HomeNotizieCRONACABrasiello spiazza tutti: Giunta a cinque, ‘segati’ Sel e Udc

Brasiello spiazza tutti: Giunta a cinque, ‘segati’ Sel e Udc

Polo di Centro propone Mimmo Izzi, ma il sindaco punta i piedi e vara un esecutivo snello, almeno in fase iniziale. Furiosi i centristi e gli affiliati di Vendola. Per la poltrona di presidente del Consiglio la posizione di Franco Capone tutt’altro che blindata per vecchie ruggini con il Pd. Sposato e D’Achille in lizza per la carica di vicesindaco

ISERNIA. Contrariamente a tutti i pronostici, si è imposto con un esecutivo snello. Luigi Brasiello, sindaco di Isernia, varerà quest’oggi, dopo quasi un mese di trattative, una Giunta a cinque. Roberto Di Baggio e Maria Teresa D’Achille per Isernia di tutti; Luciano Sposato e Marco Amendola per il Pd; infine, Cosmo Galasso per l’Udeur. Questi i nomi degli assessori i quali, secondo indiscrezioni, affiancheranno alfine il primo cittadino, che solo in un secondo momento dovrà provvedere ad assegnare le deleghe. Ma cosa è successo per stravolgere i piani del centrosinistra allargato – prevedibilissimi e solo da ratificare, fino a ieri sera – al punto da lasciare fuori squadra tre liste su sei, dalla Giunta comunale? Facciamo un passo indietro. A poche ore dal primo Consiglio,il criterio seguito dal sindaco nella composizione dell’esecutivo avrebbe dovuto essere rigorosamente quello dei primi eletti. Il nodo più grosso sembrava essere quello relativo al numero di assessori targati Pd. E invece questo, a quanto pare, si è dimostrato lo scoglio più semplice da superare. La dirigenza del partito, in particolare l’onorevole Danilo Leva, avrebbe fatto dietrofront ‘accontentandosi’ di due posti in Giunta. Spianando la strada a Luciano Sposato (probabile vicesindaco) e Marco Amendola. Nessun dubbio, inoltre, per Roberto Di Baggio e Maria Teresa D’Achille per Isernia di tutti. E sono quattro: in un’ipotetica Giunta a sette, un posto avrebbe dovuto essere occupato da un’altra donna. La norma introdotta dal commissario Vincenza Filippi con la modifica dello Statuto comunle, in attuazione della legge n. 215 del 23 novembre 2012, infatti, dice che un terzo dei posti in Giunta deve essere attribuito alle quote rosa. Stando così le cose, avrebbe dovuto spuntarla Sel con Bice Antonelli: una poltrona, dunque, anche al partito della maggioranza che ha preso meno voti. E siamo a cinque. Il sesto posto, quello di Cosmo Galasso, eletto con l’Udeur, non è mai stato messo in discussione. Probabilmente anche in virtù del sodalizio che esiste tra Udeur e Pd a livello regionale, e che ha permesso a Vincenzo Niro di spuntarla nell’elezione a presidente del Consiglio, grazie al famigerato intervento via sms del senatore dei Democratici, Roberto Ruta. Ultima casella da assegnare: Polo di Centro o, in alternativa, un assessore esterno al Bilancio. Ipotesi, quest’ultima, scartata dallo stesso primo cittadino, che avrebbe deciso di mantenere la delega per sé, affidando la situazione contabile dell’ente, pro tempore, a un consulente tecnico avulso dalla politica. Un uomo (o una donna) di comprovata esperienza e, soprattutto, dal tariffario accessibile. Polo di Centro, dunque, per esclusione? Proprio qui sta l’inghippo: perché i centristi si sarebbero impuntati sul nome del segretario provinciale Udc Mimmo Izzi. Un nome che lo stesso Brasiello, nonostante la stima per l’ex consigliere regionale, avrebbe trovato oltremodo indigesto. Izzi, fino al febbraio scorso, sedeva a Palazzo Moffa nella maggioranza di centrodestra targata Michele Iorio. Fino a pochi mesi prima, era assessore provinciale nella Giunta Mazzuto. Prima ancora, assessore comunale con Gabriele Melogli. Verso il quale era approdato, non senza una certa disinvoltura, in qualità di assessore uscente di centrosinistra nella precedente consiliatura guidata dal sindaco Giuseppe Caterina. Premiare Izzi insomma, fedelissimo per oltre dieci anni dell’ex governatore Iorio e della coalizione di centrodestra, sarebbe stata un’operazione incomprensibile per gli esponenti della sinistra radicale, per alcuni nomi di peso nelle file del Pd rimasti fuori dal totogiunta e, soprattutto, per i primi eletti della lista Polo di Centro – Domenico Di Baggio e Cesare Pietrangelo – ‘ospiti’ della lista civica e non direttamente riconducibili al partito di Casini, ma indispensabili in termini di voti per permettere a Brasiello di evitare il ballottaggio e all’ex Udc di non restare a zero, in assise. Ma quale l’alternativa, allora, per dare meno nell’occhio e accontentare, piuttosto, quanti alle elezioni Comunali ci hanno messo la faccia? Il primo eletto Di Baggio parrebbe avere problemi legati a un’eventuale incompatibilità legata alla sua professione di capitano medico militare, nel ricoprire la carica di assessore. Dunque, avrebbe potuto fare il suo ingresso in Giunta il secondo eletto Cesare Pietrangelo. Ma la sua vicinanza, storica, all’europarlamentare Aldo Patriciello, cui va aggiunta l’onta delle dimissioni sottoscritte nel 2012 con conseguente caduta anticipata dell’amministrazione De Vivo, avrebbero fatto il resto. Ecco allora la soluzione: scaricare l’Udc, almeno in questa fase. Con la conseguenza, indiretta, di dover ‘buttare a mare’ anche Sel, troppo poco rappresentativo in termini di voti per restare a bordo, una volta fuori Polo di Centro. In questo scenario rimarrebbe fuori anche Uniti per Isernia. Ma al suo primo eletto, Franco Capone, dovrebbe andare la presidenza del Consiglio. Tuttavia, la sua posizione appare tutt’altro che blindata a causa di attriti mai sopiti esistenti tra il preside e alcuni esponenti del Pd. Viene il dubbio, perciò, che possa ripetersi un’operazione ‘Cotugno bis’, con Capone e la lista civica di cui è parte lasciati a bocca asciutta. In questo caso, lo scranno più alto dell’assise potrebbe addirittura andare ad un esponente dell’opposizione, se gradito al centrosinistra. Voci di corridoio davano per papabile il candidato sindaco del centrodestra Giacomo d’Apollonio, che però non si è reso disponibile. Ad ogni modo, i giochi sarebbero fatti, almeno per quanto riguarda l’esecutivo. Ma, secondo indiscrezioni, la decisione di Brasiello di tagliare Sel e Polo di centro avrebbe mandato su tutte le furie i delegati delle due liste ‘boicottate’. Si aspettano commenti al riguardo.

Pba-Vdu

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