Ospedale, malato di sclerosi multipla dimesso ad insaputa dei familiari

La denuncia pubblica del figlio, Francesco Trovato: sono incredulo, avrebbero dovuto avvertirci. Dal ‘Veneziale’ si giustificano con i parenti: solo un “equivoco”

ISERNIA. Malato di sclerosi multipla sballottato tra l’ospedale di Isernia e una casa di riposo. Il tutto, senza ricordarsi di avvertire i familiari. Accade anche questo, nella sanità pubblica molisana, in particolare all’ospedale ‘Veneziale’ di Isernia. A denunciare pubblicamente il caso, con indignazione e incredulità, è il figlio dello sfortunato protagonista. Francesco Trovato racconta di come suo padre, 54 anni, si sia aggravato circa un anno fa, al punto da vedersi riconosciuto, di lì a poco, anche l’accompagnamento. L’uomo vive con un respiratore artificiale e si alimenta per mezzo di un sondino collegato direttamente allo stomaco. Nel febbraio scorso, finisce per circa un mese in Rianimazione a Isernia; poi viene trasferito a Venafro; dopo ancora, quando la sanità pubblica non può più prestargli l’assistenza necessaria, finisce in una casa di riposo del capoluogo pentro, a spese della famiglia. Lo scorso 23 giugno, tuttavia, una febbre alta lo costringe a un nuovo ricovero in ospedale. All’inizio nel reparto di Otorino, per mancanza di posti letto, successivamente in Medicina. Lunedì scorso, 8 luglio, i medici comunicano a Francesco che il papà sarà dimesso l’indomani. Poi ci ripensano, decidendo – a parole, come vedremo – di trattenerlo per altre 24 ore. Insomma, il paziente affetto da sclerosi multipla avrebbe dovuto lasciare il Veneziale solo oggi, mercoledì 10 luglio. Ma così non è: perché nel pomeriggio di ieri, Francesco riceve la telefonata dal gestore della casa di riposo dove suo padre ha ‘misteriosamente’ fatto rientro, a totale insaputa sua e della mamma. Trasportato da un’ambulanza pubblica con a bordo un medico, ma a quanto pare senza rianimatore. Francesco è esterrefatto: dal ‘Veneziale’ nessuno lo ha avvertito dell’uscita anticipata del genitore. Per cercare di saperne di più, tramite il centralino del ‘Veneziale’, da ‘Isernianews’ proviamo più volte a farci passare il reparto di Medicina o la Direzione sanitaria: nessuna risposta, in ambo i casi. Ma qualche ora Francesco dopo riceverà una telefonata dalla struttura sanitaria, in cui gli verrà detto che sulla data di dimissione del padre si sia trattato “semplicemente di un equivoco”. Non solo: a detta del suo interlocutore, il medico sull’ambulanza sarebbe stato anche rianimatore: dunque il padre non avrebbe corso nessun pericolo, in caso di bisogno. Prendendo per buona quest’ultima circostanza, resta l’episodio surreale del trasferimento di un paziente affetto da una patologia così grave senza avvertire i parenti. Una dimenticanza, un errore, un “equivoco”, appunto? E se fosse accaduto qualcosa, nel tragitto?