello del commissariamento della sanità, da sempre”. Così in una nota stampa le sigle sindacali Uil e UilFpl commentano il nuovo piano operativo sanitario della Regione Molise, varato pochi giorni fa dal commissario Toma.

“Non si delinea, a distanza di mesi ormai, quella riorganizzazione strutturale che è l’ultima strada che potrà salvare il nostro sistema sanitario – spiegano i sindacati – e rispetto alla condivisione dei percorsi, l’unica cosa che è cambiata con il nuovo Commissario è stata la concessione di un’audizione, che però non ha modificato nulla rispetto le precedenti gestioni”. 

“Ancora una volta: non saranno garantiti i Lea, non sarà creata una vera rete per l’emergenza, non sono previsti investimenti per rendere attrattivo il sistema all’esterno, ma in programma solo tagli che faranno aumentare la mobilità passiva e quindi la spesa. Ma la cosa che più rammarica – sottolineano – è che, neppure questa volta, saranno garantiti i diritti basilari di chi paga tasse tra le più alte d’Italia. Ai molisani va detto come si spendono i soldi, cosa funziona e cosa si vuol cambiare, quanto costa questa gestione (fallimentare) commissariale, quanto ci costa la mobilità passiva”, sferzano da Uil e UilFpl.

“Tutti sappiamo che i problemi vengono da lontano, che la sanità per troppo tempo è stato serbatoio di clientele elettorali e quindi è stata gestita solo come sistema economico e di prebende, senza interventi tesi all’efficienza. Entreremo nel merito, puntualmente, nei diversi aspetti del POS, sia per tenere alta l’attenzione sui servizi al cittadino, sia per difendere i nostri lavoratori, spesso incolpati ingiustamente delle lacune del sistema”, concludono le sigle sindacali.