Caso Cancelliere, monta la protesta sul web

Il funerale di Stefania Cancelliere
Il funerale di Stefania Cancelliere

ISERNIA. Si estende anche al web l’indignazione per la richiesta di 20 anni di reclusione per l’omicida di Stefania Cancelliere. La donna di origini isernine fu uccisa a colpi di mattarello dall’ex compagno, Roberto Colombo, il 25 giugno dello scorso anno, a Legnano, in provincia di Milano. La richiesta di pena è stata valutata troppo leggera dai familiari più stretti della donna ma non solo: a essere delusi sono parenti, amici ma anche semplici conoscenti, che da Isernia ricordano la loro concittadina. Dalla sua pagina di Facebook, il fratello della vittima, Livio Cancelliere, ha prontamente informato gli amici di quanto si è discusso ieri, nell’udienza di Milano: “La richiesta del pm – scrive Cancelliere – è assolutamente insoddisfacente, ha chiesto 20 anni di reclusione per l’imputato, concedendo, senza motivare sul punto, le circostanze attenuanti generiche equivalenti alle contestate aggravanti”. La richiesta del pubblico ministero, infatti, è stata ridotta, rispetto alla pena massima di 30 anni,  in virtù del rito abbreviato. Nel giorno della festa delle donne, la comunità di Facebook, vicina al fratello della Cancelliere, non esita a esprimere il proprio disappunto. E iniziano a piovere i commenti: “Vent anni! Ma stiamo scherzando! La vita di Stefania e il dolore della sua famiglia valgono molto di più”. “Un ulteriore oltraggio alla sua memoria”. Protestano così  alcune donne in rete. “Ergastolo e stop”, sarebbe questa la vera giustizia secondo qualcun altro. C’è chi non riesce nemmeno a commentare ed esprime semplicemente la sua vicinanza alla famiglia della vittima: “Un abbraccio – scrive una donna su Facebook – sono senza parole”. Qualcuno estremizza: “E poi non ci dobbiamo fare giustizia da soli”. Si tratta sicuramente di una provocazione, ma denota il clima di sdegno che si avverte intorno ad un caso di efferata violenza nei confronti di una donna, come quello di Stefania. I familiari della 39enne, infine, per evitare rinvii delle udienze, hanno rifiutato un maxirisarcimento danni, accettando una cifra simbolica e sperando di renderle giustizia al più presto. L’udienza è stata aggiornata al 15 aprile prossimo: in programma l’arringa degli avvocati della famiglia di Stefania e la sentenza.