La misura introdotta nel decreto lavoro che il governo intende varare il primo maggio


ROMA. Incentivi per far entrare finalmente nel mondo del lavoro i cosiddetti “Neet” (Not in Education, Employment or Training), ossia i giovani di età compresa tra 15 e 29 anni che non sono né occupati, né tantomeno inseriti in percorsi di educazione o formazione.

A prevederli – oltre alle misure sul taglio del cuneo fiscale, la riscrittura delle regole dei contratti a termine e le modifiche del reddito di cittadinanza – il decreto lavoro che il governo intende varare il primo maggio.

In particolare, alle aziende private dovrebbe essere riconosciuto uno sgravio pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali in caso di nuove assunzioni, effettuate a decorrere dal 1° giugno e fino al termine del 2023, di giovani che si trovano nelle seguenti condizioni:

– alla data dell’assunzione non devono aver compiuto il 30° anno di età;

– non lavorano e non sono inseriti in corsi di studi o di formazione (“NEET”);

– devono essere registrati al Programma Operativo Nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”.

Sotto il profilo applicativo, l’incentivo dovrebbe essere riconosciuto per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato, anche a scopo di somministrazione e per il contratto di apprendistato professionalizzante o di mestiere. L’agevolazione non riguarderebbe invece il contratto di lavoro domestico.

Quanto alla durata, la bozza di decreto prevede che l’incentivo possa essere riconosciuto per un periodo di 12 mesi.

Significa che se per l’impresa un lavoratore costa 1.500 euro, ne otterrebbe indietro dallo Stato 900.

In Italia i “Neet” sono circa 3 milioni, per la maggioranza donne.